UN MERCOLEDÌ DAL PROFUMO EUROPEO, DA DEDICARE A EGISTO. ADV E IL FACCIA A FACCIA COI TIFOSI, CHIESA E MURIEL A CACCIA DI NUOVE IMPRESE (CON SIMEONE IN PANCHINA)

30.01.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
UN MERCOLEDÌ DAL PROFUMO EUROPEO, DA DEDICARE A EGISTO. ADV E IL FACCIA A FACCIA COI TIFOSI, CHIESA E MURIEL A CACCIA DI NUOVE IMPRESE (CON SIMEONE IN PANCHINA)

La coppa, un rivale storico, il ricordo dell’uomo che rese possibile il miracolo della Fiorentina Ye Ye, il possibile incontro tra Adv e i tifosi. A Firenze non sarà un mercoledì banale, in palio c’è una semifinale che vale tantissimo, soprattutto per una squadra che insegue un titolo ormai da una vita. La nuova, splendida coppia gol viola è la speranza di Pioli: in questo 2019 infatti Chiesa e Muriel hanno già segnato sette gol in tre partite. Una specie di manna per chi, finora, aveva proprio nella capacità di segnare il proprio tendine d’Achille. Fede a Verona è stato meraviglioso. In campo aperto, da seconda punta, diventa un portento, perché può far esplodere tutta la sua potenza e calciare da posizioni decisamente più efficaci rispetto al solito. Con Muriel poi è nato subito feeling, anche perché il colombiano parla la sua stessa lingua calcistica. Contro la Roma, una squadra fortissima davanti (con Dzeko appena ritrovato) ma vulnerabile dietro, me la giocherei con loro due lì davanti, a caccia di quelle verticalizzazioni improvvise capaci di innescare le doti da velocisti dei due gioielli viola

Simeone, semmai, potrà tornare utile a gara in corso. Muriel infatti difficilmente potrà fare un’altra partita intera, eppoi la partita potrebbe anche allungarsi ai supplementari. Volare in semifinale varrebbe un piccolo riscatto dopo qualche delusione di troppo, il modo migliore per scrivere la ripartenza viola, non solo a parole, ma anche coi fatti. I tifosi come al solito faranno la loro parte, nonostante un orario assurdo figlio dei tempi e dello strapotere delle tv, a discapito di chi, invece, dovrebbe essere considerato il vero motore della macchina calcio. 

A proposito di tifosi, Adv è in città e ha sfruttato l’occasione per mantenere la parola data e incontrare i tifosi. I rappresentanti del Centro di Coordinamento si sono confrontati per circa due ore con il patron, il presidente Cognigni, il club manager Antognoni e il responsabile della comunicazione Ferrari. Il buon mercato fatto finora fa ben sperare, ma giustamente i fiorentini vogliono sapere cos’ha in testa la proprietà, quale sia l’idea - al di là dello stadio - per far tornare la Fiorentina sui livelli che merita e per trattenere le stelle, Chiesa su tutti. Come ribadito più volte, quest’incontro non potrà in alcun modo essere decisivo, ma di sicuro potrebbe diventare un punto di ripartenza in un rapporto incrinato da tempo. Parlarsi, spiegarsi, ascoltare le ragioni degli altri, in fondo, non può che far bene. Adv ha ribadito il suo credo: autofinanziamento sì, ma anche voglia di tornare in Europa puntando su giovani talenti come Traorè e Zurkowski. I tifosi hanno preso appunti: naturalmente aspettano i fatti. La priorità oggi va alla gara con la Roma, dopo ci sarà modo di capire che cosa si sono detti ieri in tarda serata allo stadio.

Parlando della coppa, quello che preoccupa è l’incapacità viola di gestirsi e gestire i momenti della partita. Quella di Verona è stata pura follia, una squadra sopra di due gol contro l’ultima in classifica, non può farsi rimontare e rischiare così tanto. Era già accaduto con la Samp, ma anche nel girone d’andata Pioli ha subito tante, troppe rimonte. Segno che la Fiorentina è ancora immatura e preda di insicurezze che esaltano i suoi limiti. La Roma, come si sa, ha un potenziale da Champions e Zaniolo (ahinoi) è il valore aggiunto: mi aspetto spettacolo, gol e brividi. Fortuna allora che là davanti ci sono quei due e che il cuore e l’orgoglio, le armi che fecero rialzare tutti dopo la tragedia di Davide, sono tornati protagonisti. Spensieratezza, entusiasmo e un pizzico di lucida incoscienza: come direbbe Egisto, la Roma si può battere così. Proprio lui, Pandolfini, fiorentino di Lastra a Signa e nato nello stesso anno della Fiorentina (il 1926), creò dal nulla il mito della Ye Ye, scoprendo talenti come Picchio De Sisti e puntando tutto sul settore giovanile. Ieri se n’è andato a 93 anni: dopo Fantappiè, la Fiorentina perde un’altra leggenda. Onorarlo in una grande serata dal profumo europeo, sarà doveroso.