OLTRE I PROBLEMI GLI INFORTUNI, ISTANBUL PRIMO CROCEVIA DELL'ANNO, MA NON E' TEMPO DI PROCESSI SOMMARI
Sembrava esser partita con altre premesse la seconda Fiorentina della gestione Italiano, non solo per il doppio impegno con il Twente superato di slancio (con conseguente accesso al girone di Conference) ma anche per un’attenzione difensiva che pareva diversa dalla scorsa stagione. Se un anno fa, di questi tempi, qualche punto era andato perso per strada era stato anche per una squadra presa troppe volte alla sprovvista, forse solo prigioniera di un’impostazione tattica volutamente offensiva che il tecnico non ha mai rinnegato.
Così complici le prestazioni di Amrabat le prime fasi del campionato parevano regalare più muscoli ai viola, certamente ancora alle prese con l’annoso problema del gol, ma pur sempre in grado di mettere in seria difficoltà avversari del calibro di Napoli e Juventus. Invece gli ultimi 180 minuti hanno riportato in prima pagina anche la fragilità della retroguardia che qualcuno aveva preventivato sul finire del mercato, e che oggi è soprattutto figlia delle defezioni pesanti di Milenkovic e Dodò.
Insomma se nel tridente d’attacco l’inventiva e la capacità di creare superiorità numerica di Nico Gonzalez resta la mancanza più pesante, e dalle maggiori ripercussioni, le risorse contate dietro obbligheranno Italiano a limitare il turnover davanti ai portieri, affidandosi a Venuti sulla corsia destra e allo stesso Ranieri già domenica prossima, quando al Franchi arriverà il Verona. Problemi che si accavallano, in un clima reso teso non solo dai risultati ma pure da qualche rivendicazione societaria che non pare aver convinto la maggior parte dei tifosi.
Logico che con 5 pareggi e 2 sconfitte nelle prime 9 gare dell’anno determinate sicurezze possano vacillare, molto meno pensare di bocciare preventivamente qualsiasi scelta effettuata nelle scorse settimane. E stesso dicasi per i giudizi (al ribasso) sull’allenatore certamente alle prese con problemi inediti ma pur sempre reduce dalle invenzioni vincenti che hanno spinto la sua squadra al rientro in Europa, l’anno scorso, dopo il pesante addio al capocannoniere del gruppo.
In effetti, in una condizione del genere e in una piazza dove fin troppo facilmente ci si divide tra un’opinione e l’altra, la tentazione di lasciarsi andare a processi sommari che riguardino il mercato (sul quale evidentemente taluni scetticismi avevano ragione d'esistere) o i singoli o ancora l’allenatore, è già forte nei più ma oltre che ingenerosa -a metà settembre- suonerebbe anche troppo frettolosa. Perché il campionato, ancor prima che inedito, è appena all’inizio e perché anche in termini psicologici Italiano ha tutte le caratteristiche per aiutare la sua squadra a sbloccarsi dopo la partenza a singhiozzo nel primo mese di sfide.
Ci sarà tempo e modo per rendersi conto se questa squadra è uscita rinforzata o indebolita dall’estate appena passata, nel frattempo sarà il caso di ritrovare unità in tutte le componenti (magari sorvolando determinati concetti riferiti dalla proprietà) per approcciarsi all’imminente trasferta di giovedì a Istanbul. Una serata che ha già il sapore di un nuovo crocevia per l’immediato futuro dopo esser passati indenni dai pericolosi olandesi del Twente, e nella quale un risultato positivo avrebbe il potere di rianimare l’intero ambiente e, perchè no, pure uno spogliatoio che oggi appare povero di leader.