"L'APPROFONDIMENTO" Chi li ha visti? Undici 'desaparecidos' alla corte di Prandelli
Storari; Jorgensen, Pasqual, Mazuch, Da Costa; Semioli, Almiron, Gulan; Papa Waigo, Jefferson, Osvaldo. Un'intera squadra, dal numero 1 al numero 11. La fonte ispiratrice è la rosa che appare sul sito ufficiale della Fiorentina, violachannel.tv, il modulo è il 4-3-3, quello che ha più minuti nelle gambe, e l'obiettivo (loro come il nostro) non è riconquistare la Champions League, ma conoscere, o meglio, intuire che fine hanno fatto questi undici desaparecidos viola. Qualcuno potrà accusarci di scarsa informazione, o ancor meglio, ci inviterà a fare un altro mestiere. Ma come, direte, "se Pasqual ha giocato (e bene) le ultime due partite, se Almiron è stato titolare a Siena non più tardi di una settimana fa, se Osvaldo subentra spesso nei finali di partita, e che dire di Semioli, anch'esso riemerso recentemente con Chievo ed Atalanta?" Tutto vero, tutto giusto, ma andate a chiedere loro se sono contenti ed appagati dal minutaggio concessogli da Prandelli nelle prime 17 partite della stagione (11 di campionato + 6 di Champions League), oppure se sarebbero disposti a rimanere a queste condizioni, anche dopo il mercato di gennaio. La nostra piccola indagine ha l'innocente pretesa di capire il perchè questi giocatori siano stati così sottoutilizzati dal mister gigliato e quali possibilità abbiano per invertire la tendenza.
Iniziamo dai casi che esulano da una precisa scelta tecnica ma che attengono a circostanze obbligate o, ancor peggio, a ragioni di salute. Il primo è, ovviamente, Martin Jorgensen, per tutti "Martino". Prandelli non si priverebbe mai del danese, vero e proprio jolly viola, buono per tutte le stagioni e sopratutto per tutti i ruoli. Per lui fino ad ora 2 presenze in campionato e 61 minuti in Champions, dei quali 45 fallimentari contro lo Steaua al Franchi. Martino purtroppo non sta bene, afflitto (sembra) da un misterioso virus che gli ha procurato febbre alta e diversi giorni di ricovero. Il suo procuratore, Ippolito Gallovich, si affanna a precisare che la soluzione è vicina. Speriamo bene perchè a Jorgensen vogliamo e vogliono tutti bene, nessuno escluso. Il portiere in seconda Storari (mettiamoci anche quello in terza, Avramov) appartiene alla sezione circostanze obbligate visto il mostro di bravura che gli fa ombra (Frey), e come lui Jefferson (ancora troppo acerbo il giovane brasiliano) e Gulan (idem come sopra anche se il centrocampista serbo è già al secondo anno di "rosa" viola). Dei giocatori semi-impiegati abbiamo già detto (e da questi abbiamo tolto, per stima, Donadel, ma anche per l'ex-capitano senza portafoglio il momento, in quanto a presenze, non è certo dei migliori), con Manuel Pasqual miracolosamente resuscitato, Semioli ormai in rampa di (ri)lancio, Almiron invece, in attesa di giudizio. Discorso a parte merita Osvaldo, che ha dato a più riprese tangibili segni d'insofferenza, e che appare uno dei maggiori candidati alla diaspora di gennaio, sopratutto (se) e con la Fiorentina fuori dalla Champions League.
Arriviamo ai casi patologici, quelli già iscritti al programma cult "Chi l'ha visto", prossimamente sui vostri schermi. Cominciamo da Ondrej Mazuch, giovane centrale difensivo cecoslovacco, vice campione del mondo under 20 due anni fa (battuto dall'Argentina del nuovo fenomeno del campionato italiano, il laziale Zarate), ormai con un passato, presente e chissà quanto futuro, nella primavera viola. Per lui due apparizioni in Coppa Italia l'anno scorso e niente più. Passiamo a Manuel Trinidade Da Costa, nazionale portoghese under 21, arrivato in viola nel gennaio 2008 e pagato 4,5 mln. di euro. Basterebbe questa cifra a far sgranare gli occhi sopratutto se rapportata all'utilizzo (eufemismo) che di lui ha fatto Prandelli. 90' minuti a Napoli ad inizio settembre e poi di nuovo in naftalina. E' evidente che per il Fabrizio Corona de' noantri la compatibilità con il tecnico di Orzinuovi sia una fallace chimera, resta semmai da capire come Corvino riuscirà a piazzare il giovane lusitano senza creare una minusvalenza da record. Chiudiamo la lista nera con N'diaye Papa Waigo. Senza essere tacciati di bieco razzismo alla rovescia, lasciateci dire che quello del senegalese è il caso che ci dispiace di più. Totalmente scomparso in questi primi quattro mesi, fu uno dei crack viola fra gennaio ed aprile della scorsa stagione con le sette presenze e i due gol decisivi realizzati contro il Torino e, udite udite!, contro la Juventus nello storico 3-2 del 2 marzo. Dopo quella prodezza (in quella partita, ricordiamo, fece anche l'assist per il gol decisivo di Osvaldo) il lento declino, fino all'attuale sparizione. Undici casi, molti dei quali diversi tra di loro, un'intera squadra di calcio in attesa di collocamento. Per loro, potendo scegliere, sarebbe preferibile un futuro a Firenze, dalle parti del Campo di Marte, se necessario altrove, però da gennaio in là. Per loro, il rettangolo verde ed un pallone che rotola, non possono più attendere.