È GIÀ SFIDA DECISIVA: VINCERE O SOFFRIRE
Condivido in larga parte l'entusiasmo che si è scatenato intorno a questo inizio di stagione viola. Lo condivido perché dopo due anni di niente e l'ultima stagione di Prandelli, salvata solo (non è poco in verità) dagli ottavi di Champions League, la Fiorentina di Montella sta mostrando accenni di personalità e di gioco, soprattutto mi pare di intravedere un'idea ben precisa in funzione della quale tutti, staff, giocatori, e forse persino dirigenti, stanno lavorando coerentemente. Un entusiasmo che però mi pare prematuro voler far coincidere con i risultati perché, da questo punto di vista, la Fiorentina ha fatto né più e né meno quel che era nelle previsioni. Ha battuto nel recupero un'Udinese imbottita di riserve e, guardandone l'avvio di stagione, con moltissimi problemi e ha perso, come da pronostico, sul terribile terreno del San Paolo di Napoli. Tre punti e, alle viste, una sfida difficile sotto tutti i punti di vista contro il Catania, squadra imbattuta e con un punto in più dei viola. Dall'esito di questo match dipenderanno molti giudizi. Se la Fiorentina vincesse l'entusiasmo resterebbe inalterato ma se dovesse pareggiare o addirittura perdere ecco che, ne sono certo, inizierebbero i mugugni, i brusii, finirebbe, scorrendo la classifica domenica sera, gran parte del buonumore che ha accompagnato finora l'avventura di questa nuova, rivoluzionata, Fiorentina. Ovviamente mi auguro che tutto vada per il meglio ma ritengo la gara di domenica uno snodo cruciale della stagione viola, un momento fondamentale di crescita. Vincendo, anche in maniera poco brillante, la Fiorentina potrà lavorare in serenità, preparare senza tensioni la trasferta di Parma e le successive gare contro la Juventus (infrasettimanale al Franchi) e l'Inter (posticipo domenicale a San Siro) e imprimere quindi un segnale importante al proprio campionato, anche sul piano del gioco. Non vincendo (non dico addirittura perdendo) già la trasferta di Parma diverrebbe la partita per evitare di finire subito (mi verrebbe da dire di nuovo) nelle retrovie della classifica, col rischio che il risultato e l'importanza del match prevarichino l'esigenza della ricerca della crescita attraverso il gioco, rispettandone i tempi e, anche, gli eventuali passi falsi. Per questo vi sono momenti, nella costruzione di una squadra, più importanti di altri e Fiorentina-Catania rappresenta, a mio modestissimo parere, proprio uno di questi momenti. Oltretutto in una piazza affamata di soddisfazioni come Firenze. In attesa del responso del campo mi soffermo brevemente su due momenti della settimana che sta volgendo al termine. Il primo riguarda le parole di Viviano che, dal ritiro della nazionale, si è lamentato del trattamento ricevuto da taluni critici, rei, a parere del portiere-tifoso, di giudicare troppo severamente le sue prestazioni proprio a causa della sua fede viola. La cosa singolare è che, dietro alle parole di Viviano sono andati un po' tutti, passi per i tifosi, categoria di cui Viviano fa parte, ma che non ci sia stato un collega che abbia affermato un parere opposto a quello del portiere mi ha sinceramente stupito. Mi pare, infatti, che proprio la conclamata passione viola lo abbia salvato, finora, da giudizi più severi. Il secondo momento saliente della settimana è l'intervista a Jovetic che la brava Alessandra Gozzini ha raccolto al termine di San Marino-Montenegro per la Gazzetta dello Sport. In sintesi Jo-Jo ha confermato l'esistenza della famosa clausola rescissoria e solo una sua decisione (e magari anche una provvidenziale frenata juventina) ha impedito la partenza.Ma ora e'tempo di concentrarsi su una partita che come ho gia' detto e' davvero fondamentale.
Leonardo Petri