L’ALTALENA TRA CAMPIONATO E COPPA E IL RAPPORTO CON LA PIAZZA, IL BISOGNO DI UNA LETTURA DIVERSA
Ventiquattro, anzi quarantott'ore sullo slancio della vittoria di Braga, poi la Fiorentina si è nuovamente mostrata per quel che è. Che non sarà esattamente la squadra che galleggia ormai quasi a ridosso dei bassifondi della classifica, ma pur sempre un gruppo in perenne cerca di sé stesso. Se la serata europea aveva riportato alla memoria i (rari) momenti entusiasmanti della prima parte di stagione, il match con l’Empoli è diventato in fretta l’amaro promemoria dei tanti problemi irrisolti della Fiorentina, scelte e convinzioni del tecnico incluse, visto che oggi non regalano più gioco e risultati dello scorso anno.
Un repentino ritorno sulla terra e anche ai malumori della piazza che la società sembra mal digerire, almeno aggiungendo la reazione del dg Barone di domenica pomeriggio al riferimento alle porcherie di Commisso che intanto ieri ha tenuto a ribadire la personale correlazione ricavi-buoni calciatori. Un’insofferenza duplice insomma, che si manifesta da entrambe le parti e che prelude a una seconda parte di stagione nella quale solo e soltanto i risultati potranno orientare i venti.
E d'altronde è solo dal frutto del lavoro di Italiano e della sua squadra, che la stagione della Fiorentina può tornare a quote migliori, evitando semmai di pensare di poter scindere il cammino in campionato da quello delle due competizioni in cui i viola sono ancora in corsa. Pensare d’ignorare l’attuale classifica a dispetto di quel che sarà in cammino in Conference, o la semifinale di coppa Italia con la Cremonese e la conseguente prospettiva della finale, rischia di diventare un’altra lettura distorta di una realtà in cui la via d’uscita non può diventare solo quella d’invitare i tifosi più delusi a stare a casa.