COSA CHIEDERE OGGI ALLA FIORENTINA: CONTINUITÀ, INTENSITÀ E VOGLIA DI VINCERE. PRANDELLI CAMBIA POCO RISPETTO AL SASSUOLO. VLAHOVIC E RIBERY, UOMINI AL COMANDO. VERONA FORTE, BEL TEST PER I VIOLA
Ci siamo aggrappati ai quei pochi, ma tangibili segnali sbocciati nella gara di mercoledì col Sassuolo. Una Fiorentina viva, con il sangue caldo nelle vene, piena di problemi, ma decisa a risolverli. Più forte nel carattere perché dopo il gol di Traore ha reagito, non come in altre occasioni quando aveva mostrato un profilo di pastafrolla. Abbiamo paragonato la squadra viola ad un malato molto grave che ha iniziato, forse, la lenta quanto progressiva guarigione. Bel lungi da dichiararsi fuori pericolo, ma meno agonizzante di prima.
Valutazioni, sensazioni, riflessioni che potrebbero aver colto nel segno solo se oggi alle 17, dopo la delicata sfida col Verona, tutti questi indicatori saranno confermati. Prandelli ha invocato continuità ed ha evocato quell’energia respirata mercoledì notte. Ha detto che vorrà assolutamente ritrovarla nel confronto odierno con i veneti. Del resto la corsa verso la salvezza è un percorso ad ostacoli che può rischiare di sfinirti. Saltato uno, più o meno bene, trovi subito il secondo e se lo sbagli, butti in aria ciò che di buono hai fatto in precedenza. Continuità, appunto. Elemento imprescindibile nella ricerca del successo, sia esso votato alla lotta per traguardi prestigiosi sia a quelli meno nobili, ma non di meno importanti.
Battere il Verona per la Fiorentina attuale può apparire un’impresa. La squadra di Juric, settima in classifica, è titolare di un gioco codificato, azionato ad alta velocità, con modalità di marcatura a uomo. Il Verona è una belva assetata di sangue che ti salta alla gola e non ti molla fino a quando non respiri più. Una ferocia agonistica indotta da un allenatore guerriero, ma pure stratega. La sensazione è che il Verona sia ancora più impattante nelle gare lontano dal Bentegodi: nelle ultime 4 trasferte 2 vittorie a casa Lazio e Atalanta, altrettanti pareggi a San Siro e Torino con Milan e Juve. A Verona, invece, l’ultima partita è stata sinonimo di sconfitta con la Samp di Ranieri, uno che venendo molto da lontano sapeva come disinnescare Juric, allenatore innovatore, ma con forti radici nel passato. Ranieri lo ha colpito con le stesse armi utilizzate solitamente da Juric.
I veneti avranno assenze di rilievo, ma nessuno tra i viola potrà cullare speranze effimere perché proprio a causa della codifica di quel gioco, chi entra entra, riesce a far bene.
Il Verona ha una mentalità che piace molto a Prandelli e pure a noi. Per stenderlo serviranno intensità e ferocia agonistica. Quella voglia matta di raggiungere il successo, la di là dei propri limiti manifestati tante volte.
Con questo atteggiamento arriverà anche la continuità: dare un seguito alla buona prova col Sassuolo equivarrebbe ad una potente iniezione di autostima in un gruppo minato da tante paure.
Prandelli crediamo cambierà poco rispetto al Sassuolo: assetto a tre in difesa, diciamo anche a cinque, perché lo ha spiegato bene e chi non vuol capire si arrangi. “Non ci dobbiamo vergognare di difendere”. A destra in vantaggio ancora Venuti - il soprannome Jorgensen è una medaglia che il giovane cresciuto nel vivaio viola si può mettere orgogliosamente sul petto - su Lirola, mentre Callejon sembra ancora un po’ indietro nella condizione. E quando rientrerà Prandelli cambierà modulo perché giustamente Cesare non lo vede come quinto. Adesso, però, meglio non togliere certezze ad una squadra che si trova a proprio agio con tre centrali difensivi (forse Iachini aveva ragione…). A sinistra Biraghi. In mezzo rientrerà Pulgar con Amrabat, pedina che a Prandeli piace molto, se qualcuno nutrisse ancora dei dei dubbi. Pulgar dovrebbe rientrare al centro e Castrovilli andrà sulla sinistra. Bonaventura entra in ballottaggio, semmai, proprio con quest’ultimo. In avanti Ribery e Vlahovic. Due giocatori sui quali si è speso a parole Prandelli ieri alla vigilia. Il primo è stato preso sotto l’ala cesariana: con lui un dialogo costante e l’abbraccio dopo il rigore vincente con il Sassuolo è la testimonianza più nitida della gratitudine di Dusan. Il gol potrebbe aver sbloccato la serratura psicologica del giovane serbo, quantomeno lo speriamo tutti. Ribery sta tornando su buoni livelli e si è messo a disposizione di tecnico e squadra. “Non vogliamo più che ci risolva ad ogni costo le partite - ha detto Prandelli -, ma vogliamo che in alcune zone del campo Frank diventi un riferimento”.
Con questi presupposti i viola oggi guarderanno in faccia il Verona: test difficilissimo e in quanto tale molto attendibile. Niente è impossibile se la paura diventa solo un brutto ricordo.