DELIO ROSSI, Un'uscita a testa alta

04.05.2012 11:47 di  Marco Conterio   vedi letture
DELIO ROSSI, Un'uscita a testa alta
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Riconoscere i propri errori, nell'Eldorado del pallone, è però pratica difficile. Uscire sconfitti ed a testa alta, quando il mare ti ha travolto, quando l'ultimo affaccio sulla vita ti ha sconvolto. Delio Rossi ci è riuscito, da uomo orgoglioso, intelligente. Si è scusato con tutti. Con Firenze, in primis, e non è un caso. Una città burbera e scontrosa, come lui, una piazza che tanto toglie e tanto dà. Firenze sa che Rossi ha sbagliato e lo stesso pensa anche il tecnico. Provocato, stuzzicato, aggredito verbalmente, ha reagito nel peggiore dei modi. Dalla ragione al torto, al di là, delle facili elucubrazioni, è questione di un attimo, di insana follia. Si è scusato poi anche con la Fiorentina, coi Della Valle ed anche con Adem Ljajic.

Poi, quelle specifiche. Chiare, dirette, senza voler poi alimentare polemiche, con una forte dose di applombe. "Su quattro punti non transigo: rispetto per la mia persona, rispetto per il mio lavoro, rispetto soprattutto per la mia famigllia, rispetto per la squadra che alleno...". Chiaro e cristallino: andare nello specifico sarebbe forse più gossip che notizia. Perché, al di là del verbo, che ferisce spesse volte più della spada, l'errore di Rossi c'è. Grave. Assurdo. Punto. Ma lui lo sa, l'ha riconosciuto, tanto da sottolineare che "se fosse accaduto negli spogliatoi sarebbe stata la stessa cosa".

Per questo, per tutto questo, l'esonero era la cosa più naturale da parte della Fiorentina, che altro non poteva fare. Una società, quella viola, che ha adottato lo stesso provvedimento con Adem Ljajic: sospensione dalla rosa e maxi multa fa quasi eco con esonero. E' fuori dal progetto, fuori dal presente, fuori dal futuro. Pure fuori dal mondo, un ragazzo di vent'anni che da a tutti l'immagine peggiore del calcio che potrebbe essere tra un po'. Sfrontato, sfacciato, maleducato, diseducato, cafone, irrispettoso, egoista.

Vittime e carnefici di sè stessi, Rossi e Ljajic concludono così la loro avventura viola. Il punto, ora, è che Firenze deve ricostruire su macerie difficili da riassemblare. L'orgoglio di Firenze è l'unico punto certo, quello sui cui fare leva. Il serbo farà le valigie ed è giusto così, perché la città, la piazza, mai ha digerito strafottenza e mancanze di rispetto. Rossi ha impacchettato ieri i bagagli. Non gli hanno retto i nervi, non ha retto le eccessive pressioni di un calcio malato e sbagliato, mestiere per il quale è comunque lautamente stipendiato. Però ha sbagliato, gravemente, ma ha pagato e l'ha riconosciuto. Che, nella vita, è uno dei passi più ardui da fare.