OCCHI PUNTATI SU...Gli orfani di Dunga e Passarella
Domanda: se a marcare Loria ci fosse stato Passarella, l’inquietante difensore dell’Atalanta avrebbe segnato? E ancora: se nel secondo tempo a centrocampo ci fosse stato Dunga, la Fiorentina si sarebbe consegnata all’avversario come è successo ieri a Bergamo? Sono domande da bar dello sport, al massimo da pausa caffè in ufficio però alzi la mano chi non le ha pensate al termine della gara. Il nostro compito come giornalisti sarebbe quello di andare oltre (il tentativo lo facciamo sempre, la riuscita beh…quella giudicatela voi), ma poiché siamo anche cronisti ci troviamo costretti a raccontare che i viola nella ripresa non sono rientrati in campo e allo stesso tempo diciamo che…quelle domande ce le siamo fatte anche noi.
Le risposte crediamo siano molto simili alle vostre e purtroppo almeno per quest’anno le speranze che i ragazzi di Prandelli possano risolvere (o anche solo migliorare) certe lacune che attengono al carattere e alla personalità sono ben poche.
Perché, inutile girarci intorno, il problema sta proprio lì; ieri contro l’Atalanta la Fiorentina ha dato l’idea della squadra ben preparata fisicamente e tatticamente, disposta al fraseggio con un Montolivo finalmente continuo nella sua azione (e decisivo con quel lancio di 40 metri che…guarda caso ha ricordato tanto il “capitano” nel giorno del suo 53° compleanno), ma che alla prima difficoltà si è sfaldata come neve al sole. Le difficoltà sono nate dal gol di Loria al 38°, e dall’ingresso contemporaneo nel secondo tempo di Doni e Ventola, uomini d’esperienza e di personalità che sono andati ad asfaltare una squadra già priva di Mutu, Toni e Dainelli. E allora ci sono tornate in mente scene di vita viola vissuta come Dunga che “maltratta” (eufemismo) Carobbi e Battistini, rei di aver perso palloni ingenuamente a centrocampo (e ieri nella ripresa ne sono stati persi parecchi così) piuttosto che Passarella che urla al proprio reparto tutta la sua rabbia per un atteggiamento troppo morbido richiamando un’attenzione che (e siamo a ieri) troppo spesso è mancata quest anno.
Da Bergamo quindi torniamo con due certezze e un dubbio: la prima è che ogni volta che lo vediamo giocare risulta sempre più evidente che… Kroldrup è un errore di Corvino (forse l’unico ma di errore si tratta); che la squadra ha comunque acquisito una sua continuità di gioco e risultati (ieri oltre alla buona prova limitatamente alla prima frazione registriamo il nono risultato utile consecutivo). E infine il dubbio: forse anche Prandelli deve fare un ultimo salto di qualità insieme alla squadra. Nonostante le cinque vittorie fuori dalle mura amiche, raramente la Fiorentina ha dato l’impressione di sicurezza nei propri mezzi e di capacità di imporre il proprio gioco; ci sono stati buoni spezzoni di partita (ieri ad esempio, oppure Palermo, Roma finchè Frey non subì quel gol balordo) ma mai un intera gara col piglio della “grande squadra”; la personalità ed il carattere sono carenti e questo non è colpa del mister, ma la mentalità e la convinzione di potercela fare in ogni campo e situazione beh…su quella Cesare può fare molto di più. E poi: dopo il gol ed altre due occasioni in cui l’espressivo Loria “sotterrava” Kroldrup, non si poteva cambiare la marcatura? Ovviamente il tutto con immutata stima.