PER LA CLASSIFICA E L’ORGOGLIO. ESAME DIFESA CONTRO IBRA. TORNA PIOLI, UN UOMO PER BENE. CHIESA E VLAHOVIC, POI CUTRONE. IACHINI, IL DODICESIMO UOMO
Alla Fiorentina servono punti, prima di tutto, ma pure conferme. La sfida col Milan è come una grande scatola, dentro ne trovi altre. I rossoneri fanno un altro campionato, forse non riusciranno ad andare in Champions - a 14 giornate dalla fine 10 punti dall’Atalanta sembrano tanti -, ma l’Europa League è a portata di mano. I viola, invece, corrono per salvarsi prima possibile e per evitare fastidiosi, più che altro pericolosi, contrattempi. La vittoria di Genova ha portato ossigeno e un po’ di autostima, ma pensare che l’allarme sia cessato sarebbe errore imperdonabile. Alla Fiorentina mancano 12 punti alla zona sicurezza e anche se il Milan non rappresenta uno scontro diretto, l’occasione è comunque prestigiosa. Ci sarà uno stadio, stasera, pronto a spingere i viola e desideroso di godersi una notte di successo. Già questo sarebbe un buon motivo per sgambettare il Milan. Non solo: un trionfo contro i rossoneri darebbe una botta di autostima in stile vittoria al San Paolo. E infine, i punti presi quando è più difficile conquistarli ti aiutano a giocare di slancio contro le squadre più abbordabili.
Ma come detto sarà dura per la Fiorentina. Il Milan nel 2020 tra campionato e Coppa Italia ha giocato 10 gare e ne ha persa solo una, quella con l’Inter in un derby da consegnare alla storia con la clamorosa rimonta di 4 gol dei nerazzurri. Il Milan ha giocato in quell’occasione un primo tempo da favola e un secondo da latitante. Resta il fatto però che l’inizio dell’anno sia stato molto positivo per i rossoneri, cosa che non si può dire per la fine del 2019 quando l’Atalanta ha calato la cinquina contro la formazione di Pioli. Ma da allora sono cambiate le dinamiche in campo, grazie soprattutto all’arrivo di Ibrahimovic. Non sono stati tanto i 2 gol segnati da Ibra, quanto la sua capacità di trasformare la squadra. Un ingresso taumaturgico quello del gigante svedese.
Per la difesa viola sarà un bell’esame contro il fuoriclasse del Milan. Ci vorrà una grande attenzione, senza dimenticare l’ex viola Rebic già in rete 5 volte. Caceres a Milano in coppa ha montato una guardia concreta su Lukaku, non è escluso si possa ripetere su Ibra. Ma ci saranno anche Milenkovic e Pezzella. Poi toccherà al centrocampo, fuori Badelj (per squalifica) dentro Pulgar, cercare di tagliare le linee di passaggio per l’attacco rossonero.
Tornerà Pioli a Firenze per la prima volta da quell’aprile tumultuoso quando una dirigenza viola allo sbando non ebbe vergogna nel vergare un comunicato modello Borgorosso che costrinse alle dimissioni Stefano. Lui che l’anno prima, dopo la scomparsa di Davide Astori, era diventato il punto riferimento di uno spogliatoio frantumato dal dolore. Pioli che aveva sfiorato addirittura l’Europa e che da persona bene qual è aveva cercato di andare incontro ai voleri di un club ormai a fine corsa, piuttosto che cercare lo scontro per un mercato discutibile.
Pioli con un passato di 6 anni da calciatore a Firenze, cinque dei quali condividisi con Beppe Iachini, con il quale aveva giocato anche a Verona per un biennio: risultato finale ben 7 anni passati fianco a fianco. Oggi si abbracceranno due vecchi amici.
Chiesa e Vlahovic, salvo sorprese, partiranno titolari. Stanno bene in questo momento, ancora meglio se impiegati assieme. Ma anche Cutrone tiene tanto a questa partita, lui vecchio cuore rossonero, con il poster di Inzaghi in camera, cresciuto nella cantera del Milan. Cutrone sogna di fare un dispetto alla sua ex squadra che non ha creduto in lui fino in fondo. Possibile una staffetta con Vlahovic in corso d’opera.
Iachini è già in partita da ieri, quando ha spiegato cosa significhi Firenze per lui. Ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera da allenatore, un percorso costellato di sacrifici enormi e alcuni successi tangibili. Quattro promozioni, salvezze faticose, record di segnature e giovani rampolli cresciuti a pane e gol, vedi Dybala e Icardi su tutti. Solo i risultati giudicheranno Iachini alla fine di maggio, ma Beppe sta lavorando non solo per salvare in fretta la Fiorentina, per plasmare questi ragazzi, per la riconoscenza nei confronti di Firenze e della sua gente, ma anche un po’ per se stesso. Non lo dirà mai, troppo umile il suo carattere, ma Iachini sogna finalmente una grande chance in una piazza prestigiosa. Firenze, appunto.