PRANDELLI È PREOCCUPATO, LA SQUADRA SI SQUAGLIA COME NEVE AL SOLE. FIORENTINA IN ZONA ROSSA, URGE UNA TERAPIA D’URTO. ANCHE DELLA SOCIETÀ. E INTANTO NASCE ANCHE IL BABY VIOLA PARK
È preoccupato Cesare Prandelli, e a questo punto è giusto esserlo sul serio. La volontà non manca, ma la squadra non risponde. Soprattutto nel momento del bisogno. Basta un episodio negativo infatti, per bloccare la Fiorentina, per smettere di giocare e far riemergere fantasmi. Sarà un cammino lungo quello che porterà fuori dalla crisi, perché nessuno si immaginava di finire di nuovo in fondo alla classifica, nessuno poteva pensare di rivivere il recente passato fatto di stenti e delusioni. L’amara realtà invece parla della peggiore Fiorentina nell’era dei tre punti, di una squadra che non segna da 400 minuti e che corre meno di tutti in Serie A.
Se la Toscana sta per uscire dalla zona rossa insomma, i viola ci sono finiti con tutte e due le scarpe. E con pieno merito, purtroppo. I tifosi non ne possono più e infatti, pur in tempi di Covid, si stanno facendo sentire: “Fuori gli attributi”, urlava lo striscione appeso sotto la Fiesole ieri. Fossimo stati fuori dalla pandemia, sai che contestazione sarebbe partita. Allo stesso tempo però la curva piena lunedì prossimo sarebbe stato uno splendido motore per spingere la squadra verso la vittoria: non potendo contare sulla gente, la Fiorentina invece dovrà trovare in sé stessa la forza per uscire da questo tunnel. Il valore della rosa, ci sono pochi dubbi, è molto superiore rispetto alla tristezza attuale. Manca un cecchino d’area, è vero (il miglior marcatore è di gran lunga Castrovilli con 4 gol, gli altri sono fermi a uno, oppure ancora devono sbloccarsi), ma le potenzialità sono ben diverse rispetto al quartultimo posto attuale. È un problema di testa dunque e sta ad allenatore e società trovare le chiavi giuste per rompere l’incantesimo. La squadra gioca con paura, non ha fiducia in sé stessa e anziché sfidare le difficoltà, si nasconde. In questo modo si rischia il tracollo, perché oltre a non segnare, Pezzella e compagnia prendono gol con facilità disamante. Prandelli sta lavorando su questo, sta provando a dare certezze tattiche per restituire un briciolo di serenità, sperando che col Genoa, in quello che sarà un vero e proprio scontro diretto, gli episodi diano una mano.
Ancora una volta però va ribadito che Cesare non è un traghettatore. È un insegnante di calcio, un programmatore al quale affidarsi per un futuro migliore. Ma non può essere l’uomo che prende in mano una squadra terrorizzata e la toglie dall’inferno in un paio di settimane. Se Prandelli è stato preso solo per questo, è un’altra scelta sbagliata. Se invece avrà il tempo per entrare nella testa dei suoi, alla fine i risultati arriveranno. Il calendario adesso mette di fronte la Fiorentina ad un mese terribile, con due turni infrasettimanali e avversari tosti sul suo cammino. Ma visto che con le piccole sono arrivati flop continui, tanto vale tentare di rialzarsi in altro modo.
A inquietare semmai c’è che ogni singolo giocatore viola non sta rendendo come potrebbe. Tutti sono sottotono, inferiori alle possibilità oggettive, come bloccati da chissà cosa. Sento parlare di mettere fuori Ribery, di Callejon pensionato, di Amrabat come flop. Non scherziamo, se nessuno rende come potrebbe, significa che i motivi sono da cercare altrove. Per svoltare non può bastare cambiare un uomo o due, non è una questione di formazione o di moduli. Urge andare fino in fondo, e urge non lasciare Prandelli solo in questo compito. Sta anche alla società fare le proprie mosse, perché finora il lavoro fatto alle scrivanie viola non convince per niente. Il mercato, come già ribadito in queste settimane, è ancora lontano. Pensiamo all’oggi, a come uscire alla melma e far rinascere dalle sue ceneri la Fiorentina, come un’Araba Fenice colorata di viola che finalmente diventi degna di sé stessa.
Commisso nel frattempo lavora anche per il futuro. E mentre sul Franchi si addensano le solite nubi figlie della burocrazia, a Bagno a Ripoli sta per essere ufficializzata un’altra novità: sul campo della squadra del piccolo comune fiorentino, nascerà una specie di baby Viola Park. La Fiorentina infatti ha fatto un accordo per far allenare tutte le sue squadre più giovani sullo stesso terreno, a meno di 500 metri dal nuovo centro sportivo. È il segnale che si vuol costruire qualcosa di buono, partendo dalle fondamenta. Adesso però bisogna togliersi dalle sabbie mobili. Questa squadra non c’entra nulla con la lotta per non retrocedere e personalmente resto convinto che presto si sbloccherà. Le parole però non servono a molto. Dopo tanti schiaffi, ora serve solo reagire.