FIRENZE A RISCHIO B SFIDA IL SUO FIGLIOL PRODIGO, SEMBRA UN FILM DI HITCHCOCK E INVECE E’ REALTA’. TIFOSI COL FIATO SOSPESO, SCIOPERO INTERROTTO: E’ L’ENNESIMO ATTO D’AMORE, UN SEGNALE ANCHE PER DELLA VALLE
A forza di perdere, la B è diventata un rischio concreto, tangibile, perfino probabile visto come gioca l’Empoli e come non gioca la Fiorentina. E allora siamo qui, costretti a incrociare le dita in attesa di questi drammatici ultimi novanta minuti di campionato: dall’altra parte ci sarà Prandelli, il figliol prodigo di Firenze, l’amico che torna al Franchi dopo anni e che proprio sotto casa metterà in ballo il suo futuro. Chissà cosa gli passerà per la mente in queste ore, chissà se avrà avuto modo di ripensare alle accuse di Diego Della Valle e al suo addio forzato alla Fiorentina. Di sicuro, sia lui che Montella si giocano tanto, forse tutto: entrambi arrivano da fallimenti, entrambi hanno accettato di salire in corsa su un treno senza locomotiva. Ora si ritroveranno l’uno di fronte all’altro, proprio qui, nel loro stadio, e con una sola, ultima cartuccia da sparare. Sembra un film di Hitchcock e invece è la pura realtà. Chi resterà in piedi? Forse uno solo, forse entrambi. Dipenderà, naturalmente, da quello che combinerà l’Empoli a Milano, oppure, nella peggiore delle ipotesi, dal risultato di Cagliari-Udinese (in caso di arrivo a 40 punti di Genoa, viola e friulani, a Montella basterà perdere 1-0). L’Inter a proposito non segna e non vince più, Spalletti (empolese d’adozione ma tifoso viola da sempre) convive col fantasma di Conte e rischia seriamente di restare con un pugno di mosche in mano: guai fidarsi delle apparenze insomma, col Genoa servono punti (sarebbe anche l’ora, dopo sei sconfitte di fila si rischia di battere il record dell’assurdo).
Proprio per questo la tifoseria, tutta, è pronta a mettersi in moto. A sotterrare l’ascia di guerra e a fare il tifo come ai tempi proprio di Prandelli e Montella, quando lo stadio era pieno, la squadra era forte e l’Europa l’habitat naturale di una Viola bella, costruita per divertire e non solo per far tornare i conti. Quello dei tifosi è un atto d’amore. L’ennesimo. Ma anche un segnale che i Della Valle farebbero bene a non ignorare. La Fiesole tornerà a fare il tifo, niente più scioperi, niente più spalti vuoti. Torneranno anche gli striscioni, ci saranno cori e applausi per tentare di scuotere una squadra impietrita. Le lacrime dei giocatori a Parma sono un pessimo segnale: la squadra ha paura, è incapace di reagire e di attirare un briciolo di fortuna. Domenica non ci sarà nemmeno Montella, un altro che sembra finito nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Sabato aveva snocciolato numeri come se stesse lottando per l’alta classifica, a Parma invece ha urlato contro l’arbitro e preso a pugni i tabelloni pubblicitari: squalifica inevitabile e tanti saluti alla possibilità di guidare la squadra nell’ultima, decisiva giornata di questa sciagurata stagione. In queste settimane l’Aeroplanino ha provato a isolare la squadra, ha tentato di cambiare i modi di lavorare al centro sportivo, di voltar pagina dopo il burrascoso addio di Pioli. Non è riuscito in nulla e adesso, a pagare le conseguenze, potrebbe essere una città intera. Con Mirallas acciaccato allora, un’idea potrebbe essere osare, anche perché Dabo esterno non è proponibile: Chiesa più largo, più Muriel e magari Vlahovic (Simeone anche basta). Sarebbe un 3-5-2 molto offensivo, un’idea per tentare di scacciare la paura e aggredire lo spaurito Genoa prandelliano. La teoria conservativa con la Fiorentina non ha mai pagato, giocare per il pareggio sarebbe suicida.
Un minuto dopo la fine poi, la palla passerà a Della Valle. Che vuol fare della Fiorentina? Le voci di interesse intorno alla società si fanno sempre più intense, sui tavoli di Palazzo Vecchio ci sarebbero dossier su potenziali acquirenti. Per il momento nessuno conferma, ora conta solo la salvezza. Da lunedì però, le mille domande che ronzano in testa, dovranno trovare risposte. Un altro anno così, non lo vuole nessuno.