APPESI A CABRAL E JOVIC. VANNO ASPETTATI, NON C’E’ ALTERNATIVA. INTANTO SERVE UNA COOPERATIVA DEL GOL. PARTE LA CONFERENCE, ITALIANO CAMBIA MENO! DIFESA E’ IN EMERGENZA: QUARTA-RANIERI. OGGI NOVITA’ SU MILENKOVIC E GLI ALTRI
La sintesi della partita con la Juve è questa. La Fiorentina ha un ottimo portiere, Terracciano, che non è stato impegnato ( e comunque c’è pure Gollini che male non è), un’ottima fase difensiva corroborata da una terza linea molto forte (non ci vergogniamo a dirlo, se paragoniamo la coppia Milenkovic-Igor con le altre della Serie A, i viola vanno quantomeno a medaglia), ma un attacco che definire anemico è un eufemismo. Siamo vicino al vuoto pneumatico.
Parliamo del cuore del reparto, dei due centravanti che si alternano, Cabral e Jovic o Jovic e Cabral, perché Italiano non ha ancora deciso. E la colpa non è del tecnico se ancora non ha scelto, quanto di due blasonati (il serbo molto di più) numeri 9 che non la beccano mai. Per ora. Ma le cose vanno raccontate come sono, senza girarci intorno. Questa è la cronaca attuale.
Abbiamo un’immagine in testa della sfida di sabato: prima il serbo, poi il brasiliano, medesimo atteggiamento. Palla buona in area e loro che guardano con circospezione dove andare. Destra, sinistra e la palla passa…
C’è qualcosa che non torna e a questo, certamente, dovrà pensare Italiano. L’allenatore si confronta con le proprie responsabilità, che non sono leggere, ma loro, i grandi assenti dell’area avversaria, si devono dare una mossa. E velocemente. Nel calcio basta un attimo. Un battito di ciglia e tutto cambia. Compresi i titoli dei giornali o delle trasmissioni: da bidoni a eroi passa un secondo. Ma quel frangente va guadagnato perché nessuno te lo regala. Cabral e Jovic devono darsi la famosa scossa.
Sono qui per far gol, non per altro. Loro lo sanno? Sicuro, glielo avranno spiegato bene società e allenatore. Serve un atteggiamento diverso, soprattutto del serbo. Chi scrive non nutre dubbi sulla sua forza, basta osservare come accarezza il pallone e come lo spedisce bene sui piedi dei compagni. Ma non basta. Jovic deve regalarci l’impressione che la partita gli stia addosso come un gatto sulle spalle e non che gli scivoli via come acqua sul marmo. D’accordo, lui è fatto così, trotterella. Ma trotterellando a Francoforte fece la differenza, tanto da indurre il Real a investire 60 milioni per il cartellino e 6 milioni netti a stagione di stipendio. Ci credeva fortemente fino all’estate scorsa quando lo ha regalato alla Fiorentina. E questo dovrebbe far riflettere, in particolare Jovic. Col Real ha chiuso, ma si potrebbe aprire un portone nel calcio italiano e a Firenze. Jovic deve volerlo. Capire che la Fiorentina non è il Real, non c’è Modric che lo può lanciare e nemmeno Benzema che può aiutarlo nel “dai e vai”. Qui è un altro mondo, ma i giocatori della Fiorentina non sono così scarsi. C’è un ambiente pronto a trasformarlo in idolo. Luka, datti una mossa e Firenze ti sorprenderà.
Quanto a Cabral, la generosità non manca, ma nemmeno la confusione in attacco. Il brasiliano deve essere più ordinato e lucido nel seguire lo svolgimento della manovra. Ha un fisico bestiale, se capisce il meccanismo li travolge tutti. Ma deve ancora comprenderlo ed è qui da gennaio. Cabral e Jovic, forza e coraggio. Imparate da Arnautovic (dire Haaland sarebbe troppo facile) che non ha una squadra vera alle spalle, ma timbra sempre. La Fiorentina ha bisogno di voi, altrimenti saranno guai. Anche se il Milan nell’ultima stagione ha registrato un dato interessante: ha vinto lo scudetto Senza un super bomber, i marcatori più prolifici sono stati Giroud e Leao con 11 gol a testa. Nella classifica marcatori della Serie A 21/22 i milanisti hanno 15 bomber sopra la testa. Compreso Arnautovic che nel Bologna ha firmato 14 reti. Morale: si può vincere il campionato anche senza avere un Batistuta davanti. Ma sono eccezioni. Pioli come ha rimediato? Portando al gol molti suoi giocatori. Questo dovrà fare Italiano, in attesa che Cabral e Jovic si sblocchino. Non ci sono alternative.
È anche un gran peccato: sabato abbiamo visto la differenza che intercorre tra chi gioca al calcio e chi rinuncia. Italiano e Allegri, due modi opposti di interpretare una partita. Non stiamo a filosofeggiare, ognuno fa quello che vuole. Allegri ha vinto moltissimo con catenaccio e contropiede, ci mancherebbe altro. Ma Italiano e i viola devono dare un senso ai loro sforzi, a quella mole di gioco spesso entusiasmante. Invece senza gol tutto diventa vano, non c’è estetica che tenga. Nessuno si ricorderà di quella gara. Non è giusto, ma è così.
Per fortuna gli esterni cominciano a lanciare segnali: la Fiorentina ha fatto una buona mossa nel trattenere Kouame, destinato a far le valigie in un primo momento. Bello il gol con la Juve, ma di sostanza anche la sua prestazione. L’ex genoano cresce di gara in gara. Interpreta al meglio il ruolo secondo i dettami di Italiano. Adesso è migliore di Ikonè e si capisce perché giochi. Il francese ha ottima tecnica, ma non la sfrutta per ciò che dovrebbe fare: puntare avversario e porta. Sottil ha sbagliato sul gol bianconero, restando sulla linea di fondo e tenendo in gioco Milik, ma ha sgasato come sa fare, creato problemi alla difesa di Allegri, e in più ha prodotto l’assist per il gol di Kouame. Poi ha trovato anche il rigore che Jovic ha fallito. Qualcosa sulle fasce viola si muove.
Giovedì i viola giocheranno in Conference, debuttando nella competizione dopo averla guadagnata in Olanda. Affronteranno i lettoni dell’RFS Riga, una formazione che tra le 32 partecipanti del tabellone è la penultima nel Ranking Uefa. Già questo è un dato. L’RFS non ha neanche uno stadio che possa definirsi tale: capienza poco superiore ai 600 spettatori… Infatti i lettoni dovranno traslocare per le gare casalinghe. Tutto vero, divertente, ma pensare di aver già vinto può fabbricare sgradevoli sorprese. Le partite vanno giocate, possibilmente vinte. Per liquidare la pratica Italiano non potrà contare sulla difesa titolare: il reparto è in emergenza, sia per l’infortunio di Milenkovic, di cui oggi il report medico darà contezza, sia per il numero esiguo dei componenti. L’opzione di mercato scelta dalla società, ovvero non rimpiazzare Nastasic finito al Maiorca, ha destato molte perplessità. Promosso Ranieri che era stato bocciato in estate e via andare. Siamo felici per Ranieri, giovane volenteroso cresciuto nel vivaio viola e reduce da una salvezza miracolosa (e da protagonista) a Salerno. Esperienze così fanno crescere. Ma la difesa viola avrebbe avuto bisogno anche di altro: Quarta con la Juventus ha giocato bene, però fino ad oggi era stato molto incerto. Speriamo che l’argentino si ritrovi e allora ci saranno almeno tre centrali di spessore, con Ranieri di rincorsa. In caso contrario ci sarà da stare col fiato tirato. Un rischio grosso.
La speranza è che il “giocatore più forte della Fiorentina” (la citazione è di Italiano) non abbia niente di grave. Milenkovic-Igor, come detto, sono un muro quasi invalicabile.
Siamo solo all’inizio, il libro della stagione è ancora bianco.
Non c’è niente di compromesso, ma è tutto da conquistare.