TRE PUNTI DI GHIACCIO: PRIMA VITTORIA DEL 2018 AL FRANCHI MA CI SONO SEMPRE TROPPE INCERTEZZE. MALE L’ATTACCO: CERCASI LO SPECCHIO… RIMEDIA LA COOPERATIVA DEL GOL: IL TERZINO BIRAGHI DODICESIMO MARCATORE
Il vernacolo fiorentino ci aiuta a spiegare cosa rappresenti la vittoria sul Chievo, la Fiorentina ha asciugato un bucato… Prendiamoci il risultato, salutando la prima vittoria in casa del 2018. Era dal 3 dicembre che i viola non staccavano il biglietto da 3 punti (un pingue 3-0 al Sassuolo): da allora 3 pareggi e 2 sconfitte. Da registrare la difesa finalmente non perforata: non accadeva dal 22 dicembre a Cagliari.
Prendiamoci anche il dodicesimo marcatore stagionale: Biraghi. La cooperativa del gol comunque funziona, il gioco è democratico, distribuisce i marcatori nel tabellino. Inseriamo anche la classifica: una posizione in più, Fiorentina decima, ultima nella prima pagina. Siamo a rallegrarci di questo? Per carità, ma non resta che segnalare i piccoli passi.
Nel bicchiere mezzo vuoto inseriamo altri elementi. Cominciamo dalla partita, come spesso capita, dai due volti: i viola sono entrati benissimo nelle pieghe della gara, con Biraghi protagonista prima al tiro, reattivo Sorrentino, e poi al gol, gran bel gol, non c’è dubbio. Il Chievo non passava la metà campo e i viola, nel frigorifero del Franchi, si facevano accompagnare dal vento gelido che scendeva da Fiesole. Segnali di cedimento non c’erano, se non un’altra occasione gettata in curva da Falcinelli. Gli occhi erano puntati sulla sua coesistenza con Simeone. L’argentino è sembrato però avvitato su stesso, come bloccato da un fantasma, quello del gol che manca da troppo tempo.
Bene Astori nell’assist a Biraghi e anche nel lancio lavorato da Simeone che poi purtroppo Falcinelli ha fallito. Ma il primo tempo non autorizzava ad aspettarsi una ripresa così diversa per i viola, che hanno concesso senza motivo una parte di campo al Chievo. Tanto che il possesso palla alla fine è stato di 54 per cento del Chievo contro il 46 della Fiorentina. Sono stati i viola ad invitare il Chievo ad esporsi, non il contrario. Il vento questa volta ha remato contro la Fiorentina. Eppure il Chievo non vinceva in trasferta da settembre col Cagliari, da allora prima di oggi 7 sconfitte e 2 pari, come a dire che non si mostrava come avversario duro da superare.
La Fiorentina ha scelto di giocarsela peggio e in contropiede, correndo cosi dei rischi. I veronesi con Radovanovic, bravo Sportiello, poi con Castro di testa, quindi con una deviazione di Hugo, sempre lucido Sportiello, sono stati pericolosi. Anche perché la palla stazionava prevalentemente ai 40 metri viola. Eppure, nonostante un gioco peggiore rispetto alla prima fase della gara, la Fiorentina ha creato altre chance per segnare: intanto ha realizzato con Benassi su corner, ma era in fuorigioco. Quindi Falcinelli ha sparato altissimo un nuovo pallone, su tocco di Benassi. Dopo c’è stata una ghiotta possibilità per il Cholito, ma Simeone in tuffo di testa ha appoggiato la palla tra le braccia di Sorrentino. Ci ha provato anche Veretout con un ottimo tiro, ma è stato più abile il portiere del Chievo a deviare. Infine Gil Dias appena entrato, al posto di Chiesa, ha impegnato duramente Sorrentino. Il portoghese qualche secondo dopo è stato efficace nel salvare in area viola una situazione critica.
Morale: la Fiorentina non può essere accusata di non fabbricare occasioni da gol, sotto processo semmai ci sono gli attaccanti quantomeno la fase offensiva. Detto che facciamo un grande in bocca al lupo a Diego Falcinelli nella speranza che l’infortunio non sia grave, la sua prova e quella di Simeone non possono essere giudicate positivamente. Ci sono i numeri a inchiodare la manovra dell’attacco viola: la Fiorentina ha tirato 14 volte in porta contro le 5 del Chievo, ma nello specchio il confronto è 5 a 2. Dunque, la precisione dei tiri è stata del 45,5% per gli uomini di Pioli contro il 66,7 per cento del Chievo. I dati confermano una triste tendenza della Fiorentina. L’argomento è già ampiamente dibattuto. Per far gol bisogna indirizzare il pallone tra i pali, poi vediamo quello che accade. Pioli dovrà lavorare tanto con i suoi attaccanti, sempre auspicando che non sia un problema di spessore. In tal caso sarebbe il mercato a finire sul banco degli imputati.
Un anno di transizione, una stagione da metà classifica, se ci pensiamo tutto torna con il piano di drastico ridimensionamento estivo. La società aveva questi programmi, la Fiorentina viaggia in linea con le aspettative. O no?