SPINA DORSALE, VIOLA DA COSTRUIRE. PORTIERE, DIFENSORE, MEDIANO E PUNTA. LA FIORENTINA DEVE RIPARTIRE DA LI’: PIU’ CHE I NOMI SERVONO I COGNOMI… EUROPA: IL MERCATO VA FATTO A PRESCINDERE

24.06.2023 10:40 di  Mario Tenerani   vedi letture
SPINA DORSALE, VIOLA DA COSTRUIRE. PORTIERE, DIFENSORE, MEDIANO E PUNTA. LA FIORENTINA DEVE RIPARTIRE DA LI’: PIU’ CHE I NOMI SERVONO I COGNOMI… EUROPA: IL MERCATO VA FATTO A PRESCINDERE
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Era una vecchia regola, ma nonostante l’avvento degli algoritmi - oltre ad un plotone di improvvisati del pallone -, sembra resistere all’incedere del tempo. Una squadra si costruisce sulla spina dorsale: portiere, centrale difensivo, un centrocampista leader e attaccante puro. Fatta questa il resto viene da sé e si aggiusta. La Fiorentina dovrebbe o vorrebbe affidarsi a questo saggio principio. 

Terracciano rimane perché è un portiere affidabile: in tanti purtroppo lo criticano, mentre gli addetti ai lavori lo elogiano. La verità è che di portieri dovrebbero parlare solo i portieri…ma il calcio è di tutti. Terracciano è affidabile e per questa ragione allenatore e società hanno deciso di confermarlo, ma gli affiancheranno un altro numero uno, magari più forte. Intanto per avere la porta blindata e poi perché se il concetto guida è migliorare, la Fiorentina ha necessità di rinforzare il ruolo. Vicario, purtroppo, è sfumato: si era inserita l’Inter, è sbucato il Tottenham. Cose che succedono. Guardate Tonali: si è presentato il Newcastle, governato dagli arabi del fondo PIF - capacità economiche sontuose - e tanti saluti alle luci di San Siro. Gli inglesi comandano, sono il primo campionato al mondo e se poi alle spalle ci sono gli sceicchi, non ce n’è per nessuno. E allora? Falcone potrebbe essere un obiettivo. Ma chi volesse o potesse spendere potrebbe fare un tentativo con Carnesecchi. Mica male il prodotto di casa Atalanta. 

Il difensore centrale è un’altra roba seria, articolo da non sbagliare, mai. Igor va via, Quarta forse. Chi entra? Chiacchierato il nome di Hien del Verona. Un altro è Baschirotto che a Lecce ha fatto la differenza pur trovandosi nei dilettanti fino a pochissimo tempo fa. Una strada alternativa è rivolgersi al mercato estero. 

A centrocampo parte Amrabat anche se fino ad oggi nella Liga non è stata trovata una soluzione. Può rimanere? Certo, il contratto non gli manca, ma Italiano vuole cambiare e ha ragione: quando un calciatore, Amrabat ha cominciato a gennaio, si mette in testa l’idea di andarsene, è perso e a quel punto va lasciato libero per la sua strada. Chi al suo posto? Occorre uno forte perché il marocchino ha avuto un rendimento alto: Hjulmand del Lecce per noi resta il preferito, ci ha pensato anche la Fiorentina, altrimenti Schouten del Bologna sarebbe un bel colpo

Il centravanti è importantissimo: ballano i soliti nomi, da Nzola a Dia. Uno dei due andrebbe benissimo. Anche l’italo argentino Retegui vanta estimatori. Il reparto offensivo viola aumenterebbe il proprio peso specifico. 

Più che i nomi di mercato, servono i cognomi… La Fiorentina non può immaginare di migliorare, augurandosi un destino diverso e migliore, senza investire. I giocatori che arriveranno dovranno assicurare un sicuro salto di qualità altrimenti sarà tutto inutile. Non cifre folli, nessuno chiederebbe al presidente viola di esagerare, ma nemmeno di star lì a pesare le operazioni col bilancino del farmacista. Si parla di un aumento del listino abbonamenti, ci può stare perché tutto va aggiornato però una richiesta del genere va riconvertita in un maggiore impegno sul mercato. Tutto deve essere consequenziale. 

Tifosi e società sono in attesa degli sviluppi del caso Juventus: i bianconeri saranno estromessi o no dall’Europa? Ad oggi è rischioso sbilanciarci su una soluzione, dovremo attendere la fine del mese. La Fiorentina, però, dovrebbe porre in essere una campagna acquisti buona a prescindere dal verdetto che riguarderà la Juventus. Non dimentichiamo che pochi giorni fa si è conclusa una stagione positiva per la Fiorentina, due finali raggiunte. Non vinte, ma conquistate. Vi par poco? Ecco, tutta questa bellezza sarebbe spazzata via se il presidente scegliesse la strada della conservazione e non dell’investimento.