"OCCHI PUNTATI SU...", Gli orfani di Adrian Mutu e la classe operaia va in Paradiso
Spesso nel commentare una partita ricca di gol, con rovesciamenti di fronte continui, giocata con correttezza e sportività da entrambe le parti si è soliti dire: “Sembrava una partita di altri tempi”. Noi, in questo caso, estendiamo il concetto e parliamo di "Campionato di altri tempi", in barba alla SNAI che quotava la vittoria del Napoli contro il Milan a 7,50 (vorremmo vedere in faccia il genio che ha avuto quest’intuizione) e dove un Siena privo (apparentemente) di stimoli scuce un po’ di scudetto dalle maglie dell'Inter e, ago e filo alla mano, lo ricuce sulle maglie della Roma. De Coubertin sarebbe fiero di noi e percorrendo la difficile strada dell'obiettività, tutti siamo fieri reciprocamente di avere assistito ad una “Bella giornata di sport” dove ha prevalso la lealtà e la trasparenza.
Detto questo, attenzione all’altra faccia della medaglia. Certo per i tifosi viola è facile adesso magnificare la regolarità di questa giornata di campionato. Meno piacevole sarebbe se anche domenica prossima si verificassero fatti simili, poiché i viola saranno protagonisti a Torino contro i granata, da stasera salvi matematicamente, anche loro (apparentemente) privi di stimoli, ebbri di feste e brindisi copiosi consumati durante tutta la settimana. L’Olimpico di Torino sarà pieno all’inverosimile, con fortissima rappresentanza viola che, crediamo, invaderà il capoluogo piemontese. Chi ci dice che anche il Toro non voglia fare come il Napoli e salutare degnamente il proprio pubblico? E ancora, chi ci dice che da Milano non arrivi la telefonata del neopremier all’ex-socio in affari Urbano, di nome e di fatto, invitandolo a motivare ed incentivare (pecunia non olet) la squadra per fare uno sgambetto alla Fiorentina?
Sarà la decima partita di questo campionato senza Adrian Mutu, e qui sta il dato a nostro parere più sorprendente. Il “Fenomeno” in questo campionato ha realizzato 17 reti, sei in coppa Uefa, più una serie inenarrabile di assist per i compagni e quattro rigori procurati. Numeri che non lasciano dubbi sulla decisività e sull’importanza del romeno all’interno della squadra. Eppure nelle nove partite disputate in sua assenza i gigliati hanno conquistato 5 vittorie, 2 pareggi e due sole sconfitte con 14 gol fatti e 9 subiti. Ciliegina sulla torta (scusate la citazione che ci ricorda un passato nefasto) la vittoria di Torino contro la Juventus appunto conquistata senza Mutu (e anche senza Liverani). Cosa se ne deduce? Innanzitutto che la Fiorentina è un squadra con la esse maiuscola orchestrata da un vero e proprio “Mago di Orz” che ha raggiunto l’invidiabile obiettivo di costruire una formazione dove tutti sono utili e nessuno indispensabile. Secondo aspetto, che i gregari (che noi scherzosamente abbiamo ribattezzato “gli orfani di Mutu”), sganciati dall’alibi dell’ombrello riparatore del fuoriclasse, si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori il meglio di loro stessi. Piccola chiosa; qualcuno con la carta d’identità un po’ ingiallita ricorderà come nell’82 la Fiorentina di Picchio De Sisti riuscì a sostituire un certo Giancarlo Antognoni con un “normale” Luciano Miani esaltando nel contempo la personalità ed il carisma di Pecci, Graziani, Bertoni, altrimenti offuscati dalla stella del capitano. Sono epoche e situazioni diverse, ma le analogie proiettate sulla squadra attuale non mancano. Terzo motivo (last but not least): la manovra fluisce in modo più armonico scevra da individualismi ed egoismi sparsi e dispensati a piene mani da Adrian durante tutto l’arco del campionato.
Cosa significa, che la Fiorentina può fare a meno di Mutu a cuor leggero? Che Mutu è più deleterio che produttivo? Che all’interno dello spogliatoio c’è aria di fronda verso il romeno colpevole di atteggiamenti irriverenti verso i compagni di squadra e di Pazzini in particolare? Niente di tutto questo. A nostro parere Mutu è uno dei primi 10 giocatori della storia viola, portatore di classe cristallina, personalità da vendere ed in certe occasioni anche altruista come dimostrano i tanti assist forniti alle punte (particolarmente a Pazzini), poi, ahimè, regolarmente sprecati e gettati al vento.
Dicevamo della classe operaia che va in Paradiso. Tralasciamo Santana che, potenzialmente, tanto operaio non è, e che ieri ha fatti intravedere quello che potrebbe fare in una stagione senza infortuni. Semioli ed Osvaldo, invece, fanno parte di quella schiera di buoni giocatori in rosa della Fiorentina, che responsabilizzati al massimo hanno saputo dare la scossa decisiva al campionato viola. Ci sorge un dubbio: e se questa classe non fosse del tutto operaia? E se, responsabilizzati a dovere, molti giocatori fino ad oggi in dubbio, si rivelassero migliori di quanto crediamo e pensiamo?
La speranza c’è e la prova del nove ci sarà domenica a Torino…anzi del dieci come le partite senza Mutu e come il voto che si meriterebbe la squadra con la Champions League acquisita. Dimenticavamo…in quel caso aggiungeremmo anche la lode ed il bacio accademico.