PER CHIESA JUVE E INTER NON HANNO 70 MILIONI, GIOCATORI IN CAMBIO. PIATEK-KOUAMÉ IN VIOLA: ECCO IL PIANO. MA IL MERCATO SI FARÀ A SETTEMBRE. STADIO: ROCCO ASPETTA TRE MESI. FRANCHI, BRUTTI SEGNALI DA ROMA. DIFFICILE CAMBIARE LA LEGGE
Continuo a sentir dire (tra le altre) che la Fiorentina prenderà Belotti e la cosa mi fa piacere perché impossibile per impossibile potrebbe anche accadere che un giorno o l’altro Belen si innamori di me. Del resto “Mai dire mai”, consigliava il filosofo del nulla. Una cosa comunque è certa, quest’anno andare avanti così per tutta l’estate la vedo durissima e visto che il mercato comincerà soltanto a settembre prepariamoci al peggio o al meglio a seconda dei gusti: tre mesi di supercazzole che neanche Amici miei. Detto questo, anche se il mercato è lontano e restano dodici partite da giocare, qualcosa però, come vi abbiamo detto, si sta muovendo per capire e programmare. E anche Pradè ha già allacciato contatti e sondato possibili operazioni fattibili da concretizzare al momento opportuno (non Kumbulla). La strategia per rafforzare la Fiorentina è fatta da tempo, i nomi verranno.
Per l’attacco ora come ora l’idea più forte è quella di ricomporre in viola la coppia Kouamè-Piatek che in cinque mesi di Genoa ha fatto cose straordinarie. Il polacco riuscì a segnare 19 gol in ventuno partite ufficiali con la maglia rossoblù e pensare di ritrovare Kouamè come spalla stimola anche lui, è un modo per provare a rilanciare una carriera bruscamente interrotta. Piatek, infatti, dopo il crac con il Milan, non è riuscito a far bene neppure all’Hertha Berlino dove è arrivato nel gennaio scorso. Poche presenze e ancora meno gol: soltanto tre. Pradè che si muove molto bene con la Polonia (bei colpi al tempo della Samp) ha messo in moto i suoi contatti e il giocatore sarebbe contento di rimettersi in gioco in una grande piazza e con il compagno ideale. All’Hertha è stato proposto un prestito con riscatto nel 2021 a 25 milioni e per i tedeschi potrebbe essere un’operazione interessante. A quelle cifre ora Piatek non si può vendere, è svalutato. Se invece si rilancia in viola e torna ai livelli del Genoa (valeva 40 milioni), la Fiorentina avrebbe trovato il bomber che cerca mentre i tedeschi potrebbero recuperare quasi tutti i soldi spesi con il Milan. L’unico scoglio, al momento, è l’ingaggio molto elevato, attorno ai quattro milioni di euro, che la Fiorentina non vuol pagare. Si cerca di capire come ammortizzare un contratto lungo fino al 2025, ma il tempo non manca.
Altro tema vivo è il futuro di Chiesa. La ripresa del campionato sposta in avanti di due mesi tutti i ragionamenti tecnici, ma non sposta i problemi economici. Rocco ha detto a più riprese che se Chiesa vuole andar via dovrà portare una cifra adeguata nelle casse della Fiorentina, cifra che, traducendo, si aggira attorno ai 70 milioni. La Fiorentina ha in mente soldi cash, l’idea è quella di non accettare giocatori e qui il discorso si arena. Sia la Juve che l’Inter hanno già fatto sapere che in questo momento non possono spendere certe cifre. Sì, anche la Juve. I bilanci sono diventati difficili, c’è un monte ingaggi elevatissimo e i problemi veri Sarri li ha a centrocampo. Saranno spesi proprio in mezzo al campo (Zaniolo) i denari disponibili. Chiesa piace molto, è l’ideale nel 4-3-3, ma quando la trattativa entrerà nel vivo, i bianconeri hanno intenzione di offrire poco cash e 2-3 giocatori da scegliere fra Mandragora, Romero o Rugani. Più o meno lo stesso discorso lo fa l’Inter con una aggravante. Conte vuol continuare con il 3-5-2 e per caratteristiche tecniche Chiesa non sembra la spalla ideale per Lukaku (se Lautaro partirà) e non può fare l’esterno a tutta fascia, perderebbe tanto della sua esplosività. E allora? Non resta che aspettare a allargare l’orizzonte. Ma Chiesa accetterà l’estero e il corteggiamento (ad esempio) del Manchester United? Difficile. Questo è l’anno che porta all’Europeo, Federico vuol giocare con continuità e sotto gli occhi del Ct Mancini. Va a finire che resterà alla Fiorentina e rinnovare potrebbe essere la soluzione più vantaggiosa per il club e il giocatore, rimandando tutto all’estate della normalità ritrovata, il 2021.
Ma più del mercato, di questi tempi la priorità vera della Fiorentina è la vicenda stadio. Prima di virare decisamente su Campi, Rocco ha deciso di aspettare le mosse del comune di Firenze per non più di altri tre mesi. Vuole fatti concreti e proposte ancora più concrete. Soprattutto gli hanno promesso che la legge e le normative sullo stadio Franchi potrebbero cambiare radicalmente nel giro di poche settimane facendo così rientrare in gioco la prima opzione del restauro del vecchio comunale. Sarà vero? A Firenze s’è rimesso in moto il classico Ottimismo Nardelliano che ha già portato allo schianto frontale della Mercafir. Si dice, meglio si spera, che il lavoro fatto dai parlamentari fiorentini (Di Giorgi, ma non solo lei), porti a inserire una norma decisiva nel decreto semplificazioni allo studio del governo. Una norma rivoluzionaria che toglierebbe qualsiasi tutela storico-ambientale dagli stadi italiani aprendo la strada alle ruspe e alle ricostruzioni. Non importa quel che pensa ciascuno di noi in proposito, il problema è un altro: ci sono troppe resistenze. In base a quel che filtrava anche ieri da Roma, ci potrebbe essere una apertura, ma non totale. Non tutti nel governo (ma anche il ministro è scettico) sarebbero disposti a dare l’ok a una norma del genere che toglierebbe dal gioco le Sovraintendenze, decisione pericolosa in un Paese come il nostro. Non resta che sperare che la pattuglia fiorentina che sta lavorando ai fianchi il Governo ottenga i risultati sperati. Sappiamo bene che Rocco ha chiesto di far restare in piedi soltanto la Torre di Maratona e le scale elicoidali per rifare tutto il resto in maniera moderna, ma per capire come finirà non resta che aspettare le decisioni romane. L’unica fortuna, questa volta è che non si perderanno sette anni come per la Mercafir, la risposta dovrebbe arrivare nel giro di tre mesi al massimo. Lotti ieri ha parlato addirittura di quindici giorni di tempo per il decreto. Sarà la volta buona? Speriamo, nell’interesse dalla Fiorentina.
Continuo però a sentire prese di posizioni a mio modesto giudizio miopi da parte del sindaco Nardella che ha una visione parziale della situazione. E’ vero che deve fare gli interessi del suo (nostro) comune, ma ogni amministratore dovrebbe pensare anche alla collettività in senso lato. E la gran parte dei fiorentini dove vive e soprattutto lavora, con chi si interfaccia, in centro o nella Piana? Il razionale sviluppo e lo sfruttamento della Piana dovrebbero essere una priorità di tutti gli amministratori coinvolti e questo “pensare al proprio orticello” mi sembra una veduta ristretta quando fra dieci-vent’anni, come già detto, la Piana sarà il serbatoio di tutte le attività economiche di Firenze che è stata destinata al turismo e adesso non può cambiare rotta per lo spavento del Coronavirus. Sarebbe aggiungere danni a danni. Chi sono i fiorentini disposti a tornare a vivere e reimmettere attività che non siano turistiche nel centro storico? A cominciare dagli uffici e dai centri direzionali spostati tutti fuori. E’ a quel fuori che si deve pensare e per evitare di ripetere un’altra Mercafir, Nardella non dovrebbe lavorare solo per puntare tutto sul Franchi, ma dovrebbe essere pronto a un piano B e soprattutto dovrebbe farsi promotore dell’abbattimento degli ostacoli presenti nello sviluppo della Piana. Basta con le guerre che hanno paralizzato gli ultimi trent’anni. L’aeroporto ha diritto al suo sviluppo per lavorare in simbiosi con Pisa e riequilibrare lo strapotere di Bologna. Serve un disegno sulla piana con strade, collegamenti, tranvia, magari anche un trenino superveloce con Pisa per una sinergia completa dei due aeroporti potrebbe essere qualcosa sulla quale tornare. Lo sviluppo di un territorio deve guardare almeno ai prossimi trent’anni e non a un mandato elettorale, magari in scadenza. E lo stadio è una di queste cose che guardano al futuro. Se la sovraintendenza non sarà estromessa per legge dal Franchi, l’idea dello stadio a Campi e la sua compatibilità con l’aeroporto dovrà essere il vero tema dei prossimi mesi. Ricordiamolo: nell’interesse della Fiorentina. E’ facile stare populisticamente con Rocco per prendere qualche “mi piace”, dimostrate di stare con la Fiorentina con i fatti e non con le Mercafir di turno. Dimostrate di stare con Rocco soprattutto perché ha trecento milioni da investire e di questi tempi sono tanta roba e tanta manna.