NAPOLI CANCELLA TORINO: VIOLA OK. UN RISULTATO COSÌ PRODUCE AUTOSTIMA. IKONÉ-PIĄTEK: SQUADRA RAFFORZATA. MALEH IN GRANDE CRESCITA. VLAHOVIC VIA A GENNAIO: PUÒ SUCCEDERE
Una partita può fugare i dubbi solo se nel pregresso si individuavano i semi della qualità. I 32 punti della Fiorentina non potevano essere figli del caso, un girone di gioco, pensieri, aggressività e voglia di vincere, non potevano restare prigionieri di una cimosa passata sulla lavagna di Torino. Napoli ha fugato quei dubbi con estrema facilità perché non c’era tanto da dubitare. Prestazione di spessore, vittoria di sostanza. Uno 2-5 come ai tempi di Batistuta e del record dei gol consecutivi. Un trionfo come risposta al 6-0 di un anno fa in campionato. Era importante passare il turno, eccome. Ma paradossalmente era più decisivo spegnere sul nascere quei piccoli focolai di polemica, nati dopo la sconfitta di Torino. Non serviva un master a Coverciano per capire che quella Fiorentina era stata talmente brutta per non risultare aderente alla realtà. Quando si verificano quei cortocircuiti è lampante che le ragioni siano da ricercare nella parte mentale e non fisica o tattica. Quando non scendi in campo, quando perdi ogni duello individuale, gli schemi non c’entrano nulla. Meno male c’è stata subito la Coppa Italia a Napoli. Un’occasione immediata, sfruttata al meglio dai viola. Con buone notizie e qualche conferma: partiamo dalle prime, Ikonè e Piatek.
Il francese ha dimostrato, nonostante la giovane età, di essere molto rodato. Non proviene da un campionato di cortile, ma dalla Champions. Lo abbiamo apprezzato nel secondo tempo supplementare quando ha gestito la palla con il piede algido di chi ha l’esperienza giusta. Oltre al fatto che tecnicamente è molto forte, velocissimo e se Ayroldi non lo avesse fermato mentre stava decollando verso la porta del Napoli… Ikonè ha un profilo diverso da molti altri, si vede che è un calciatore abituato a recitare su palcoscenici prestigiosi.
Piatek è entrato caldo, pronto. Anche se si è visto poco, ma lui è così. Gioca in quel modo. Prima del gol si era notato soltanto per un tiro in curva. Ma come un sottomarino si è sistemato sotto la difesa del Napoli e quando Venuti ha servito quel pallone il polacco è riemerso facendo il pistolero. Un gol apparentemente semplice, in realtà un gesto da bomber vero. Perché Piatek ha attaccato la porta da centravanti autentico, un numero 9 puro. Seppur molto diverso dall’altro 9, Dusan. Vahovic è uno che oltre a segnare, manda in gol anche i compagni, soprattutto fa il regista offensivo, resistendo ai morsi del centrale e aprendo il gioco con quelle spazzolate di sinistro che somigliano a delle pennellate. Dusan gioca per e con la squadra, è una sua caratteristica. Piatek somiglia più a Inzaghi, gente abituata più a giocare invece sulla squadra. Aspettano il pallone giusto, non lo lavorano. Ma l’unica cosa che conta è che alla fine arrivino i gol e Piatek è abituato a farne. Con il transalpino e il polacco la Fiorentina a gennaio si è certamente rafforzata. Italiano ha più armi a disposizione, più alternative in numeri e di gioco.
Per le conferme pensiamo a Venuti e Maleh. Il toscano è un gregario, bello tosto. Dal vibrante senso di appartenenza, dorme con la maglia viola addosso fin dall’infanzia. Non sono dettagli trascurabili. Lollo migliora di partita in partita, uno così in rosa serve come il pane. Soldato. Al Maradona un gol, di pregevole fattura, e un assist. Possono bastare. Maleh è qui dall’estate scorsa: la bravura di Italiano si è vista nella gestione di questo centrocampista. Lo ha inserito piano piano, ma adesso si mostra in grande crescita, tanto da meritare una maglia. Maleh è una miscellanea di qualità e quantità, è moderno. In mezzo alla mediana può fare molte cose. Ottimo acquisto della Fiorentina.
E’ un gennaio pieno di adrenalina, in campo e fuori. Il caso Vlahovic non concede tregua, impossibile non affrontarlo. Prima della gara di Napoli, Barone ha spiegato che il giocatore deve parlare uscendo allo scoperto, cioè dichiarando le proprie intenzioni e poi, aspetto molto più importante, il direttore generale viola ha ammesso che la società prenderà in esame seriamente le offerte che arriveranno anche se per adesso non v’è traccia. Dunque, Barone con franchezza ci ha fatto capire che Vlahovic potrebbe partire anche a gennaio, davanti ad un richiesta molto pesante dal punto di vista economico. Prepariamoci a tutto, ma era nell’aria.
L’unico dubbio che accompagnerà il club se questa eventualità si presenterà, sarà questo: vendere all’istante Vlahovic portando a casa 70-80 milioni oppure andare avanti fino a giugno provando ad agganciare l’Europa grazie ai gol del serbo? Un nodo difficilissimo da sciogliere: da un lato i soldi sicuri di Vlahovic dall’altro una competizione continentale che ridarebbe grande visibilità e immagine alla società. Bel rebus. Non c’è bisogno di aggiungere che la sostituzione di Dusan a gennaio non sarebbe semplice e che di contro sarebbe tutta da verificare l’eventuale disponibilità dell’attaccante ad accettare il trasferimento. Sarà un periodo complicato, ma anche affascinante e intanto lunedì al Franchi arriva il Genoa. La Fiorentina deve riprendere la corsa in campionato.