SBADIGLIANDO VERSO IL BARATRO
Tutti fanno tabelle ed una tabellina l'avevo fatta anche io, prevedeva tre punti a Roma la settimana scorsa e zero con l'Inter questo weekend. Le tristi vicende di cui sappiamo hanno giustamente portato alla stop del campionato e, cosa meno importante, allo stravolgimento del senso della mia tabellina. Francamente guardando la formazione che si accinge ad affrontare l'Inter ed il 3-7-0 a cui è costretto Delio Rossi mi verrebbe da confermare la previsione iniziale, mentre non saprei più dire niente su cosa accadrà mercoledì prossimo nel recupero dell'Olimpico. Fermarsi quindici giorni in una fase così delicata, e decisiva, della stagione può ingenerare situazioni imprevedibili. Trovo ad esempio che questa sosta abbia fatto malissimo al Lecce, che era la squadra più in forma del lotto, e che oggi potrebbe invece stupire in negativo (non ne sarei sbalordito) e invece potrebbe aver fatto benissimo al Genoa, una squadra alla deriva, che con una settimana in più di terapia Malesani potrebbe anche essere tornata accettabile. La domanda è, cosa avrà fatto alla Fiorentina? Dovendo giudicare dall'esterno e dalla piattezza di queste due settimane ci sarebbe da lasciare questo spazio bianco e aspettare gli eventi del campo. Gli unici eventi che ci hanno strappato dal torpore sono stati gli infortuni di Vargas e Jovetic. Riguardo al peruviano dubito che lo vedremo ancora con la maglia viola a coprirgli le rotondità, per quel che concerne il montengrino che dire. Dovesse star fuori sarebbe l'ottava volta su 32 gare, significa che una volta ogni tre Jo-Jo ha qualcosa. Significa, nonostante tutte le belle cose da lui fatte in questa stagione che, per un'intera stagione non ci si può ancora contare e se non ci si può contare per un'intera stagione appare eccessivo e prematuro definirlo campione, più consono considerarlo un progetto di campione, imbottito di talento ma fragile dal punto di vista muscolare. Non offrendo niente la squadra, perennemente chiusa nel fortino triste dei campini, in attesa di capire, dalla visita di Andrea, lo stato d'animo della proprietà e di sapere se nelle prossime settimane qualche uomo di calcio varcherà la porta della sede viola, la città attende l'ineluttabile verdetto del campo. Per uscire da questa situazione la mossa su cui al momento mi sentirei di puntare con maggior ottimismo è un nuovo intervento di Diego Della Valle. Arrivasse Diego e tenesse un'ulteriore, anche più veloce, lezioncina alla squadra sarei contento perché, onestamente, credo che il lato B di Diego (inteso come fortuna ovviamente) possa essere l'arma più concreta per evitare la B, quella vera. Non vedo molto altro. Auspicherei che, nel momento in cui mi gioco tutto, stessero fuori quegli elementi che tutto non si stanno giocando e quindi terrei fuori Montolivo. Lo dico e penso che l'alternativa è Kharja che, come l'altro, non si gioca proprio niente e mi vengono mille dubbi. Vorrei stesse fuori Natali per lo stesso motivo e per i molti plateali errori dell'ultimo mese ma poi mi rendo conto che è proprio lui, insieme a Nastasic, l'attaccante più pericoloso che ha Rossi. Vorrei non giocasse Cerci perché questo prendi e molla a seconda delle convenienze è ridicolo (faccio però i complimenti, sul serio, alla professionalità con cui il ragazzo ha reagito alle tantissime critiche) ma, al netto degli infortunati, la sua presenza diventa quasi essenziale per poter giocare in undici (ma io punterei comunque su Zohore), vorrei tante cose ma mi accorgo che, sempre, c'è una controindicazione frustrante. In tutto questo macello invidio da impazzire colleghi e tifosi che vedono, sempre e ancora, un Della Valle pronto a rilanciare, un presidente presente come non mai, una squadra pronta ad essere rifondata, una società che sta analizzando in ogni dettaglio i candidati alla carica di diesse, una squadra che rinascerà più competitiva dalle ceneri di questa stagione. Io questi amici che ogni tanto ascolto, leggo e incontro li invidio perché, sinceramente, li considero dotati di capacità di preveggenza superiori alle mie. Beati loro.
Leonardo Petri
giornalista di Canale10