FRANCK, L’ALBA IN CAMPO E IL SALVAGENTE PER BEPPE. IL MONITO DI COMMISSO E UN MODULO DA CAMBIARE. FRANCHI: RESTYLING SÌ, CONCESSIONE (FORSE) NO. E CAMPI PREPARA IL RILANCIO

10.06.2020 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
FRANCK, L’ALBA IN CAMPO E IL SALVAGENTE PER BEPPE. IL MONITO DI COMMISSO E UN MODULO DA CAMBIARE. FRANCHI: RESTYLING SÌ, CONCESSIONE (FORSE) NO. E CAMPI PREPARA IL RILANCIO

Il campione istruisce con l’esempio. E Ribery sa come si fa. Col Bayern ha vinto nove scudetti, la Champions più coppe e coppette varie. A livello personale è stato tre volte calciatore dell’anno e ha pure sfiorato il Pallone d’Oro, nonostante Leo Messi e Cr7. Eppure anche ieri era lì, a sudare per tornare protagonista. Ai campini se lo son visti arrivare quando ancora non erano le sette. Si è svegliato all’alba, l’immancabile caffè dalla Tommasina a Bagno a Ripoli e poi via a sudare in cyclette, tra un video divertente su Instagram e un buon consiglio ai giovani. Perché Franck è una macchina da guerra, campione in campo, giullare quando può e punto di riferimento per tutti. Riaverlo dopo oltre cinque mesi è come ritrovare un tesoro che sembrava perduto. Aggrapparsi a lui per uscire da una classifica scomoda è la conseguenza naturale di una stagione complicata. Ribery ha una voglia matta di lasciare il segno e nonostante l’età e la lunga astinenza dal calcio, ha tutte le carte in regola per diventare il punto di riferimento di questo mini torneo estivo. Anzi, per essere il vero salvagente a cui Beppe Iachini potrà aggrapparsi per tenersi stretta la Fiorentina. Sì, perché Commisso vuole divertirsi e si aspetta passi in avanti sul piano del gioco. Con Ribery e Chiesa davanti si è vista la Fiorentina migliore di quest’anno, non appena Tachtsidis ha rotto il francese, per Montella (e in parte anche per lo stesso Chiesa) è stata notte fonda. Beppe allora dovrà trovare il sistema per aggiungere talento e genialità a un attacco troppo spesso statico. E le cinque sostituzioni in questo senso aiuteranno molto. L’ideale sarebbe far convivere Vlahovic, Fede, Franck e pure Castrovilli, in una sorta di 3-4-2-1 di sousiana memoria che da una parte potrebbe sbilanciare la squadra, ma dall’altra consentirebbe di mantenere la collaudata difesa a tre. Cambiare modulo, ma soprattutto atteggiamento, però è una necessità. Il calendario dice che la ripartenza sarà soprattutto contro le piccole, che la Fiorentina - con 3-5-2 solido, ma al tempo stesso troppo statico - ha sempre faticato a battere. Ecco perché la classe di Ribery, anche part time e a ritmi comprensibilmente bassi, potrebbe fare la differenza. Ripartire giocando ogni tre giorni crea mille dubbi e infinite incertezze. Ma su una cosa si può scommettere: la classe nel calcio ha sempre fatto la differenza. E i campioni come Franck lasceranno ancora il segno. Giocare di continuo e cambiare quasi mezza squadra ogni partita, farà scoprire anche le carte di chi finora è rimasto ai margini. Penso a Cutrone innanzitutto, ma anche a Sottil, Agudelo, lo stesso Kouame quando starà bene (l’idea è rivederlo a luglio). Si gioca molto Pulgar, mentre di Dalbert la Fiorentina è contenta e vorrebbe perfino tenerselo, a patto che l’Inter sia disposta ad allungare il prestito di un’altra stagione. 

Per Chiesa invece il discorso è diverso. Il suo campionato, finora, è stato frenato dai disagi figli del mercato, da un ruolo che ancora non gli appartiene, dalle difficoltà della squadra e dai vecchi problemi in zona gol. Ha giocato ottime partite, ma ha anche deluso spesso. E soprattutto ha segnato troppo poco rispetto a quello che gli si chiede. Il volpone Marotta ha già fatto capire che all’Inter piace, ma che 70 milioni Suning non li spenderà mai. E lo stesso discorso vale anche per la Juve. Se Fede vorrà davvero andarsene insomma, ci sarà da lavorare sulle contropartite, a meno che la pista United non diventi concreta per davvero. Ce n’è abbastanza insomma per mettersi comodi e osservare come andranno le cose. Questi quaranta giorni di campionato saranno anche anomali e poco logici. Ma sono l’unico mezzo che resta a Commisso, Barone e Pradè per scegliere chi è da Fiorentina e chi no. Allenatore compreso.

Parlare di calcio, se non altro, ha distolto l’attenzione dallo stadio. Di beghe politiche e vincoli incomprensibili, non se ne può più. Da Palazzo Vecchio a proposito, si è capito che dare il Franchi in concessione è una strada durissima da seguire. Ci sono troppi ostacoli e il prezzo sarebbe proibitivo (se la Mercafir costava 22 milioni, chissà quanto costerebbe uno stadio considerato monumento…). Una delle ipotesi, sfruttando il benedetto decreto semplificazione in arrivo, sarebbe offrire a Commisso una ristrutturazione più radicale (giù le curve), ma mantenendo lo stadio a gestione comunale. Basterà a convincere Rocco? Difficile, almeno stando alle parole di sabato. Da Campi intanto preparano il contro-rilancio. In settimana sono previste novità. Prepariamoci al solito batti e ribatti. Poi, lunedì 22, tornerà Franck. E lì, finalmente, potremo sorridere davvero.