È FINITA MALE, MA ALMENO È FINITA... INVESTIRE PER CAMBIARE MARCIA, PIOLI LO HA SPIEGATO BENE. CDA DECISIVO NON SOLO PER IL BUDGET. PORTIERI: QUESTIONE DELICATA
La stagione è finita male con gli schiaffi di San Siro, ma siccome è stata un’annata maledetta, almeno è finita...
Il 4 marzo è stato il giorno del dramma, dopo Davide non poteva essere più come prima. Avevamo detto che comunque si fosse concluso il cammino, questo gruppo avrebbe meritato un grazie. Soprattutto non sarebbe stato giusto chiedere più niente.
Il campionato 2017-18 va in archivio con l’ottavo posto, la stessa posizione dell’anno precedente, ma questa stagione era partita con presupposti diversi. La Fiorentina di Sousa aveva buttato via l’Europa League, quella di Pioli nonostante il 4 marzo e una rivoluzione tecnica partita ad agosto, a 180 minuti dal termine era ancora in corsa per l’Europa. Questo è un dato che va sottolineato, così come gli altri.
La partita di Milano è stata contaminata dagli infortuni, Pioli ha dovuto cambiare uomini fin dal primo tempo. La difesa sperimentale con Olivera centrale e Gaspar terzino è naufragata. Perché non è entrato Hristov? Pioli non lo ha ritenuto pronto per San Siro, lo ha spiegato chiaramente. Ma al di là di queste considerazioni, resta il fatto che se all’undici titolare togli due pilastri come Badelj e Veretout i cambi non ci sono. Se poi per strada perdi Sportiello, che comunque nelle ultime partite è andato male, la situazione peggiora. Quindi si ferma anche Pezzella e allora si apre la voragine. La sensazione di Milano è una conferma: la Fiorentina ha un telaio base buono, certamente da migliorare, ma il vero vulnus è la panchina. E’ lì che la società dovrà intervenire se vorrà, come ha annunciato Andrea Della Valle, stare stabilmente in Europa.
Pioli alla vigilia di Milano è stato nitido nei concetti e nel post gara ha ribadito le linee guida. Vuole pochi innesti, ma di qualità e personalità: lo ribadirà ai Della Valle e a Corvino.
Implementare la rosa per migliorare il piazzamento odierno, cioè l’obiettivo sarà riconquistare l’Europa. Ma siccome il tecnico viola è uomo di buon senso ha anche chiarito che nella prossima annata ci saranno, pronti via, almeno sei squadre più forti della Fiorentina. E “poi dovremo capire - ha aggiunto - come si rafforzeranno Torino, Samp e Udinese...”. Messaggio per i naviganti che non ha bisogno di essere decodificato.
Ora c’è attesa per il CdA dell’inizio di giugno: il board viola dovrà deliberare la cifra da affidare a Corvino, nella speranza che sia superiore ai 20 milioni, visto che 10 andranno via per il riscatto di Pezzella. Ma pare che possa esserci anche anche un altro tema: si sussurra di un riassetto societario, con una rimodulazione di alcuni ruoli. Vedremo. Importante che ci sia una fuga in avanti dei Della Valle perché il secondo anno consecutivo senza Europa pesa tanto, troppo.
Simeone ha chiuso a quota 14 gol, migliorando lo score di Genova: anche questa è una buona notizia.
Mentre la questione portieri si mostra delicata. Sportiello ha concluso male la stagione spargendo dubbi dopo una parte di campionato giocata bene: il riscatto è incerto. Il suo sostituto che in nazionale si era lamentato del poco spazio concessogli da Pioli, quando è stato messo alla prova ha preso 8 gol, tra Lazio, Sassuolo e Milan. A San Siro Dragowski è stato un disastro. Corvino dovrà prendere una decisione e non sarà una scelta facile.
Stamani ai Campini ci sarà il rompete le righe, poi tutti in vacanza. A luglio si ricomincia. Non dimenticando mai Davide, ma con nuovi presupposti perché Firenze non merita la terra di mezzo.