L'ATTACCO HA BISOGNO DI AIUTO: È PARTITO L'ASSALTO A LISANDRO LOPEZ
Il calcio è una gigantesca altalena, si sale e si scende con un battito di ciglia. La Fiorentina è in fase calante, di risultati però, non di gioco. Le partite con Pescara e Udinese erano, secondo le prestazioni offerte dai viola, gare da 6 punti e invece in cassa non ce n'è neppure uno. Il problema concreto è che qualcosa in avanti si è inceppato: la Fiorentina gioca perennemente all'attacco togliendo fiato agli avversari, anche ai più forti, ma i tiri in porta non rendono in proporzione al volume della manovra. A Udine il copione è stato proprio questo.
Toni sta accusando un po' di fatica, dopo il sontuoso girone di andata (6 i gol, 3 gli assist ). Jovetic non determina come vorrebbe e dovrebbe per blasone. Ljajic è l'eterna incompiuta. Il serbo gioca bene la palla, ma ha un pessimo rapporto con il gol. Si deve rendere conto che una seconda punta, per contratto, deve segnare. Altrimenti prima di cambiar mestiere, può cambiare ruolo. Ljajic deve crescere, nella testa soprattutto. Chiedete a Montella e Caccia quanto tempo spendono in allenamento e a fine seduta, per le esercitazioni con il serbo. Cercano di conficcare nella sua mente un concetto: si può segnare in mille modi, anche di punta, ma è essenziale farlo. Bisogna essere algidi in area di rigore, non col cuore in mezzo alla tempesta. Questo è l'unico vero neo viola: un reparto offensivo poco produttivo e l'arrivo di Larrondo, pressoché certo, non può certo rimediare in toto a questa lacuna. L'argentino è un'ottima riserva e una scommessa certa dei dioscuri del mercato viola: Pradè e Macia. Niente di più.
In avanti serve un innesto di qualità e peso. Un uomo pronto ad aiutare la Fiorentina a raggiungere un obiettivo alla portata della squadra di Montella, ma tutt'altro che semplice da centrare: la Champions League. L'occasione c'è e non sfruttarla sarebbe poco commendevole. Pradè e Macia sono al lavoro, grazie all'input di Andrea Della Valle. Un colpo lo hanno già messo a segno, e che colpo: Pepito Rossi. Ma Giuseppe non è ancora guarito e probabilmente in questo campionato farà poco più di un passaggio furtivo. Tutto è rimandato al prossimo ritiro quando ripartirà più forte di prima.
Adesso serve il secondo botto di mercato: con Di Natale ci hanno provato fino allo sfinimento e Montella lo ha confermato sabato scorso nella conferenza stampa pre-Udine. Totò è stato fortemente tentato dalle proposte del suo fratello-allenatore, ma poi ha scelto di restare in Friuli e nel frattempo ha rifilato una doppietta ai viola, tanto per ribadire quanto fosse giusto il corteggiamento nei suoi confronti di Montella. Non resta, allora, che andare all'estero dove per altro Macia ha indirizzi precisi. Tra i nomi più accreditati lievita di ora in ora quello di Lisandro Lopez, argentino del Lione, antico obiettivo viola, ma ora entrato nel radar della Juventus.
La sensazione è che si profili all'orizzonte un altro duello rusticano tra viola e bianconeri, una sorta di riedizione del caso Berbatov.
La Fiorentina aveva battuto la strada del prestito oneroso, con un diritto di riscatto a giugno molto robusto. Ma siccome Lisandro fa comodo subito, meglio impegnarsi immediatamente in un esborso economico nella speranza che venga ammortizzato da una qualificazione Champions, utile a regalare poi introiti da 20 milioni.
Pradè e Macia nelle prossime ore sferreranno l'attacco decisivo proponendo al club transalpino una cifra tra i 10 e i 12 milioni. Un investimento di rilievo per un giocatore di 30 anni, che guadagna 2,5 milioni netti a stagione in Francia e che nel 2009 fu pagato dal Lione 24 milioni più 4 di bonus.
La Juve lo vuole, la Fiorentina anche, roba da sportellate, però che soddisfazione per Pradè e Macia soffiare Lisandro a Marotta. Una bella vendetta dopo l'intromissione su Berbatov dell'agosto scorso. Pensate che risate si farebbero i fratelli Della Valle... E pensate a quanti sogni costruirebbero i tifosi viola...
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana