MAI DIRE VIOLA... Prandelli-Corvino: un matrimonio che... s'ha da fare
che vi terrà compagnia per tutta l'estate.
La chiesa dovutamente addobbata, fiori di campo che ingentiliscono l'ambiente austero e il Gran Cerimoniere, Diego Della Valle, che arriva scortato dai due "Bravi" testimoni, Andrea Della Valle e Sandro Mencucci; appena fuori, pronti al classico e beneaugurante lancio del riso, una moltitudine viola in trepida attesa per un giuramento atteso da mesi. Lo potremmo definire un matrimonio d'interesse, di quelli costruiti ad arte in stile machiavellico, con il fine che giustifica ampiamente il mezzo. Fine di lucro per il bene della Fiorentina, almeno fino al 2011 ed anche questo se ci pensate bene è un segno dei tempi; si sa la data dell'unione e allo stesso tempo della separazione (sia ben chiaro, c'è sempre l'opzione per il prolungamento) e chissà se è stata fissata anche una clausola rescissoria.
Stiamo parlando del matrimonio fra Cesare Prandelli e Pantaleo Corvino, la strana coppia che un po' ci ricordano Jack Lemmon e Walter Matthau, protagonisti di un famoso film americano del 1968; il primo ordinato, preciso, pignolo all'eccesso (Prandelli), l'altro più ruspante, estroverso, dall'idioma inconfondibile (Corvino); sulle affinità fisiche lasciamo perdere, l'importante in questi casi è essere, non apparire.
La premessa era doverosa per stemperare gli animi e le tensioni che, seppur in dosi minime, esistono (o forse sono esistite) fra due professionisti che certo si stimano ma con moderazione. Oggetto del contendere le diverse vedute circa la carta d'identità degli acquisti del ds di Vernole e l'utilizzo degli stessi da parte del tecnico di Orzinuovi.
Immaginiamo uno spaccato di casa Corvino, con la musichina del maestro Martelli in sottofondo e Pantaleo che entra in casa con un sacchetto pieno di...Lupoli, Van den Borre, Kuzmanovich, Hable e Mazuch (queste ultime, due primizie praticamente introvabili). Prandelli dal canto suo ha già messo l'acqua sul fuoco e pregusta un succulento minestrone di Quaresima, Diarrà, e un po' di Gilardino da aggiungere come spezia pregiata; la scaramuccia familiare è inevitabile e lo sfogo di Cesare risuona fragoroso nel soggiorno apparecchiato: "Non si fanno le nozze con i fichi secchi". Calma, calma, c'è tempo per rimediare, e siamo sicuri che la prossima volta Pantaleo tornerà col dolce e lo spumante; e poi lo sanno tutti, l'amore non è bello...
Su quel ramo del fiume Arno quindi, il coraggio bisogna darselo anche se uno non ce l'ha, e i carneadi lasceranno spazio a volti più noti... dirigenti "azzecca-garbugli" permettendo. Del resto l'obiettivo è comune e soprattutto dichiarato: l'agognato terzo scudetto, magari a partire dal 2010. E per i "promessi" litigiosi? Niente paura: come ha più volte annunciato Don Diego... "Questo matrimonio, s'ha da fare".