"AMARCORD", Quel 3-3...Che spettacolo!!!
Nove finali da qui alla fine del campionato. E’ stato annunciato così il rush finale che ci auguriamo porterà la Fiorentina in Champions League, e quella di oggi pomeriggio contro la Lazio sarà la prima della serie che metterà a dura prova la resistenza della squadra viola. Fiorentina stanca, e lo ha detto anche Prandelli. Lazio, invece, reduce dalla sbornia da derby e stati d’animo apparentemente contrapposti che potrebbero tuttavia favorire i gigliati. Un buon auspicio arriva dai precedenti disputati al Franchi che ci vedono in vantaggio con 29 vittorie e sole 12 sconfitte.
Le sfide tra Fiorentina e Lazio sono state spesso teatro di spettacolo e stavolta vogliamo puntare l’orologio della nostra memoria sul 15 aprile del 2000, raccontandovi una partita giocata a ritmo di Tango. La presenza di Veron, Almeyda e, ovviamente, del Re Leone Batistuta ci hanno indotto a questo connubio fra musica e calcio, ma l’amarcord si completa con Sven Goran Eriksson, all’epoca sulla panchina laziale, che visse alla fine degli anni 80’, due eccellenti stagioni su quella viola. La prima mezzora fa da aperitivo con botta e risposta Batistuta – Nedved e vantaggio laziale alla fine del primo tempo con il gol di Boksic al 31’. La ripresa sarà il vero piatto forte dell’incontro e l’antipasto lo serve Enrico Chiesa che dopo 9 minuti pareggia su assist di Mijatovic. Lazio in disperato forcing alla ricerca di una vittoria fondamentale per il suo cammino scudetto e gran finale con Toldo e Batistuta assoluti protagonisti. 84’, atterramento di Nedved, rigore indiscutibile, e matchball sul piede di Mihajlovic che si fa parare il tiro dal portierone viola. Passano cinque minuti e l’arbitro assegna un altro rigore ai biancazzurri. Seconda chance per il difensore serbo che stavolta non fallisce. Sembra finita, Lazio motivatissima, e Fiorentina senza grandi pretese se non seguire l’orgoglio del suo Capitano. Siamo nei minuti di recupero, infatti, e con una fantastica punizione dal limite, Bati-gol sigla il 3-3 finale. All’andata fu Pazzini a decidere la partita, spinto dall’ingenuità di Ballotta. Oggi pomeriggio, ne siamo certi, saranno i 35.000 del Franchi a spingere in rete il pallone della vittoria.