VERETOUT & C., LE CESSIONI SBLOCCANO IL MERCATO: A MONTELLA MANCANO 5 TITOLARI. CHIESA E COMMISSO, INCONTRO A NEW YORK PER DIRSI SI’. MA ROCCO PUNTA ANCHE LO STADIO E GLI USA (PENSANDO AI DIRITTI TV)
Veretout, Vitor Hugo, Venuti. Il mercato delle cessioni si sta finalmente sbloccando, l’ora degli acquisti si avvicina. Dall’addio di loro tre, Pradè potrà mettere in cassa circa 25 milioni, un gruzzoletto niente male con il quale tentare di arrivare almeno a qualcuno dei giocatori che servono a Montella per rendere la Fiorentina competitiva sul serio. All’Aeroplanino infatti mancano almeno cinque titolari: un terzino destro, un regista, una mezzala che sostituisca Veretout (Demme?), un centravanti e un esterno d’attacco. Tanta roba. Della squadra che lavora nel bollore di Charlotte sono sicuri del posto solo Dragowski, Pezzella, Milenkovic, Biraghi, Benassi e naturalmente Chiesa, titolari a cui si potranno aggiungere giovani interessanti come Castrovilli, Sottil, Vlahovic e qualche altro.
Tonali sarebbe l’acquisto perfetto, il regista giovane e italiano a cui affidare le chiavi del centrocampo e per cui pensare anche di fare una piccola grande follia economica. Preso lui, si potrebbe pensare anche di coprire qualche ruolo con qualche vecchietto sempre valido come Llorente, oppure affidarsi alla luna di Balotelli, talento fantastico sciupato da una testa che spesso non ha ascoltato i piedi. Come alter-ego di Chiesa i nomi non mancano: sul mercato ci sono Keita, Ounas, Berardi, forse anche Verdi e sicuramente Gervinho. Ad agosto, quando i prezzi verosimilmente caleranno, uno di loro potrebbe vestirsi di viola.
A proposito di prezzi, piccola riflessione su Veretout: Pradè con Hugo è stato bravo, ha detto no al prestito al Besiktas e puntato sulla cessione (per 5,5 milioni) al Palmeiras. Con Veretout però la strategia dell’asta non ha pagato. Il Napoli ha mollato la presa molto presto, il Milan si è ritirato dopo aver offerto 15-16 milioni e Biglia. Alla fine così Jordan se ne andrà alla Roma in prestito con obbligo di riscatto per una cifra finale intorno ai 19 milioni. Non esattamente quello che si aspettava il ds. Così va il mercato comunque e non è detto che il famoso prestito con diritto di riscatto, la formula preferita dei club italiani, sempre meno capaci - Juve a parte - di mettere cash sul tavolo, non torni buono per qualche volto nuovo viola.
Anche senza acquisti comunque Rocco continua a essere in fermento. Con Chiesa chiarirà presto, a New York la prossima settimana è previsto un faccia a faccia alla presenza pure di Barone e Pradè, ma anche la Juve ormai sta iniziando a capire che la porta è chiusa. Più avanti si parlerà di rinnovo, intanto però Fede resterà il punto di riferimento del rilancio viola. Eppoi ci sono lo stadio e l’America. Il sindaco Nardella ha confessato che con Commisso si è già parlato del vecchio progetto Renzi, quello dell’area Mercafir divisa in due, con una parte dedicata al nuovo mercato ortofrutticolo e l’altra da colorare tutta di viola, tra stadio, ristoranti, alberghi, negozi, uffici e centro sportivo. L’area sarebbe più piccola di quella chiesta dai Della Valle (32 ettari contro 48), ma anche immediatamente a disposizione: è un’ottima idea, alla quale sta lavorando Michele Uva, manager Uefa nonché superconsulente di Palazzo Vecchio in tema stadio.
L’altro progetto prevede l’espansione viola oltreoceano. Commisso si è messo in testa di sfruttare Firenze per far breccia negli States, ha idee per alzare i ricavi, cercherà sponsor e visibilità e non a caso ha voluto fortemente la partecipazione dei suoi all’International Champions Cup. La grande sfida futura però sarà sui diritti tv: Mediacom, l’azienda di Rocco, vende programmi televisivi via cavo e proprio per questo non è difficile pensare che molto presto vorrà entrare sul mercato per aggiudicarsi i diritti della serie A (ora di proprietà di Espn) da trasmettere negli Usa. Sarebbe una fonte di ricavo enorme, che a cascata darebbe grande linfa alla Fiorentina.
Intanto però sta per arrivare il primo grande test per i giovani di Montella. Domenica notte c’è l’Arsenal di Emery, finalista di Europa League e imbottita di campioni. Contro il Chivas si è intravista l’organizzazione di gioco che tanto piace all’Aeroplanino, confermarsi contro i Gunners avrebbe tutto un altro gusto.