FINALMENTE JOJO
Il silenzio, il rumore. Temi e concetti distonanti, ma che a Firenze andavano a braccetto. Parole non dette, non proferite. Spifferi, rumors, chiacchiere. Attacchi e valigie quasi pronte. Pensieri, aerei, sondaggi. Un'estate d'amaro Montenegro, poi il triplice fischio del mercato, poi la fine del rumoroso silenzio. "Non sono stato lontano da Firenze, ma in bilico sì. E' vero, ho pensato alla Juventus, ma sono felice d'essere rimasto, non sono affatto pentito". Sorride, Stevan Jovetic. Il gigante viola, dal Monte Titano, dai piccoli confini di San Marino. Game, set, match: un 6-0, per il suo Montenegro, senza segnare ma con la fascia di capitano al braccio, giusto per elevar ancor di più il suo status di leader.
Ha parlato da uomo maturo, da calciatore vero, pronto a prendersi le proprie responsabilità. Non ha fatto promesse vuote e vane, "e non ne ho volute fare neanche quest'estate". Chapeau, poche parole per spiegare un silenzio. Perché Jo-Jo ha pensato, e più d'una volta, al passaggio in bianconero. Poi concetti sinceri, su una "clausola che c'è ma che non è stata sfruttata", con una stoccata diretta alla società, sotto forma di messaggio subliminale. "Una nuova clausola? No, grazie, non c'è bisogno". Il futuro, forse, riserverà altri tormentoni e Jovetic non lo nega. "Con Della Valle ci aggiorneremo a giugno, per capire quali saranno le prospettive. Ora, però, penso solo alla Fiorentina". C'è da credergli. Ha parlato a cuore aperto, il nuovo leader gigliato.