ECCO COME SOUSA HA CAMBIATO LA FIORENTINA. LA SQUADRA LIBERATA DA SCHEMI E TATTICISMI INUTILI, BERNA E TELLO AL POSTO GIUSTO. UN MODULO PIÙ SEMPLICE. IL CAMPIONATO RIPARTE, MA C’È MOLTO DA LAVORARE: NESSUNA ILLUSIONE. ASPETTIAMO GONZALO
S’aspettava la scossa e finalmente la scossa è arrivata. Da Cagliari, oltre ai tre punti fondamentali in questo momento delicatissimo, la Fiorentina porta a casa diverse cose buone. Intanto non è vero che parte della squadra era contro l’allenatore (noi non l’abbiamo mai pensato, sono leggende metropolitane) e la dimostrazione è arrivata dalla reazione dopo il vantaggio del Cagliari. Un gruppo senza valori e senza attributi morali si sarebbe lasciato andare al suo destino, affondando il tecnico, invece è successa tutt’altra roba: il carattere c’è. La coesione pure salvo qualche caso isolato come Zarate. Mettiamo con questo un bel punto fermo.
Poi mi sembra stia tornando la velocità, diversi giocatori si muovono meglio, sono più rapidi nei movimenti, più sciolti, di sicuro più liberi di testa. Buona anche l’idea sponsorizzata da Corvino di cominciare a lanciare i giovani, gente come Hagi, Chiesa e Diks può portare energia ed entusiasmo ad un gruppo fino a domenica parecchio spento. Dunque soddisfazione, ma niente trionfalismi per i cinque gol, pensare che sia tutto risolto sarebbe un gravissimo errore, ma qualcosa di importante è comunque successo. L’encefalogramma piatto di una squadra sempre uguale a sé stessa da febbraio ad oggi, finalmente si è mosso, ha avuto un’impennata. La paura del tracollo è passata, speriamo anche ai dirigenti che per pessimismo avevano lasciato la trasferta di Cagliari ai soli Rogg e Freitas. I big a casa.
Cosa è successo? Da dove arriva la svolta? Era chiaro, come abbiamo scritto, che dopo le ultime delusioni e la classifica traballante, le sei partite (quattro di campionato due di coppa) che separavano la Fiorentina dalla sosta novembrina, sarebbero state determinanti per la panchina. Sousa ha avuto un confronto con la società e con Corvino, tutti gli hanno chiesto di cambiare qualcosa, di rianimare il gioco e i giocatori. L’allenatore ha capito perfettamente che la sua panchina era in bilico nonostante le smentite ufficiali. In privato glielo hanno detto chiaramente. Non sarebbe stato accettabile un trend come quello con il Torino o l’Atalanta.
Il tecnico ha parlato e si è confrontato anche con i giocatori, con i leader del gruppo. Ricordate Astori che in una intervista disse "stiamo lavorando per cambiare qualcosa?". I risultati si sono già visti e (spero) se ne vedranno altri. Sousa si è finalmente convinto che il 3-4-2-1 era diventato prevedibile. I continui cambi in corsa, durante la gara, quello che ho definito il modulo trottola, è roba bellissima sulla carta, ma forse ha bisogno di una squadra più forte, di più giocatori-campioni, c’era tanta presunzione nell’idea di Sousa. Questo è stato analizzato, percepito e recepito.
Ecco allora il 4-3-1-2 visto in Repubblica Ceca che però ha sbilanciato la squadra, non ha convinto. Per questa Fiorentina è difficile reggere due punte. O stai troppo basso per proteggerti o se attacchi rischi di perdere equilibrio. E si è visto chiaramente. Così Sousa, analizzato il Cagliari e la sua difesa lenta, ha pensato di optare per il 4-4-1-1 mettendo dentro i giocatori più tecnici e più veloci. Modulo che in fase d’attacco diventa 4-2-4 o anche 4-2-3-1 a seconda delle situazioni. E in fase di copertura 4-5-1. Il ragionamento è tatticamente semplice, ma efficace. La difesa a quattro copre tutto il campo e i due esterni si sentono protetti con terzini alle spalle. La crescita di Tello è spiegata anche così. Bernardeschi è stato il punto di riferimento della manovra offensiva, tagliando da sinistra al centro è andato a chiudere da trequartista, faccia alla porta, posizione che predilige. Borja in mezzo al campo vede meglio il gioco e ha più tempo di riflessione. Ma tutta la squadra è stata più bassa cercando di verticalizzare rapidamente sui movimenti di Kalinic e Ilicic (centrali), Tello e Berna sugli esterni. E’ andato quasi tutto bene.
Il Cagliari ci ha messo parecchio del suo, l’allenatore non ha capito che tenendo la squadra lunga, senza fare pressione, la tecnica dei viola l’avrebbe massacrato. Detto e fatto. E’ stato coraggioso, Paulo Sousa. Nella difficoltà ha trovato una via d’uscita schierando una squadra d’attacco (cinque giocatori offensivi più Vecino che non è certo un incontrista) che ha funzionato. Risolto tutto? No, contro altre squadra questa Fiorentina sarebbe troppo leggera e fragile potrebbe andare in difficoltà, è importante però che Sousa abbia capito di dare compiti più semplici e soprattutto i giocatori devono essere sfruttati per le loro caratteristiche. Immagino che da oggi in poi si giocherà molto in base all’avversario e alla gara da giocare, non si può imporre sempre il gioco se non c’è la forza e la condizione atletica ottimale per farlo.
Unico neo la difesa, non mi è piaciuta. La scarsa protezione del centrocampo si è vista, ma gli esterni devono essere più reattivi nelle chiusure. E la coppia Gonzalo-Astori non può prendere tre gol di testa allo stesso modo. Su questo c’è da riflettere e da lavorare. Gonzalo sta pagando l’infortunio che l’ha tenuto fuori per qualche partita. Tre gare in una settimana non le regge ancora. Strano Astori, fin qui uno dei migliori. Ma, evidentemente, è un problema di reparto che deve imparare a giocare a quattro con due esterni nuovi (Salcedo e Olivera) e un assetto diverso.
Penso che approfittando del Crotone, domani sera Gonzalo, alle prese anche con decisioni importanti per il suo futuro, sarà tenuto a riposo. Dovrebbe essere l’ora di De Maio. Tornerà anche Babacar che non può perdere il ritmo-partita. Con Kalinic o senza? Con due punte trovare l’equilibrio è più difficile, ma con il Crotone forse si può fare. Tornerà anche Badelj non brillante, anche lui stanco per l’Europeo, la nazionale, i tanti impegni. E svagato dalle sirene di mercato. Il croato è il giocatore che più manca a questa squadra, Sanchez è un’altra roba, non illudetevi per la corsa, i muscoli e la chioma. Badelj va recuperato, non può pensare di forzare la mano alla società per essere ceduto e Corvino gli ricorderà presto che se la Fiorentina vuole lui resta qui fino al giugno del 2018. Nel caso anche in tribuna. Ma spero non ce ne sia bisogno. Su Zarate ho già parlato a lungo, anche duramente. Chi lo voleva in campo come salvatore della patria non capisce il calcio e soprattutto il calcio della Fiorentina. Chi gioca per sé non fa per tre, ma fa solo danni. Zarate comunque è un problema perché ha cominciato a spingere per giocare. La tensione c’è, ma va gestita. Come deve essere gestita bene questa ripartenza. Non è successo niente, testa bassa e pedalare, il campionato è appena cominciato.