IL MESE DELLE CONFERME E LA SCHEGGIA IMPAZZITA DEL CAMPIONATO: LA FIORENTINA DEL SORRISO PROVA A NON FERMARSI. ROCCO E LA TASK FORCE: AVANTI TUTTA SULLA MERCAFIR

20.10.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
IL MESE DELLE CONFERME E LA SCHEGGIA IMPAZZITA DEL CAMPIONATO: LA FIORENTINA DEL SORRISO PROVA A NON FERMARSI. ROCCO E LA TASK FORCE: AVANTI TUTTA SULLA MERCAFIR

La scheggia impazzita, l’intruso che non t’aspetti. Ecco cosa può diventare la Fiorentina quest’anno. A parte Juve, Inter e Napoli, più l’Atalanta di Gasperini, c’è un gruppo di squadre che, tra pregi, difetti e scarsa continuità di risultati, ambisce ai posti più nobili della classifica: tra queste può starci anche la Fiorentina, anche e sopratutto se Ribery si manterrà questo. 

Divertiamoci allora, senza obiettivi precisi ma con la consapevolezza di poter bruciare le tappe nel processo di crescita che nel giro di un paio d’anni (questa almeno è l’idea di Commisso) dovrà portare i viola all’altezza di giocarsi un posto in Champions. In questo mini ciclo il calendario oltretutto dà la possibilità di prendersi altri punti pesanti, di rafforzare la classifica (vincendo anche a Brescia si può superare la Lazio) diventata molto interessante dopo le tre recenti vittorie di fila. L’importante sarà non dare nulla per scontato e diffidare dalle apparenze. Il Brescia per esempio è una matricola che non ha paura di giocare, che pressa e prova a far male con Balo e Donnarumma, bomber quest’ultimo fin troppo ignorato dalla serie A. Per vincere servirà massima attenzione su Tonali (che sfida con Castrovilli!) e sulle verticalizzazioni che Corini impone quasi sistematicamente ai suoi. Se il centrocampo viola sarà bravo a conquistar palla prima possibile, ecco che Fede & Franck potrebbero andare a nozze anche al Rigamonti. La domanda principale dopo 15 giorni senza partite è la solita in questi casi: la sosta avrà fatto bene o avrà tolto ritmo? Da questo punto di vista comunque il Brescia di incertezze ne ha perfino di più, visto che non gioca addirittura da tre settimane per il lutto (la morte di Squinzi) che ha colpito il Sassuolo. Balotelli, non ancora al massimo e spesso poco mobile nell’attacco bresciano, resta comunque da temere: in estate la Fiorentina ci aveva pensato eccome, prenderlo sarebbe stato una sfida, ma ormai è andata e l’importante, domani, sarà non concedere spazio a quel suo destro potentissimo che può far male a chiunque. L’altro aspetto fondamentale del prossimo mese viola saranno i cambi, i titolari aggiunti che Montella per forza di cose dovrà pescare dalla panchina. In  queste settimane ha provato il tridente con Vlahovic, ha provato Boateng, perfino Sottil a tutta fascia, senza dimenticare i progressi di Ghezzal e Benassi. Tutte buone idee che però dovranno trovare conferma dal campo: se l’ambizione è stare con il gruppo che insegue le grandi, trovare valore aggiunto tra chi ha giocato meno sarà determinante. Peccato solo che Pedro sia ancora in naftalina: dalla Fiorentina dicono servirà almeno un altro mese per vederlo al top. “Vediamo di che pasta siamo fatti”, dice Montella. Le premesse sono state ottime, ma ora è il momento delle conferme. 

La pensa così anche Rocco Commisso, che da venerdì tornerà in città. Il suo fido Joe Barone anche ieri non ha perso occasione per farsi un tuffo nel cuore di Firenze: ha regalato la maglia viola al tifosissimo David Sassoli, si è preso l’abbraccio del Salone de’ Cinquecento e ha dato pure una notizia. La Fiorentina da ora in poi sarà presente, sarà parte attiva alle riunioni della cosiddetta task force di Nardella sullo stadio. E’ la prova evidente che Rocco ha scelto la Mercafir come soluzione numero uno, che non vuole perdersi nemmeno un passaggio della lunga strada che porterà la Fiorentina a giocare nel suo nuovo impianto. Il restauro del Franchi non è più un’ipotesi (il sindaco lo ha detto chiaramente), mentre Campi sarà il piano B solo nel caso in cui la burocrazia, i ricorsi e le lungaggini sullo spostamento del mercato, dovessero avere la meglio sul ciclone Commisso. Fast fast fast, con Rocco chi si ferma è perduto.