LA PARTITA DELLA RIVOLUZIONE

21.12.2011 00:00 di  Leonardo Petri   vedi letture
LA PARTITA DELLA RIVOLUZIONE
© foto di Firenze Viola

Alla fine, tutto sommato, il pareggio di Siena può considerarsi il giusto risultato per ciò che si è visto sul campo e, per la delicata situazione della Fiorentina, anche un buon punto. Al Franchi sono accadute molte cose inaspettate che potrebbero pesare più di quanto si creda sul futuro prossimo della Fiorentina. Per certi aspetti abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione tecnica e tattica. La prima è l'esclusione, per scelta tecnica, di Gilardino. Non era mai accaduto, ma evidentemente quando sostenevo che Gila non fosse il prototipo dell'attaccante alla Delio Rossi non avevo sbagliato di molto. Il tecnico viola ha scelto Jovetic come prima punta, mandando Cerci a destra e Vargas a sinistra, riproponendo con interpreti e caratteristiche diverse il 4-3-3 di sabato scorso. L'esperimento non ha funzionato benissimo ma non perché non avesse una sua logica (io per esempio ho condiviso la scelta di Rossi) ma perché la squadra si è trovata spiazzata, non riuscendo a giocare in maniera diversa rispetto a quando davanti c'è il Gila. Il secondo aspetto non è tecnico ma riguarda la direzione dell'arbitro Banti che ha sorvolato su due chiari rigori a favore del Siena. Diciamo che per la Fiorentina, questo, con gli arbitri, è un periodo fortunato, con Siena che arriva dopo la gara  con l'Atalanta mentre, poco prima, c'era la sfida col Milan che aveva provocato le polemoche dei rossoneri. Basta rendersene conto e non gridare al complotto alla prima decisione avversa. Il terzo fatto clamoroso è l'atteggiamento di Rossi, che le sta provando tutte per trovare il bandolo della matassa di una squadra che ancora fatica a seguirlo, tanto da abiurare la difesa a quattro (da più di sei anni non era mai accaduto) per passare, nel secondo tempo, a 3 (5) con Natali, Gamberini e Nastasic centrali  e Romulo e Vargas esterni. Il quarto fatto da rimarcare è che, proprio nel secondo tempo, si è visto il miglior Vargas della stagione, libero di gestire in proprio l'intera fascia, partendo da lontano ma arrivando quasi sempre al cross. Lo considero un segnale importante, perché è ormai evidente che Rossi punti moltissimo sul peruviano (se la società lo cedesse gli farebbe un torto) e pur con molte difficoltà lui sta lentamente tornando un giocatore vero. Il quinto elemento da tenere in considerazione è la forza e la maturità di Nastasic (salvo l'incertezza sulla traversa di Calaiò). E' partito a sinistra, ha finito da centrosinistra nella difesa a tre, si è fatto vivo in avanti, ha dimostrrato personalità, mezzi tecnici, forza e testa. Se non diventa un campione nel giro di un paio d'anni, dovrò fare una seria riflessione riguardo alla mia presunzione di poter parlare di calcio. La nota veramente dolente di Siena è stato il centrocampo. In grande difficoltà nel primo tempo, meglio ma sempre troppo compassato nella ripresa. Dei tre del reparto non mi è piaciuto nessuno, neppure Behrami che in tanti loderanno per la generosità ma che in almeno tre occasioni si è distinto al momento del tiro o dell'ultimo passaggio per scarsa qualità. Montolivo, in questa fase, sembra tornato quello di qualche anno fa: compassato, ordinato, mai incisivo, un bel ragazzo, elegante, che trotterella per il campo. Ma chi mi sta negativamente stupendo è Lazzari sul quale, comincio a pensare, mi ero fatto un'idea sbagliata. Innanzitutto, controllando i tabellini dell'ultima stagione cagliaritana noto che Nainggolan, Conti, Biondini e Cossu hanno giocato di più, poi cercando di identificarne le caratteristiche mi dico che è un jolly, che può giocare in varie posizioni. In realtà penso che non sia abbastanza rapido per fare il trequartista, che non abbia il dinamismo per fare l'interno, non abbia la corsa per fare l'esterno e non abbia la visione di gioco per fare il regista. Fate un po' voi. In chiusura una citazione per Boruc, il migliore col collega Brkic, e per Romulo, un piccolo ed elettrico brasiliano che ti dà sempre l'impressione di essere più adatto al futsal che al calcio ma che al netto di qualche svolazzo, ha fatto, bene la sua parte tanto da farmi pensare che, in questa rosa, potrebbe addirittura starci. Quasi mi dimenticavo di Cerci. Giudicarne la prova è sempre complesso perché in teoria ha fatto poco ma, in pratica, ogni volta che la palla arriva  fra i suoi piedi ti fa credere e sperare che possa nascere qualcosa di pericoloso. Per questo, nonostante non conosca il calcio (nel senso che fa sempre prevalere l'istinto primordiale) e finché Rossi non avrà dato una vera organizzazione, meglio averlo in campo che fuori.

Leonardo Petri