UN PARI AMARO, SPRECATA UNA OCCASIONE: I VIOLA HANNO FALLITO DAVANTI ALLA PORTA. PRENDIAMO IL BUONO: SESTO RISULTATO UTILE. PER ADESSO CI SONO SOLO TITOLARI… SERVONO LAVORO E PAZIENZA: STAGIONE COSI’…
Solo coloro che volano alto sul calcio, senza la necessaria profondità, potevano sperare in un successo facile sul Genoa: da quando è arrivato Ballardini i rossoblu si sono trasformati e hanno perso solo con l’Atalanta, per altro immeritatamente. In campionato due vittorie in trasferta a Crotone e Verona e un pari con la Roma. In Coppa Italia hanno fatto fuori il Crotone. Non solo: prima di Firenze avevano preso 11 punti su 13 in trasferta.
Tanto per spiegare che la Fiorentina aveva tutte le possibilità di vincere, ma sarebbe stato duro ottenere un successo. Infatti è arrivato un pareggio che ha quel retrogusto amaro delle sconfitte. Nella ripresa i viola hanno avuto alcune buone occasioni, la più clamorosa è stata sbagliata da Simeone, ma non hanno saputo trasformarle in gol. Hanno scagliato in direzione di Perin ben 22 palloni, ma senza sostanza. Questo è stato il limite più evidente emerso nella sfida con il Genoa. La capacità di costruire, ma non di finalizzare. I rossoblu, invece, nel primo tempo erano stati più lucidi dei viola, impegnando Sportiello in un paio di interventi.
I cambi di Pioli non hanno convinto, ma la colpa sia chiaro è di chi è entrato, non di chi ha fatto la scelta. Babacar ormai lo conosciamo, il suo più grane nemico è la discontinuità. Quando entra può rivoltare come un guanto la partita o può al contrario inabissarsi. Ieri Baba ha scelto la seconda possibilità: lo abbiamo capito quando con irritante leggerezza ha perso in mezzo al campo il primo pallone giocabile. Da quel momento è stata una lenta agonia. Non era in giornata, lui è fatto così. Pioli ha dato fiducia anche a Eysseric: per carità, il francese si è dato da fare, ma se ha intenzione di sfondare in Italia, in un campionato molto più complicato di quello transalpino, bisogna che cambi marcia. Gil Dias è stato il solito di sempre: evanescente. Il problema è capire se al netto di Babacar, gli altri due siano in grado di dare qualcosa oppure no. Pioli ha concesso loro una chance e l’hanno spesa male. A gennaio si faranno i primi conti, a giugno quelli definitivi: chi non è da Fiorentina farà le valigie. Ora l’impressione è che Pioli abbia un buon gruppo di titolari, ma con alterative abbastanza fragili.
Resta anche il rammarico perché il Milan di Gattuso - sempre più a picco - e la Samp di Giampaolo hanno registrato battute a vuoto. Così come il Toro sabato aveva perso in casa col Napoli: era un turno di cui approfittare, ma purtroppo la Fiorentina si è lasciata scappare l’occasione.
Guardiamo ora il bicchiere mezzo pieno: se ci mettiamo dentro la Coppa, i viola hanno fabbricato 6 risultati utili consecutivi, con 2 vittorie e 4 pareggi. La Fiorentina viaggia, non speditamente, ma cammina col suo passo. Purtroppo ha perso molto, ben 6 volte, ma in 11 casi (6 vittorie e 5 pari) ha portato a casa punti.
I viola sono dentro una stagione così, contraddistinta da una ricostruzione robusta e una ricerca di identità. Gli alti e bassi fanno parte del gioco, non rimane che farci l’abitudine. In attesa che i primi prendano il sopravvento sui secondi.