COLOMBA, Vi presento Di Tacchio

17.09.2009 08:02 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: TMW
COLOMBA, Vi presento Di Tacchio
FirenzeViola.it
© foto di Federico de Luca

Dopo la grande salvezza raggiunta con l'Ascoli, Franco Colomba ha terminato il proprio rapporto con la società in attesa di una nuova importante avventura, magari nella massima serie.

Si parla di alcune panchine già in bilico, lei è stato contattato?
"Ho sentito per via indiretta qualcuno, ci sono state chiacchiere con squadre in A o in B, ma non c'è nulla di concreto".

Fra queste c'è l'Albinoleffe?
"No".

Che idea si è fatto della B di quest'anno?
"Questa B è alquanto strana, ci sono squadre di prestigio che accusano qualche passo falso ed è sempre difficile calarsi in realtà nuove. Poi ci sono squadre come il Frosinone, che si stanno proponendo bene, e altre che si stanno confermando, come il Brescia o il Torino".

Si aspettava di vedere Frosinone e Ascoli così in alto?
"L'Ascoli ha fatto una buona squadra e si trova lì perché ha buoni valori, mentre qualcuna che poteva essere davanti ha commesso passi falsi. E' troppo presto per parlare, ma di sicuro entrambe sono buone squadre".

Invece per quanto riguarda la A, si aspettava le liguri così in alto?
"Hanno speso bene e migliorato la rosa con acquisti azzeccati. Sono provinciali che migliorano di anno in anno, non vendono i loro gioielli ed alla lunga approfittano di passi falsi di alcune grandi che fanno fatica, come il Milan o la Roma".

A Napoli si parla già di un possibile esonero di Donadoni, secondo lei che ci ha allenato quanto è difficile questa piazza?
"E' difficile perché per poter essere apprezzati bisogna aver una buona squadra e vincere. Questa piazza non si accontenta di vivacchiare, ma vuole vincere o almeno lottare per primeggiare. Quando questo non accade si scatena un meccanismo di insoddisfazione che non aiuta chi ci lavora, ma fa parte del fascino della piazza. Napoli è strepitosa da vivere, anche per un allenatore, a livello calcistico nonostante sia difficile".

Si aspettava Catania e Atalanta a zero punti?
"Sono squadre che hanno fatto molto bene negli anni passati. Lo stesso Cagliari ha fatto molto bene, ma per le squadre di provincia non è facile. Quello che a volte porta risultati buoni è prendere la giusta infilata di risultati e il giusto entusiasmo. Quando viene poi a mancare qualche giocatore ed altri rendono meno dell'anno precedente si torna alla normalità, cioè sofferenza. Non mi meraviglia siano un po' in difficoltà, fa parte delle provinciali fare anni strepitosi e poi confermarsi non è mai facile".

E' un caso che queste due squadre si siano affidate ad allenatori esordienti in A?
"Questo non lo so, sono miei colleghi e sono scelte che le società hanno fatto. E' una scelta che va rispettata e questi sono ragazzi che stanno cominciando come ho fatto io circa vent'anni fa. Devono fare la loro esperienza e di sicuro la A è un palcoscenico più complicato di una B o una C".

Il Milan stenta in campionato e fa grandi prestazioni in Champions, come se lo spiega?
"E' stata una prestazione con un Inzaghi che in coppa trova spazio e sarà un'arma in più per il proseguio. Sembrerà strano, ma segnare in coppa è più facile che in campionato, perciò la sua esperienza è l'arma in più. Possono crescere e migliorare in difesa, soprattutto con il un portiere che dia la giusta sicurezza. Credo possano trovare il loro rendimento anche in campionato, ma qui ci sono due squadre, Juve e Inter, che hanno qualcosa in più. Hanno forza fisica, rabbia agonistica e vivono un momento di entusiasmo collettivo, quindi penso sia complicato, ma le competizioni ci sono per togliersi soddisfazioni".

Parlando di portieri, si aspettava che un portiere che non ha mai giocato la scorsa stagione potesse rivelarsi così importante?
"Storari l'ho avuto a Napoli e devo dire che è un buon portiere. Sono passati anni, è maturato e cresciuto e ha fatto le sue esperienze. Chi gioca nel Milan è scelto e se è stato scelto vuol dire che deve poter sostituire i titolari in qualsiasi momento. Se poi diventerà il titolare io sono felice per lui".

La Fiorentina ha sbagliato a farselo sfuggire?
"Credo semplicemente che i giocatori vadano da chi li desidera maggiormente e lui è andato al Milan perché era la squadra che lo desiderava maggiormente. Parlando di primi posti, poi, la Fiorentina l'abbiamo un po' dimenticata, ma penso sia una realtà importante. Ha portata una ventata nuova nelle ultime stagioni ed ha ottenuto risultati importanti con grande continuità. E' alla pari delle prime tre-quattro del campionato".

La Fiorentina ha preso tra l'altro Di Tacchio, sua conoscenza all'Ascoli. Quando sarà pronto per l'esordio?
"E' un ragazzo che ha nel suo curriculum solo una quindicina di presenze in B e il palcoscenico europeo o di serie A è tutta un'altra cosa. Ha doti atletiche e fisiche importanti, è generoso, lotta e con un bel tiro, ma deve crescere misurandosi con i compagni più bravi. La scelta, poi, la farà Prandelli e quando lo vedrà pronto lo butterà nella mischia".

Tornando al Milan, Ronaldinho farà rimpiangere Kakà?
"Ronaldinho un po' mi stupisce perché lo vedi quasi al di sopra del problema ed invece deve capire di essere lui il problema. Se lo capisse e tornasse con l'umilità di chi deve soffrire quando gioca e quando si allena bene. Non potrà essere ovviamente un Gattuso, ma non bisogna dimenticare che anche Kakà era un generoso. Lo vedo qualche volta che abbozza qualche rientro o qualche recupero, ma sembra una forzatura e deve entrare in sintonia col gruppo. Quando vedi quelle palle filtranti come contro il Siena c'è da togliersi il cappello, ma se devono rimanere due gesti una tantum per il campionato italiano è troppo poco".

Ma come si spieghi la sua metamorfosi una volta arrivato in Italia?
"A Barcellona negli ultimi anni non era più un fenomeno ed il Milan ha cercato, anche giustamente, a ricostruirlo. Per certi versi in qualche partita ha dimostrato di essere una scelta giusta, ma il campionato italiano richiede continuità, mentre all'estero magari non è necessaria. Non ci si accontenta di cinque minuti per quanto possano valere il prezzo del biglietto, ma si vuole che il campione dia di più. Se lui entra in quest'ottica allora potrà tornare importante perché non è vecchio, è nel pieno della sua maturità che però non dimostra in campo e questo mi dispiace".

Quanta voglia ha di tornare ad allenare?
"Molta, ma quest'anno ho fatto la scelta di non rimanere ad Ascoli perché cercavo qualcosa che mi stimolasse ancora di più. E' stata un'esperienza bellissima, però si vive anche di traguardi da porsi e siccome mi sento nel pieno della mia maturità vorrei tornare in Serie A. Le ultime esperienze sono state delicatissime, dove le classifiche erano molto migliori di situazioni che ci sono adesso e gli esoneri mi sono sembrati anche ingiusti o almeno immeritati. I risultati mi davano ragione e quindi vorrei riprovare con la A, ma se poi non arriva e arriverà altro lo prenderò in considerazione".