NASCE UNA FIORENTINA DI PENSIERO

17.08.2012 00:00 di  Massimo Sandrelli   vedi letture
NASCE UNA FIORENTINA DI PENSIERO

Sta nascendo una Fiorentina di “pensiero”. Sarebbe stata l’ideale per Corrado Orrico, uno dei profeti del calcio intelligente. Una squadra pensante che, attraverso il possesso palla, vorrebbe controllare ogni avversario. Del resto già molti anni or sono il “barone” Liddas Liedholm soleva dire, con il suo italiano volutamente stentato: “…se palla abbiamo noi, non hanno gli altri …” Fantastico “barone” svedese, faceva lo straniero ma sotto, sotto, si muoveva con la malizia di un napoletano verace. Montella, che invece napoletano lo è davvero, crede nel calcio ragionato. E’ un freddo meridionale che cura tutti i particolari con lo scrupolo di uno svedese. Sta vivendo, e ne è cosciente, la scommessa della vita. Punta e punterà tutto su una squadra elastica, compatta e dinamica. Una Fiorentina, insomma, che ha posto tutte le premesse per essere divertente e financo piacevole. Una squadra che potrebbe far innamorare di nuovo i tifosi viola. Manca solo qualche particolare da definire. Non ce ne vorrà il nostro Corrado Orrico se torniamo a approfittare della sua sapienza. Secondo il “mago delle Apuane” l’equilibrio di un collettivo è determinato dalla giusta miscela tra “boscaioli” e “pifferai”, tra giocatori di fatica e di estro. Ecco la prima osservazione. In questa rosa manca qualche giocatore di “fatica”, manca un interdittore che possa supportare i talentuosi. Pizzarro, BorjaValero, Aquilani sono dei raffinati architetti di calcio. Sapranno custodire nella cassaforte della loro tecnica il pallone fino al momento di un passaggio illuminante. Alle loro spalle, per ovviare ai limiti della loro dinamicità, serve chi si possa adoperare a correre in lungo e in largo. Ed è una mancanza che potrebbe rivelarsi, alla lunga, anche determinante. In quelle partite, ad esempio, dove si è costretti a subire, la capacità di contrasto, di “far legna” può rivelarsi una dote preziosa, perfino determinante. Un’altra osservazione riguarda l’attacco. La Fiorentina ha in rosa una sola punta: il marocchino d’Olanda, Mounir El Hamdaoui. Si tratta di un ariete più elegante che prolifico. Può darsi che a Firenze trovi finalmente la chiave per far maturare le proprie qualità ma deve scontare un’inattività di quasi due stagioni, ragion per cui ha bisogno di tempo, grande dedizione e pazienza. In molti continuano a pensare che Jovetic possa essere l’altra punta della forca offensiva. A parte che i suoi “leopardiani” silenzi angosciano un po’ tutti: che cosa ha in testa? cosa vorrà fare? Saprà resistere alle “sirene” tentatrici che gli propongono munifici contratti? Sono convinto che alla fine accetterà di restare, magari dietro la promessa di un via libera futuro. Tralasciando tutti questi interrogativi, va detto a chiare note che Jovetic non è una punta. E’ un talento fantastico che riesce anche con una relativa facilità a trovare la via del gol. Ma non è punta. Prandelli, Mihailovic, Delio Rossi, hanno tutti fallito quando si sono fatti traviare da questa convinzione. Jovetic è un talento che deve essere lasciato libero di fare gioco secondo la sua istintiva vocazione. Ma l’area di rigore non è la sua dimora preferita. Serve un altro attaccante. Va detto, ad onor del vero, che la società è convinta di questa tesi ed è impegnata su più fronti, nonostante la prudenza dei suoi contabili. Il mosaico viola è quasi pronto. Mancano soltanto da definire le ultime tessere. Ecco, se l’opera si completasse, allora potremmo vincere gli ultimi scetticismi e scommettere su una stagione appassionante. Sarebbe bello, tornare a sorridere.

Massimo Sandrelli