FIORENTINA: ANIMA E GIOCO. DIFESA PRIMA, ATTACCO SECONDO. IL TECNICO: MAI 11 GOL DOPO 5 TURNI. VERETOUT, PIOLI HA INDOVINATO

24.09.2018 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
FIORENTINA: ANIMA E GIOCO. DIFESA PRIMA, ATTACCO SECONDO. IL TECNICO: MAI 11 GOL DOPO 5 TURNI. VERETOUT, PIOLI HA INDOVINATO
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© foto di Giacomo Falsini

E’ troppo presto per le previsioni, cosa sono 5 partite, solo un piccolo scatto. Il primo vero bilancio andrà fatto come sempre ad un terzo del percorso, in quel momento capiremo di più. Per tanto è consigliabile una buona dose di calma abbinata ad una porzione copiosa di equilibrio. Adesso non resta che godersi una Fiorentina portatrice sana di anima e gioco. Un terzo posto meritato, costruito sulla prima difesa del campionato (3 gol subiti come la Samp) e il secondo attacco (11 centri). Mai Pioli in carriera aveva avuto un reparto offensivo con 11 gol dopo 5 turni. 

Una squadra che fa quello che sa perché sa quello che fa, dopo tanto lavoro sul campo. Non ci sono segreti, alchimie strampalate, solo ingegno e fatica di un allenatore capace e saggio. Al gruppo il merito di capirlo, seguirlo e soddisfarlo.

L’anima è rappresentata da un furore agonistico che da un po’ di tempo non transitava da Campo di Marte. La famosa gamba, quella che lotta, anticipa e strappa. Il palleggio tedioso è un lontano ricordo così come la velocità ridotta, ora è tutto più rapido, talvolta la Fiorentina pare un flipper. 

E’ anche più fisica: ottima la scelta del mercato che ha premiato un aumento di volume dei giocatori. Più chili, più centimetri. Siamo alle solite, nel calcio di oggi i piedi, fini a loro stessi, purtroppo non contano abbastanza se non sono alla base di un fisico strutturato. Nel post gara di Marassi Giampaolo ha sottolineato quanto la Fiorentina sia forte anche per una certa fisicità. 

Gioco significa organizzazione e idee: meriti o colpe sono da ricondurre all’allenatore. Pioli è troppo intelligente per non sapere - da calciatore ha frequentato palcoscenici di prima fascia - che il suo mestiere (purtroppo) è anche fiction. E lui su questo piano parte svantaggiato. 

E’ il “normal one” per postulato: non fa cinema in panchina, non usa una dialettica da consumato teatrante, non fa turnover scellerati, non si inventa bizzarre formazioni, magari stravolgendo ruoli. Non toglie i migliori quando i migliori, in squadre come la Fiorentina, devono giocare sempre, salvo impedimenti manifesti, perché a sedere non ci sono 400 milioni di euro di alternative… Pioli sa di essere destinato al giudizio che tratteggia come allenatore normale (per noi è un pregio), quando in realtà è molto più bravo di altri più celebrati e più glamour di lui. Ma va bene così, tanto Pioli si diverte a partire dietro per arrivare davanti. 

Insieme a Corvino ha scelto il coraggio puntando sul tridente puro. Per sostenere quei tre là davanti serve un centrocampo molto abile nel contenere e ripartire: su questo terreno c’è ancora tanto da lavorare, Pioli è il primo ad esserne consapevole, ma siamo certi che alla fine Edimilson e Gerson miglioreranno tanto. E’ nel loro interesse diventare centrocampisti completi e non calciatori incompiuti. 

Il dopo Badelj era difficilissimo da maneggiare, ma Pioli ha centrato il bersaglio fin da Moena puntando l’indice su Veretout. Ha dovuto sfidare lo scetticismo generale, critica compresa, ma ha avuto ragione: Veretout sembra nato per giocare là davanti e neppure lui sa dove può arrivare. Non c’è altro giocatore nella Fiorentina che possa garantire lotta e governo, come il transalpino, di fronte alla terza linea. Veretout non è solo una diga, è anche abilissimo nel leggere l’azione e nel sapere come comportarsi di conseguenza. 

Falso il problema della mancanza dei suoi gol perché ora gioca “basso”: nella stagione scorsa ne ha fatti 10 in totale, di cui la metà sui piazzati. Questi ultimi restano comunque suo appannaggio e i 5 in meno sono ampiamente recuperabili col tridente, con gli altri centrocampisti che vanno in rete e coi difensori. Infatti, come detto, la Fiorentina è il secondo attacco del campionato. Veretout è indispensabile per il gioco viola, l’ingranaggio principale. 

Pjaca è indietro, basta vedere quanto ridotto sia il suo dinamismo, ma intanto ha segnato. Non è poco. Poi con la sua presenza tiene sempre sotto pressione la difesa avversaria: appartiene alla categoria dei campioni che anche da fermi possono ribaltare una partita. Certo, è necessario che conquisti quanto prima una buona condizione. 

Chiesa è sempre più consapevole della sua forza, ha perso i tratti del ragazzo, è diventato adulto anche nel fisico e nella postura sul campo. Federico è l’inno dell’esplosività ed ha anche un gran cuore: l’abbraccio col fratellino Lorenzo è stato emozionante e vero, come poche cose sono rimaste nel calcio di oggi. 

L’esordio di Hancko è stato molto positivo: Biraghi è avvertito, la concorrenza è forte. Sarà stimolante per entrambi, ma Pioli è felice, a sinistra la Fiorentina sta benone. Mirallas ha l’atteggiamento del giocatore vero, quello che si è esibito in teatri importanti. Punta la porta che è una meraviglia, un altro che può accendere competitività nell’attacco viola. Ecco la differenza con un anno fa: non è più una Fiorentina da 11 giocatori, i ricambi ci sono e offrono soluzioni flessibili. 

Ma è solo l’inizio, meglio stare calmi perché domani c’è San Siro e l’Inter è in grande crescita. Altro giro cari viola, altro esame.