VIOLA STERILE: ECCO PERCHÉ VINCENZO VOLEVA BERARDI. OCCASIONE SPRECATA CON UNA JUVE INCEROTTATA. CHE IKONÉ NON SEGNI MOLTO LO DICONO I SUOI NUMERI STORICI
Il cappello del pezzo, lo merita la coreografia: una delle più belle mai ideate dalla Fiesole nella sua storia, una risposta all’altezza della nobiltà di Firenze oltre ogni aspettativa, citare Dante Alighieri in uno stadio di calcio, spesso sentina di becerume e volgarità, marca chiaro la voglia di differenziarsi in positivo della tifoseria gigliata. Complimenti quindi. La partita invece, vede un sostanziale dominio viola, dominio onanista, sterile, poiché incapace di generare la vittoria o il pareggio, anzi neppure un misero golletto, malgrado i tiri in porta e le occasioni limpide.
Poi, legge ineluttabile del pallone, dopo le reti fallite, prevale la fortuna bianconera incarnata dalla sfortuna del viola Venuti, divenuto sponda verso il gol, per il tiro cross di Cuadrado. Finiva così, con l’incerottata e immeritevole Juventus che ipotecava la finale di Coppa Italia e la Fiorentina con le pive nel sacco. E’ il calcio, è la vita. Ma il tema cogente, e cocente per quanto brucia, è un altro:l’incapacità di segnare, pur avendo tirato in porta oltre venti volte, incapacità amaramente evidente nelle due occasioni capitate sui piedi di Ikonè e miseramente fallite. Una circostanza prevedibile e prevista?
Andiamo di repente al nocciolo: quando si decise di rinunziare, in cambio di un pacco di milioni, alla notevole dote di gol che garantiva Vlahovic, sarebbe stato doveroso tener presente che quei gol bisognava recuperarli da qualche parte. E dove altro se non dagli esterni d’attacco, visto che l’ottimo gioco dell’allenatore Italiano, si sviluppa proprio sugli esterni con energia e convinzione? Dalla sua il tecnico che già si era guadagnato la fiducia piena della società, aveva sommessamente, ma convintamente, indicato al club la soluzione, nella persona del giocatore del Sassuolo, Domenico Berardi (in 10 anni al Sassuolo 298 presenze e 107 gol, in pratica 10 reti all’anno).
Merce cara, dirà qualcuno, ma anche Vlahovic, la Fiorentina mica lo ha regalato. E poi, dopo aver incassato moltissimo, la Fiorentina poteva ben permettersi di spendere qualcosa in più rispetto ai 14 milioni di Ikonè. A proposito del quale, analizzando la gara persa con la Juve, non si possono omettere i numeri della carriera, come quelle 121 partite giocate con sole 11 reti segnate, nel Lilla, lo stesso Italiano ha detto impietosamente dopo la sconfitta di Coppa Italia: ‘Ikonè, tra Juve e la scorsa col Sassuolo, poteva fare quattro gol’, denunciando forse un limite del calciatore che riguarda le sue caratteristiche. Ma come?
Ho un allenatore votato senza requie al gioco d’attacco, sviluppato in specie sugli esterni, a metà di una stagione che sta andando molto bene, cedo il finalizzatore della squadra, l’unico grande campione che ho e che segna caterve di gol, incasso moltissimo, ma con quei soldi non do retta al mio allenatore, anche se faccio mostra di stimarlo oltre ogni dubbio, anzi vado al risparmio prendendo calciatori ( che magari cresceranno) che arrivano da altri campionati e con numeri realizzativi poco entusiasmanti? ‘Mal voluto 'unn è mai troppo’, si dice a Firenze.
L’occasione di trovare una Juve in grande emergenza sulla porta di una finale di Coppa Italia, è circostanza difficilmente ripetibile, sprecarla malgrado una prestazione gagliarda con oltre 20 tiri in porta e almeno due occasioni nitide, chiama in causa precise responsabilità che vanno ricercate nelle scelte del mercato invernale chiusosi di recente.
Veniamo invece a un aspetto positivo: sono stati 5,7 milioni gli spettatori su Canale5 che hanno seguito la partita, la Fiorentina gioca bene, diverte molto di più della blasonata Juve, e dinanzi ad una platea così grande si conquista nuovi simpatizzanti, se non tifosi, pur non vincendo, è anche così che si promuove il proprio brand e si allarga il bacino d’utenza e di conseguenza si aumenta il fatturato, investendo sulla rosa e facendola allenare da un tecnico di alto livello( magari non sarebbe male dargli retta sulle sue indicazioni di mercato).
Rocco Commisso, proprietario di una multinazionale delle telecomunicazioni, dovrebbe conoscere meglio di tutti il potere della comunicazione via etere, ma a proposito di Rocco, il patron manca da Firenze da diverso tempo ormai, rientrò di corsa in America per motivi di salute, adesso, per la versione ufficiale, continua a curarsi a casa sua, ma segue con attenzione le vicende viola, è sempre in contatto con Barone e ieri ha anche sentito Venuti per consolarlo, dopo averlo visto in lacrime per lo sfortunato autogol, per ora, vista la situazione in Europa, tra virus e guerra, non ha in programma di tornare a Firenze in tempi brevi.
L’augurio, per lui e per noi, è che stia presto benissimo, che la situazione in Europa evolva verso il sereno e che Rocco possa tornare in Italia, per prendersi cura da vicino del suo bel giocattolino.