PEPITO RISCHIA DI NON GIOCARE PIÙ: BASTA SPECULAZIONI E FALSITÀ.IN CAMPO TRA UN ANNO. GLI ERRORI PER QUEL MALEDETTO MONDIALE. MARIN PRONTO IN UN ALTRO MESE. CUADRADO FIRMERÀ FINO AL 2019

09.09.2014 00:00 di  Enzo Bucchioni   vedi letture
PEPITO RISCHIA DI NON GIOCARE PIÙ: BASTA SPECULAZIONI E FALSITÀ.IN CAMPO TRA UN ANNO. GLI ERRORI PER QUEL MALEDETTO MONDIALE. MARIN PRONTO IN UN ALTRO MESE. CUADRADO FIRMERÀ FINO AL 2019
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© foto di Federico De Luca

Ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori sulle condizioni e sul futuro di Pepito Rossi. Molti parlano a vanvera, altri con la scusa di voler bene al ragazzo raccontano di speranze in un recupero in tempi più brevi, salvo poi pretenderlo e mettere pressioni al giocatore e alla società.

E’ il momento di dire tutta la verità, quella vera, e in certi casi è meglio, nessuno può deviare il corso del destino sfortunato: Pepito Rossi rischia di non giocare più al calcio e comunque per il ritorno in campo dovranno passare diversi mesi, ne riparliamo con la prossima stagione.

Non a caso il medico dell’equipe di Staedman che ha operato Rossi al menisco non  ha emesso alcun report medico proprio perché la situazione oggi non può essere chiaramente definita e a ha bisogno di ulteriori step e controlli.

Un comunicato, molto generico, è stato emesso solo dalla Fiorentina e già questo dovrebbe far riflettete su quanto la situazione sia ingarbugliata e complicata anche da gestire .

A precisa domanda se Rossi potrà continuare a giocare a calcio, i sanitari hanno risposto che le possibilità sono cinquanta su cento. Quindi se c’è una speranza di ritrovare un campione bisogna dargli tempo per tentare il completo, definitivo recupero e tra la completa saturazione del menisco e il ripristino di una situazione accettabile con il legamento, poi la ripresa agonistica, ne possiamo forse riparlare a luglio prossimo. Sperando che tutto vada per il meglio e non ci siano altre complicanze. Purtroppo il ginocchio di Pepito ha subito tante operazioni e tante sollecitazioni e ora vi spieghiamo il perché.

Troppi errori e troppe indecisioni infatti hanno segnato la strada tormentata, il calvario di questo ragazzo da gennaio a oggi. Ora non c’è più spazio per sbagliare e le cose vanno fatte con i giusti tempi e il giusto ritmo.

Purtroppo c’è una grana non da poco, la Fiorentina non voleva che quest’ultima operazione venisse eseguita dall’equipe di Staedman ritenendo molto più valida oggi la chirurgia europea e in particolare quella inglese dove il professor Williams è l’astro nascente, definito da tutti i colleghi . Basta la parola. Fra l’altro Staedman non opera più, ha superato gli ottanta anni e nella sua equipe ci sono quelli più bravi e quelli meno aggiornati. Una testimonianza è venuta anche dal cestista Gallinari dell’Nba che ha sconsigliato Veil a Pepito dopo aver patito in prima persona un intervento discutibile .

Comunque ormai è andata e la situazione sarà tenuta sotto controllo anche con successivi consulti allargati.

Intanto c’è da spiegare perché le cose sono arrivate a questo punto e un ginocchio che sembrava guarito è di nuovo saltato.

E qui dobbiamo tornare a gennaio, allo scontro con Rinaudo del Livorno e alla maledetta voglia di mondiale che ha messo fretta a tutti. Rossi compreso.

Pepito è un ragazzo straordinario, con una volontà incredibile e una voglia dentro enorme che lo porta, nonostante tutto, a fissare sempre degli obiettivi. Dopo l’infortunio di gennaio gli era stata consigliata l’artroscopia per un recupero migliore, ma i tempi sarebbero stati più lunghi, la paura di perdere il mondiale l’ha indotto a percorrere la strada del recupero conservativo, con la terapia adeguata, grande attività fisica e fisioterapica sul ginocchio.

Il suo recupero in pochi mesi, con i minuti giocati a fine stagione, è stato un autentico miracolo, ma ha comportato anche uno stress per il ginocchio che aveva bisogno di tempi più lunghi.

Il decisivo è arrivato dai test premondiali a Coverciano. I medici hanno riscontrato una forte lassità e sconsigliato a Prandelli anche la convocazione nei trenta pre-mondiale.

E qui siamo alle telefonate tra Pepito e Prandelli che in realtà ci sono state.

Pepito ha pregato Prandelli di chiamarlo, di dargli una chance per valutare assieme la situazione dopo venti giorni di ritiro. E qui siamo al pasticcio. Prandelli, da sempre cavalcatore di situazioni che possano portargli crediti di simpatia e di buonismo, pur sapendo che non avrebbe portato Pepito ai mondiali perché a rischio, l’ha inserito fra i trenta per accontentarlo.

In sostanza l’ha preso in giro elogiandolo in conferenza stampa, facendolo allenare sempre e facendolo giocare, salvo poi lasciarlo a casa. Quei venti giorni nei quali Pepito si è allenato duramente senza perdere una seduta, hanno però prodotto un sovraccarico al menisco che è stato riscontrato dai medici già nel ritiro di Moena.

Come ricorderete, Rossi si è allenato a parte, non ha mai giocato nelle amichevoli per consentire un recupero graduale. I medici viola speravano che la situazione fosse gestibile e invece il sovraccarico si è acuito fino al crac del 14 agosto quando in allenamento il menisco ha fatto urlare di dolore Pepito mentre si allungava per arpionare un pallone. Allungamento fatale.

Anche in         questo caso si è cercato all’inizio una terapia conservativa del menisco nonostante i consigli dei medici di Careggi dove Pepito è stato visto il 16 agosto, ma dopo quindici giorni, con il dolore sempre intenso e nessun miglioramento, si è passati alla fase operativa e purtroppo all’artroscopia a Veil.

Questa è la verità. Non fatevi illudere di chi vi dice che tornerà in  sei mesi e da quelli (tifosi sbagliati) che cominciano già a premere inutilmente su di lui. E’ vero che il giocatore è straordinario, ma fortunatamente la Fiorentina ha un organico adeguato.

Dunque se vogliamo rivedere Pepito in maglia viola, lasciamolo in pace, stiamogli vicino col cuore, ma calcisticamente facciamo finta che non esista fino a quando i tempi non saranno ideali.

Per recuperare un ginocchio così ci vuole tempo, tanto tempo e tornare in modo sbagliato non servirebbe a nessuno.

Tra gli infortunati in recupero c’è grande attesa anche per Marko Marin che non ha grandi problematiche, ma semplicemente a Valencia non l’avevano curato bene perché non  hanno grande cultura sugli infortuni muscolari e soprattutto perché il giocatore era in prestito dal Chelsea.

La Fiorentina che ha il diritto di riscatto, ha resettato la situazione medica e ricominciato le cure da capo.

Tra un mesetto il giocatore tedesco, dopo la sosta della Nazionale di ottobre, tornerà a disposizione di Montella e sarà un elemento molto importante per la sua qualità.

Capitolo Cuadrado. Ridicolo pensare che avrà mari e monti. Era partito da 600 mila euro e il suo stipendio (giustamente) è già stato adeguato. Si punterà al rinnovo fino al 2019 e per lui tanto condizioni particolari, compresa la clausola rescissoria, ma da una base di due milioni si salirà con i bonus a rendimento, dai gol segnati agli assist.

La nuova strada della Fiorentina è questa: più rendi più guadagni, basta con le rendite di posizione e contratti che poi rischiano di diventare solo un peso.

Gli incontri telefonici sono già stati avviati, non sarà un problema chiudere perché Cuadrado sa benissimo che il diventare campione internazionale passa anche e soprattutto attraverso una grande stagione con la Fiorentina.

Il colombiano meglio gioca più guadagna e più possibilità avrà di trovare qualche Barcellona, qualche Real o qualche Chelsea. Ma anche provare a vincere a Firenze non è poi così male. 

Enzo Bucchioni