IL CONSIGLIERE LIMATOLA E IL NOME A SORPRESA
E 'apparso Diego. Il patron numero uno si è ricordato di essere il primo tifoso della Fiorentina ed è andato ad incitare i suoi ragazzi. Se domani la Fiorentina dovesse ottenere un risultato positivo non potrebbe più esimersi dal vivere 24 ore su 24 a contatto con la squadra. Ha parlato anche Andrea Della Valle e stavolta mi è piaciuto. Nonostante in queste settimane sia stato molto critico col patron, nonostante ne abbia stigmatizzato quelli che a mio giudizio sono errori reiterati, nonostante resti molto preoccupato per le dinamiche che porteranno alle scelte future, nonostante, infine, il presidente possa magari essere indotto a pensare che fra i cosiddetti avvoltoi, ci sia anche il sottoscritto, giovedì Andrea mi è piaciuto e mi fa piacere dirlo subito. Ovviamente non so, e non mi interessa sapere, se Andrea mi veda come un rapace in attesa del crollo della società o se non sappia neppure della mia esistenza, quel che mi interessa è che l'uomo che ha il compito di avviare la rivoluzione e che, insieme al fratello Diego (figura ormai mitologica in città, soprattutto dopo lo scambio di cortesie con John Elkann), ha in mano le chiavi della cassaforte e il destino del club, faccia le scelte migliori per la Fiorentina. Intendiamoci, ci sono cose, fra quelle dette dal patron (cercherò di non dimenticare che il presidente è, ufficialmente, Mario Cognigni) che comprendo poco ma oggi non mi ci soffermerò, tanto sono piacevolmente sorpreso dal piglio e dal modo di porsi del presidente onorario. Inutile dire che adesso contano solo i fatti e su quelli non possiamo che attendere in attesa di una salvezza che, qualora non arrivasse dal campo, sarebbe senz'altro restituita dalla giustizia sportiva che, se le cose stanno come sempre, falcidierà diversi club di A. Non dimentichiamo mai, però, che retrocedere sul campo significa retrocedere, a prescindere dal ripescaggio, esattamente come per anni la società ha giustamente rivendicato i quattro piazzamentI Champions pur avendovi giocato soltanto in due edizioni. Mi dilungherò poco sulla gara di oggi pomeriggio. Giusto la riga che serve per sottolineare che se il MIlan giocherà secondo i propri parametri, essendo più forte, vincerà. Tutto il resto appartiene alla sfera dell'imponderabile ed è aggrappandosi a questo che i tifosi viola si approcceranno alla tv o a San Siro per assitere al match. Andrea Della Valle non ha voluto parlare del nuovo ds, tantomeno ha specificato a chi spetterà il compito di sceglierlo. Probabilmente a lui e, tutto sommato, è la soluzione che mi rende più tranquillo. Mi suggeriscono che fra coloro che più lavorano in questo senso c'è il semisconosciuto, al grande pubblico viola, Leonardo Limatola. Ormai da molti anni nel club, sempre nell'ombra, mi dicono dotato di grandi capacità mnemoniche e imbattibile a fantacalcio, il nostro pare dotato di agenda ricchissima che sta sfogliando senza soluzione di continuità nella speranza che, prima o poi, possa rispondere l'uomo giusto e che, questo, gli faccia spiccare il volo nella considerazione del patron. Il ds, dovesse sceglierlo il presidente Cognigni, probabilmente resterebbe una carica vacante, uno stipendio risparmiato fa sempre buon gioco al bilancio. Difficile dire, invece, cosa passi sul tema per la testa dell'a.d. Mencucci. Diciamo che forse, decidesse lui, sceglierebbe se stesso. Decidesse il consigliere d'amministrazione Panerai probabilmente il ds lo farebbe Cognigni, così da liberare la poltrona della presidenza, collocarcisi e poter coronare un grande sogno. Infine Diego Della Valle, lo scegliesse il patron, nonché primo tifoso viola, il candidato principe potrebbe essere Luca Cordero di Montezemolo, ma in quel caso parleremmo di un direttore generale, anche esperto in stadi, visto quanto fatto dal presidente Ferrari nel 1990 da presidente del comitato per i mondiali italiani. Un nome a sorpresa ce lo avrei io (non come ds, ma come uomo di Firenze in Fiorentina) ed è quello del più grande sportivo fiorentino (diciamo dopo Bartali ma qualcuno li mette sullo stesso livello) della storia della città: Gianni De Magistris. De Magistris è fiorentino, ha dedicato la sua vita sportiva a difendere e far vincere Firenze, è conosciuto in Italia, in Europa e nel mondo, è uomo libero e onesto ed ha spirito olimpico. Ha un solo difetto, che per qualcuno rappresenta un pregio, tratta tutti allo stesso modo, dal presidente all'ultimo impiegato, dalla prima firma all'ultimo stagista. Al Barcellona c'è Estiarte, alla Fiorentina potrebbe esserci il Maradona della Pallanuoto (ma lui direbbe che è Maradona il De Magistris del calcio). Ci pensi Andrea, lo inviti magari a pranzo, ci faccia due chiacchiere, lo conosca meglio e, nel peggiore dei casi, non avrà buttato due ore del proprio tempo. Mi accorgo che sono arrivato al termine dello spazio a mia disposizione e, rileggendomi, penso di aver scritto cose poco realistiche, forse senza senso, vacue, inutilmente sarcastiche. Più o meno il ritratto dell'attuale Fiorentina. Quindi mi fermo qui, aspettando un sussulto a San Siro e confidando nell'inesauribile agenda del mio omonimo, il dottor Limatola.
Leonardo Petri
giornalista di Canale10