AMARCORD. "In ginocchio da te". Una favola tutta viola

Era la seconda giornata di campionato, proprio come oggi; e proprio come oggi si giocava a Milano. Impossibile non ricordare e attraverso il ricordo di un giovane tifoso, riviviamo Roberto Baggio che si prostra davanti al "muro" viola.
03.09.2007 02:03 di  Stefano Borgi   vedi letture

Roberto Baggio che si inginocchia sotto il “muro” dei tifosi viola. C’era una volta…un ragazzo che entra per la prima volta a San Siro e dopo due ore se ne esce stravolto dalla gioia per aver visto il suo idolo genuflettersi sotto la curva viola e sancire così una vittoria che possiamo definire, senza tema di smentita, “storica”.

 

Lo confesso, il racconto è autobiografico (e non si dovrebbe fare), ma credo così facendo di interpretare bene il sentimento di qualsiasi tifoso viola che, all’improvviso, si vede catapultato nella scala del calcio e trova…Daniele Massaro che lo accompagna in tribuna. Ebbene si; tutto nasce pochi giorni prima quando un amico più grande di me mi propone di accompagnarlo a Milano per assistere a Milan – Fiorentina, seconda giornata del campionato 1987-88. E’ un tipo strano il mio amico, il classico “intrallazzone” come si dice a Firenze; è riuscito ad entrare in confidenza con un tizio che di professione fa il portavalori, che conosce tutto e tutti nell’ambiente viola. Più di altri conosce Daniele Massaro, da due stagioni al Milan, dopo essere esploso a Firenze nel quinquennio 82-87. Ci procura due biglietti di tribuna e gonfi di attese e speranze prendiamo il treno delle 9, destinazione Paradiso. Arriviamo a San Siro, il portavalori ci aspetta all’entrata, ma non viene con noi; lui andrà nella parte nobile della tribuna e mentre svolgiamo le classiche pratiche d’ingresso vedo arrivare Sandro Mazzola. Che ci fa uno che ha fatto la storia dell’Inter, quando gioca il Milan? Come ho fatto a non capirlo, viene per gufare i rossoneri; speriamo funzioni, ne abbiamo bisogno. Poi, viene verso di noi il padre di Nicola Berti, un signore simpatico, classico parmigiano che ci intrattiene per un quarto d’ora magnificando le doti del figlio. Berti (anche lui molto amico del portavalori) è al secondo anno in maglia viola e sarà uno dei protagonisti della stagione; niente da dire, suo padre ci aveva azzeccato. Sta per arrivare il momento, ecco Massaro (infortunato quel giorno e libero di girellare senza controllo societario) che ci stringe la mano e ci accompagna nel parterre di tribuna; nessuna spocchia, un saluto al portavalori, e facciamo l’ingresso trionfale a San Siro. Fantastico, mirabolante, spaventoso…basta così, ma cercate di capirmi…ho davanti un muro di 80.000 persone e due tabelloni elettronici funzionanti (non come al Comunale di Firenze). E’ la prima in casa del Milan (all’esordio i rossoneri hanno vinto 3-1 a Pisa), ma soprattutto è il primo Milan di Arrigo Sacchi, di Gullit, Van Basten, Donadoni… Fiorentina vittima sacrificale per tutti, quindi; unico dubbio, quanti giri dovrà fare il pallottoliere prima di fermarsi. C’è un sole splendente, è il 20 settembre, e noto che è tutto perfetto ed il mio giovane cuore mi dice che non può finire male.

Comincia la partita, la Fiorentina subisce ma neanche tanto; il Milan tiene palla ma conclude poco, noi ripartiamo con Berti e Di Chiara sulla fasce e Diaz punta centrale con Baggio a supporto. Secondo tempo, solito refrain, Milan con percentuale bulgara di possesso palla e da dietro una frase che mi apre una speranza: “E’ dura per il Milan oggi”. E’ il commento di Massaro che passava di lì, ci ha visto ed è venuto a vedere se era tutto a posto. Io allora vinco l’emozione ed esclamo convinto: “Mi sa che possiamo anche vincerla”. Massaro mi guarda e sorride senza commentare; chissà cos’ha pensato, secondo me dentro di se sapeva che sarei stato buon profeta. Passano pochi minuti e la favola prende forma. Di Chiara sulla sinistra scocca un tiro rasoterra, Giovanni Galli (eh si, un altro ex) si distende e depone il pallone sul sapiente mancino di Ramon Diaz che non perdona. 1-0 e mi giro a cercare Massaro che ovviamente se n’è andato, forse per non dar seguito a quel sorrisino con un esplicito: “Mi sa che hai ragione, questa la potete vincere davvero”. Due minuti dopo Roberto Baggio s’inventa uno scatto a bucare la difesa avversaria (Filippo Galli e Franco Baresi, mica due pirla, come direbbero a Milano) e s’invola verso la porta rossonera; una finta, un dribbling, anche un rimpallo fortunoso su Galli e l’apoteosi è totale. “In ginocchio da te” col “Divin Codino” che si abbandona alla curva e si genuflette, bagnato dalle lacrime di gioia dei numerosissimi tifosi accorsi da Firenze. E’ il 2-0 finale e mi ritrovo, dopo l’ovvia esultanza, ad avere stampato sul volto un sorriso da ebete per i seguenti 20 minuti, come a volermi godere un momento unico, irripetibile, che resterà scolpito per sempre nella memoria della mia giovane vita da tifoso viola. Finisce la partita, ci incamminiamo all’ingresso della tribuna dalla quale siamo entrati; c’è il portavalori ma non c’è Massaro; pazienza, secondo me anche a lui non è dispiaciuto il finale rocambolesco. L’ultima sorpresa: il ritorno lo faremo in macchina (questo era previsto), però in compagnia del padre di Alberto Di Chiara (questo non era previsto), amicissimo dell’ormai famoso portavalori. L’appuntamento è a Firenze, davanti allo stadio, e per non farci mancare nulla chi c’è ad aspettarci? Alberto di Chiara, che come ogni figlio responsabile era venuto a prendere suo padre, evidentemente in visita di cortesia in quei giorni al figlio calciatore. Finisce qui, con l’ennesima stretta di mano “V.I.P” di quell’incredibile giornata. Alberto ci saluta e ci ringrazia per aver “dato uno strappo” al padre. Sarà meglio andare a casa, ormai ha fatto buio, e alla stregua di un tempo nel quale senza Carosello non si andava a dormire, adesso senza un po’ di “Domenica Sportiva” non si prende sonno. E poi, hai visto mai che qualche telecamera abbia zoommato sul parterre di tribuna e si possa vedere quella faccia da ebete che vi ho raccontato poco fa…
 
P.S - Piccola confessione: non era la prima volta che andavo a San Siro; purtroppo il mio esordio a San Siro è datato 1978, e fu un 4-1 per il Milan. Però suonava bene e l’ho voluta raccontare così. Il resto però, credetemi, E’ TUTTO VERO !!! Auguro, quindi, a qualsiasi tifoso viola di vivere una giornata simile e magari fra vent’anni raccontare su Firenzeviola la vittoria della Fiorentina sul Milan per due a zero con gol di Mutu e Pazzini datata…3 settembre 2007. Auguri Fiorentina!