TRE MESI CHE RESTERANNO NELLA STORIA VIOLA. I SEGRETI DI UN GRUPPO CHE STA SFIDANDO IL CALCIO. BIRAGHI, CAPOLAVORO PIOLI. BADELJ SEMPRE PIÙ VICINO AL SÌ. PEZZELLA, TUTTO OK COL BETIS. CAGLIARI, IL TIFO VIOLA DEVE SPINGERE I RAGAZZI ALL'IMPRESA EL
A volte ripenso a quella maledetta domenica di fine gennaio quando la Fiorentina perse in casa con il Verona. Furono giorni difficili, dodicesimo posto in classifica, il Bologna dietro a un punto, il rischio di veder franare tutto. Giorni talmente difficili che Diego in persona decise il blitz nel ritiro della Fiorentina a Bologna, lui e Andrea vicini dopo mesi e mesi, per scuoterla, per capire, per ridare un senso, per cercare di fermare la caduta e far capire a questi ragazzi che non erano "una squadra di nessuno". In tre mesi è cambiato tutto. E’ cambiato il mondo.
E se è vero che in mezzo c’è una domenica ancora più maledetta, la più maledetta di tutte, il quattro marzo, è anche vero che quello che sta succedendo alla Fiorentina è qualcosa che va oltre ogni tipo di valutazione e di immaginazione.
Intanto questa squadra è già nella storia viola. Fra molti anni si parlerà ancora di questa Fiorentina che è diventata l’esempio di cosa può fare lo sport e cosa può dare un gruppo, degli effetti che può produrre uno shock collettivo come quello vissuto da questi ragazzi. Nessuno è più come prima. Tutti sono più forti dentro e quindi anche fuori. L’insieme di tante teste, di tanti cuori e di tanti muscoli, uniti per un ideale e un obiettivo, "onorare il capitano", ha prodotto una sorta di fusion che ha trasformato una squadra tecnicamente modesta e un gruppo normale, in una cosa sola, forte, coesa, unita. Fatta d’acciaio, d’adrenalina, di volontà.
Oggi la Fiorentina è una testuggine. In certi momenti questi ragazzi si credono Invincibili, non hanno paura di nessuno perché li sorregge un obiettivo più forte di tutti e di tutto. Non è una magia, ma un processo psicologico raffinato che un po’ si è prodotto spontaneamente dopo la tragedia e un po’ ha come regista Stefano Pioli che prima ha trovato la forza per diventare un punto di riferimento morale e poi ha saputo coagulare il gruppo. Ora il legame è indissolubile. Pensate a cosa succede in campo. Guardate i video che circolano in rete dei festeggiamenti. Studiate i comportamenti settimanali, il ritmo lavoro-tempo libero. Le cose fatte insieme, i tempi giusti, la spontaneità, la concentrazione.
Nello sport non è un fenomeno nuovo in assoluto. Anche nel calcio queste fusion anomale ci sono state e ci saranno. Mi viene in mente il Leicester di Ranieri, forse l’esempio più recente. Una squadra che forse era la decima per valore nella Premier che si trova dentro una situazione favorevole, si ritrova nelle idee e nel modo di giocare "diverso", italianista, del suo allenatore, funziona, comincia a vincere, si esalta, diventa una sfida, un tutt’uno e non si ferma più. Tutti uniti da un altro shock, questa volta positivo. Anche quel Leicester a un certo punto era Invincibile con dentro l’idea fortissima di un obiettivo comune che ha trascinato tutti, la società, la città, i tifosi. Tutti uniti nella stessa direzione, tutti positivi, tutti Invincibili.
Questa è oggi la Fiorentina. E attorno alla squadra si sono coagulate la società, la città, i tifosi, tutti con lo stesso obiettivo: conquistare l’Europa League per onorare il Capitano.
Si spiega soltanto così la metamorfosi della Fiorentina. Pensate anche alla partita di Genova. Una partita già persa, quasi segnata. E invece no, la Fiorentina non ha accettato di tornare nella sua normalità, a un certo punto della partita si è ribellata, si è aggrappata all’obiettivo, alle motivazioni. E dieci minuti di assoluta furia agonistica hanno fatto tornare Invincibile la Fiorentina. E’ più o meno questa la storia degli ultimi due mesi.
A tutto questo dobbiamo unire anche il lavoro fatto sul campo, l’umiltà, la cultura del lavoro, la voglia di migliorarsi tutti i giorni che uniti alle fortissime motivazioni hanno consentito a tutti di crescere. Certo, i limiti non si cancellano e per qualcuno torneranno, questo va messo in conto, ma ci sono dei giocatori letteralmente trasformati.
Mi piace citare Cristiano Biraghi e non perché ne ha parlato Pioli. Avevo criticato l’ingaggio di questo ragazzo, era retrocesso con il Pescara, aveva giocato in una difesa colabrodo che prese più di ottanta gol. Diciamolo: fu una scelta della disperazione di un mercato sbagliato. Biraghi e Laurini, due terzini di squadre retrocesse, ma come si fa? Non s’era trovato di più e di meglio, il mercato stava chiudendo. Ora qualcuno viene a dire che Corvino è stato lungimirante e mi viene da sorridere. Al massimo è stato fortunato. Però, per onestà, devo ammettere che mai avrei pensato che Biraghi potesse crescere fino a diventare non un fenomeno, ma un giocatore che nella rosa della Fiorentina ci può stare. Bravo lui a capire che questa era un’occasione, a lavorare, a seguire Pioli nel gioco che ha dato alla Fiorentina. Se ripensiamo a cos’era Biraghi, a certe prestazioni, di strada ne ha fatta. Di strada ne hanno fatta tutti. Non resta che cavalcare l’onda, far parte della Testuggine fino a quando l’obiettivo sarà ancora possibile.
Resto convinto che dopo, quando questo gruppo tornerà alla realtà, dovranno essere fatti almeno quattro acquisti importanti e un buon numero di cessioni di giocatori non da Fiorentina per puntare più in alto, ma adesso le energie positive devono aiutare nell’impresa dell’Europa League ancora possibile.
Domenica con il Cagliari mi auguro di vedere trentamila persone. Uno stadio tutto viola. In fondo questo gruppo merita l’ultimo tributo della stagione. Lo ripeto, questa Fiorentina è nella storia per quello che ha subito e per quello che ha dato. Ha scritto una pagina indelebile e va ringraziata con l’affetto che solo una tifoseria come quella viola sa dare. Mi immagino un gol, penso ai brividi dell’ultimo saluto militare con la mano sulla fronte, davanti a tutto lo stadio. Sarebbe bello.
Sarebbe bellissimo se Badelj decidesse di restare anche se questa benedetta Europa League non dovesse arrivare. Ci pensa, lancia segnali, è combattuto. Ma oggi il sì è molto più vicino di quanto non si possa credere. Aspettiamo fiduciosi la fine della stagione. Nel frattempo un’altra casella è andata a posto: Pezzella. Il giocatore ha detto alla società che vuole fortemente rimanere, è stata comunicata la decisione al Betis Siviglia, la Fiorentina ha così deciso di far valere l’opzione del riscatto per circa dieci milioni di euro. Il giocatore li vale.