FV SI TINGE DI ROSA, Giulia ci scrive..."Dedicato al mio Mister, un uomo semplice"
Domenica ero lì, ero immobile con gli occhi fissi su quello striscione enorme che ricopriva la Fiesole, ero lì ad abbracciare il mio Mister in mezzo ad un assoluto e assordante silenzio che avvolgeva in un unico abbraccio l’uomo che tutta Firenze ama e che ha saputo riportare nei nostri cuori tutte quelle sensazioni di umanità e umiltà che oggi giorno, soprattutto nel calcio, si sono perduti. Ero lì e ho visto il suo alzare le mani verso gli spalti per ringraziare tutti, il suo raccogliere rose bianche che la gente al suo passare faceva cadere in campo, i suoi occhi fissi verso la sua gente, verso la sua Firenze. In quel minuto di vero silenzio ho provato insieme tutti i brividi di questo mondo, ho provato dolore nel pensare ad una vita giovane strappata così ingiustamente alla vita, ho provato gioia e onore nel vedere la mia città circondare di vero e puro affetto un uomo e la sua famiglia.
Ero lì immobile in mezzo a quarantamila persone e mi sono sentita parte di una grande famiglia, una famiglia viola che Prandelli ha saputo costruire in questi anni. Il mio Mister, un uomo semplice, anche nel dolore, quel dolore profondo che solo il tempo saprà smorzare, un uomo che mi ha reso più volte euforica per le vittorie e orgogliosa per le sue parole semplici e sempre composte nei vari salotti televisivi dove i bla bla bla senza senso sono tanto di moda. Domenica ho imparato una lezione, ho imparato che si può vincere anche senza fare gol, ho imparato che le vittorie più belle sono quelle che si costruiscono piano piano e con duro lavoro, col silenzio e con passione. Ho imparato tutto questo dal mio Mister, dalla mia squadra che sotto la sua guida ha saputo dare un esempio a tutto il calcio italiano. Non servono grandi gesti, non servono troppe parole, basta una stretta di mano sincera, basta un minuto di vero ed unico silenzio, basta essere uniti nelle vittorie come nelle sconfitte. Domenica abbiamo vinto la nostra partita più importante ed io mi sento onorata di tifare la Fiorentina, la mia squadra.
Dicono che le donne si commuovono più facilmente degli uomini, ma non è vero, io da donna posso dire che Domenica ho visto vicino a me uomini di una certa età e ragazzi giovani commuoversi veramente, stringersi nelle spalle, desiderosi di esprimere il loro affetto al Mister Prandelli. Mai a Firenze si sono sentiti così vivi la tenerezza e l’amore come Domenica, c’è stata la partecipazione di tutti, abbiamo creato un piccolo mondo d’amore con il silenzio più assordante che io abbia mai sentito. Questo calcio, ormai privo di veri sentimenti sportivi, è rinato a Firenze, è rinato grazie ad un silenzio che si è levato alto sino in cielo, che è stato forte come un grido, un grido di speranza perché un altro calcio e anche un altro mondo è possibile, è rinato grazie a Prandelli che ci ha dimostrato con il suo dolore composto che l’amore è eterno, che l’amore può tutto.
Io credo che Domenica il Mister dentro il suo cuore ha trovato un sorriso, un sorriso regalatogli dalla sua Manuela, un sorriso che lo accompagnerà ancora tante volte nelle vittorie, e la sua Firenze, la sua gente e i suoi tifosi gli resteranno sempre vicino,non lo abbandoneranno mai.
Grazie Mister per tutto l’affetto, la passione e la semplicità che mi ha insegnato e che continuerà a farlo e grazie alla mia famiglia viola che ha saputo rendere così omaggio ad un grande amore e ad un grande uomo.
GIULIA FERRINI