MAGARI NZOLA SI È SBLOCCATO… NON VALE LA PENA DISCUTERE DI LESKOVAC: C’È IL BOLOGNA, UN BIVIO PERICOLOSO. ITALIANO CERCA ALTERNATIVE PER SEGNARE. LE IDEE DI BONAVENTURA SONO INDISPENSABILI
La vittoria di Leskovac ha creato più discussioni di certe sconfitte. La rete ha scaricato sfoghi, lamentele, considerazioni di tanti tifosi. Delusi dalla prestazione dei viola, considerata nettamente insufficiente rispetto, comunque, all’obiettivo centrato. Si perché la Fiorentina ha vinto in Serbia, ma probabilmente su questa gara aleggiava un carico di aspettative tale da sperare in una nuova vendemmia di gol - come il 6-0 del Franchi all’andata - e di un gioco fantastico. Invece tutti sono rimasti con un retrogusto amaro in bocca perché la Fiorentina forse ha sottovalutato la sfida o forse ha giocato col freno a mano tirato pensando al Bologna. Sperando di tornare a casa senza danni (purtroppo c’è stato l’infortunio di Mandragora), spendendo il minimo per ricavare il massimo.
Non è stata la prima partita brutta della storia recente viola e non sarà l’ultima. Nel calcio capita, ma il segreto sta nel tirare una linea e smettere di parlarne. Guardiamo al verdetto di Leskovac: dopo 4 turni (ne mancano due alla fine) i viola sono primi con 8 punti, davanti a Genk e Ferencvaros che inseguono distaccate di 2 lunghezze. Un anno fa di questi tempi la Fiorentina era seconda nel girone e quindi, da questo punto di vista, il saldo è positivo. Il resto conta poco. La squadra di Italiano ha qualche problema da risolvere e sperare che la partita di giovedì sera diventasse una cimosa rappresentava un’illusione.
La trasferta in Serbia ci consegna l’esordio in viola dal primo minuto di Pierozzi (2002), giovane di ottima prospettiva. Insomma, una buona notizia. L’altra è il gol di Nzola, centravanti in cerca di stesso con evidenti criticità psicologiche. Alla vigilia della gara Italiano aveva fotografo benissimo il momento che sta vivendo Nzola. L’angolano ha bisogno di cominciare a timbrare l’appuntamento col gol, altrimenti sono guai, per tutti. Che si tratti di problemi legati all’anima del giocatore è evidente: basta riguardare il rigore che ha calciato, nel tennis si chiama “braccino”. Undici metri di paura per Nzola, quando la rete si è scossa il numero 18 viola ha vissuto una liberazione. Ma dopo la sua partita è stata vuota, senza guizzi. Bravo a guadagnarsi il rigore sfruttando un lancio chirurgico di Bonaventura, quindi a trasformare il penalty, poi buio pesto. Nzola è indietro ancora, ma la speranza è che stavolta si sia veramente sbloccato. Dicevamo la stessa cosa dopo la rete al Cagliari, ormai datata, ma ciò non avvenne.
Adesso dobbiamo fare il tifo per un nuovo Nzola. Sarebbe sufficiente il vecchio, quello di La Spezia. Mancano i suoi gol e quelli di Beltran. L’argentino è ancora in infermeria, è dura che sia disponibile domani contro la squadra di Motta. Forse Italiano ha tolto Nzola a Leskovac proprio per preservarlo in vista della sfida col Bologna. E’ innegabile, però, che i due riferimenti offensivi della Fiorentina debbano accendersi. Un gol nelle ultime 4 gare dei viola, tra campionato ed Europa, un bilancio che desta allarme. Nonostante ciò la Fiorentina in serie A ha ancora il sesto attacco, a testimonianza che la cooperativa del gol aveva funzionato, ma non sempre può sopperire alla latitanza dei centravanti. Italiano nel post gara di Leskovac ha detto che bisogna battere altre strade perché gli avversari si chiudono sempre di più. Infatti ha elogiato l’azione con la quale Bonaventura ha pescato Nzola, in occasione del rigore. Una verticalizzazione valida utile a innescare i movimenti di attaccanti come Nzola e Beltran. Il contrario di quello che era successo con la Juventus, quando abbiamo assistito a decine di cross senza costrutto nell’area bianconera. Seguendo questo ragionamento, Bonaventura diventa fondamentale nelle strategie di Italiano: Jack è l’unico centrocampista capace di verticalizzare, con precisione apprezzabile. Arthur, Maxime Lopez e Mandragora, tessono in orizzontale. Bonaventura è il viola che muovendo veloce la palla può trovare impreparata la difesa avversaria.
Di Nzola e Beltran c’è bisogno anche quando la zona dei 16 metri diventa una tonnara: i centravanti devono sfruttare carambole, sponde, tocchi maldestri dei difensori, le famose palle sporche che però le grandi punte sanno trasformare in oro. Le partite si vincono anche così, anzi spesso proprio in questo modo. Si conquistano pure tirando in porta, esercizio quest’ultimo diventato difficile negli ultime tempi per gli uomini di Italiano. Contro la Juventus un totale di 25 conclusioni, ma solo 4 tra i pali…
Il Bologna non è il Cukaricki, quindi la Fiorentina dovrà stare molto attenta. Continuiamo a pensare che il valore complessivo della rosa viola sia superiore a quella degli emiliani, ma non basta. Intanto il Bologna è la rivelazione di questa prima parte di campionato: su 11 partite ne ha persa solo una, la prima in casa col Milan. La mano del duo Sartori-Motta si vede nitidamente. Il diesse ex Atalanta ha pescato giocatori semi-sconosciuti che stanno diventando realtà conclamate, confermandosi nel suo ruolo uno dei migliori in assoluto in Italia. Motta è un allenatore in carriera, ne parlano tutti benissimo e i risultati gli stanno dando ragione. Il Bologna sembra la Fiorentina del primo anno di Italiano: è una novità, ha entusiasmo, non ha impegni europei e di conseguenza può allenarsi tutta la settimana provando e riprovando le situazioni di gioco. Il Bologna arriva a Firenze con un punto in più dei viola, lo scontro è quasi da dentro o fuori. La Fiorentina deve tornare a vincere dopo 3 sconfitte consecutive in campionato per rilanciarsi con forza e per scavalcare il Bologna: in caso contrario i rossoblu aumenterebbero la distanza tra loro e i viola.
La Fiorentina ritroverà la Fiesole, con la sua forza di amore e sostegno assoluto. I tifosi della curva hanno spalato fango per molti giorni nelle zone alluvionate intorno a Firenze. Hanno svolto un’opera eccezionale e domani dispiegheranno la loro coreografia, quella che doveva esserci con la Juventus. In più la Fiesole ha fatto pure una raccolta fondi per le vittime di questa calamità. Solo una parola: grazie. Ma gigantesco.