CASO VLAHOVIC, BARONE NE HA PARLATO ANCHE CON GRAVINA E CEFERIN. SERVONO REGOLE NUOVE PER TUTELARE I CLUB. MA LA FIORENTINA ADESSO HA SOLO UN MODO PER CONTRATTARE: PRENDERE UNA PUNTA PIÙ FORTE POSSIBILE. A GENNAIO

10.10.2021 10:52 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
CASO VLAHOVIC, BARONE NE HA PARLATO ANCHE CON GRAVINA E CEFERIN. SERVONO REGOLE NUOVE PER TUTELARE I CLUB. MA LA FIORENTINA ADESSO HA SOLO UN MODO PER CONTRATTARE: PRENDERE UNA PUNTA PIÙ FORTE POSSIBILE. A GENNAIO

Vampiri. Zvone Boban, ex campione e dirigente Uefa, non ha usato giri di parole per definire i super procuratori che tengono in scacco il calcio. I casi Donnarumma, Mbappé, Vlahovic e non solo, stanno finalmente facendo aprire gli occhi a chi comanda. Servono regole nuove e maggiori controlli per tutelare i club e i loro settori giovanili, già messi in ginocchio dal Covid e quasi sempre costretti a chinarsi davanti a pretese sempre più avide. Commisso aveva proposto una percentuale fissa da versare ai procuratori, di sicuro occorre dire basta a questa tendenza ormai diffusa di far diventare i presidenti vittime del calciomercato, in balia di commissioni milionarie e pretese faraoniche. La sentenza Bosman era nata come garanzia dei diritti del lavoratore, ma ormai è diventata la leva su cui basare ricatti e giochi al rialzo: “Come è sacrosanta la libera circolazione dei giocatori, è sacrosanto il club che investe su di loro”, ha ribadito il numero uno della Lega Dal Pino proprio ieri. 

A San Siro, prima di Italia-Spagna di mercoledì scorso, Joe Barone ne ha parlato anche con il presidente Figc Gravina e con il capo dell’Uefa Ceferin. Tutti pensano che la Fiorentina abbia fatto bene ad alzare la voce, tutti ormai hanno capito che così non si può andare avanti. Cambiare lo status quo non sarà affatto facile, servirà tempo e soprattutto una posizione ferma di tutti i proprietari delle squadre, colpevoli anche loro di aver dato forza a questo di tipo di logica del profitto a tutti i costi (vedi il potere lasciato a Ramadani negli anni passati a Firenze). Nel frattempo la Fiorentina ha solo una strada da seguire: dare fiducia a Vlahovic, lasciarlo più tranquillo possibile e al tempo stesso trovare un sostituto all’altezza. Da comprare già a gennaio. Già prima dello sfogo di Rocco, la squadra aveva bisogno di un attaccante in più e di un esterno da affiancare a chi c’è. Ora dovrà trovare un centravanti, non solo per rinforzare la panchina ma in grado di sostituire Dusan in tutto e per tutto. Vendere il serbo in inverno sarà cosa complicata, ma di certo i viola dovranno provare ad anticipare i tempi per portarsi a casa il bomber del futuro. Nomi ne girano già tanti (Borja Mayoral, Belotti, Scamacca e chi più ne ha, più ne metta), ma con Kokorin desaparacido e Vlahovic ormai alla porta, attendere ancora sarebbe un autogol. A giugno oltretutto arriveranno i milioni di Chiesa e quasi certamente quelli di Vlahovic e Milenkovic, senza dimenticare Dragowski (un altro in scadenza 2023), che probabilmente sarà il prossimo caso di cui parleremo molto presto. I soldi insomma ci sono, attendersi qualcosa di grosso - magari aggiungendo Berardi alla lista dei desideri - non è solo una speranza da innamorati viola. 

Finché starà qui comunque, è giusto continuare a puntare su Vlahovic. Per lo squadra - come ha detto Venuti, nell’intervista a Rtv38 - non cambierà nulla, gli affari contrattuali restano fuori dallo spogliatoio e l’unica cosa che chiederanno i compagni, è l’impegno. Che per altro il serbo ha sempre messo fin dal primo allenamento. Convivere con la rabbia dei tifosi e con le pressioni del giovane Dusan sarà complicatissimo per Italiano, ma l’interesse comune dovrà diventare più forte di tutto. Dusan ha bisogno di far gol per consacrarsi definitivamente (a proposito, ha segnato anche ieri in Lussemburgo) e la Fiorentina ha bisogno di lui per continuare a stupire e non rendere vano questo percorso di crescita iniziato con Italiano. Poi, ognuno per la sua strada. Senza troppe smancerie, senza troppi sentimenti. Perché quelli appartengono a un calcio che non c’è più.