LA FIORENTINA SBARCATA DA MARTE
Alle terme è bene che vi vadano i malati di stress a immergersi in bagni caldi, a bere tisane rilassanti e a rimettersi a posto il fegato. Vi sembrava stressata la Fiorentina di sabato che si è fatta spianare dalla Juventus? Ha accettato tutto con francescana pazienza, un gol dopo l’altro da sorella Juve, porgendo sempre l’altra guancia, come se non avesse mai sentito parlare della rivalità atavica che separa le due squadre e che avrebbe suggerito qualche ruvido tackle in più e qualche cartellino da frustrazione.
E’ sembrato che i giocatori viola fossero sbarcati da Marte cinque minuti prima del match, inconsapevoli del contesto. Per questo il ritiro ovattato di Montecatini Terme, tra anziani che si depurano, pare superfluo, se non inopportuno. La direzione da seguire è esattamente contraria: questa Fiorentina non deve essere staccata dalla città, ma immersa. Risciacquata in Arno, direbbe Manzoni. Calata tra la gente come una bustina di tè, per assorbirne i sentimenti lividi, il dolore, l’umiliazione dopo lo schiaffo subito dalla manita della Signora, la delusione, il bisogno di riscatto, la voglia di risalire oltre la soglia sindacale della dignità sportiva.
Un’idea alternativa poteva essere quella di fare footing per le strade o nei parchi della città, con Delio Rossi in testa, come fanno tante squadre dilettantistiche dopo le vacanze estive quando si preparano i loro campionati. Correre e raccogliere i commenti della gente per rendersi conto finalmente della situazione ed allenare anche i sentimenti giusti da portare in campo alla prossima partita.
Oppure si poteva distribuire la squadra nei bar di Firenze, a partire da quelli più vicini al Franchi; un giocatore per bar, a rispondere alla domande dei pensionati imbufaliti e ai tifosi appassionati, che hanno tanto chiedere su Juve-Fiorentina e su questa stagione balorda.
E’ una verità nota a tutti, un’evidenza quasi proverbiale che Firenze sia legata alla sua squadra in modo viscerale, imprescindibile, più di quanto accada in qualsiasi altra città. Chi firma per la Viola, firma una clausola in più, non scritta: accettare questo legame che nei momenti buoni può trascinarti sulla luna e in quelli bui può stringerti il collo; onorare il vincolo in ogni momento della quotidianità professionale. Una brusca immersione nel popolo e nei suoi rancori dopo-Juve sarebbe servito a riportare alla mente quella clausola non scritta, molto più del ritiro protettivo a Viareggio, terra di carnevale, dove è stata poi dirottata la truppa. Questa Fiorentina ha bisogno di essere eccitata, non sedata. E’ già sedata di suo. Meglio Viareggio di Montecatini, comunque. Magari i giocatori incrociano Lippi, ripensano alla Juve e la coscienza si mette al lavoro.
Detto questo, i giocatori non sono i soli responsabili della situazione grama. Sia chiaro. Anzi, siccome il progetto sportivo viene studiato prima delle partite giocate, le responsabilità della dirigenza stanno a monte, e non solo per ragioni cronologiche. Naturalmente la colpa non è del solo Corvino, defenestrato dieci minuti dopo Fiorentina-Juve, come se i 5 gol li avesse presi lui, come se ogni decisione presa fosse figlia sua.
Ma questa è un’altra storia. Limitiamoci a una considerazione. L’Inter non sta meglio della Fiorentina e Branca, stratega di mercato, a Milano è molto meno amato di quanto lo sia Corvino a Firenze, ma Moratti, per evitare di farne un capro espiatorio in pasto alla piazza, lo ha difeso pubblicamente, anche se alla fine probabilmente lo caccerà. Un modo onesto di condividerne gli errori dopo averne condiviso i meriti. Ognuno tragga le conclusione che crede.
Luigi Garlando
prima firma de La Gazzetta dello Sport