OCCHI PUNTATI SU, "Gli assenti che...hanno sempre ragione"
Il più illustre era senza dubbio Cesare Prandelli. Paradossalmente la sua è stata l'assenza più pesante nell’economia della partita anche se ormai il mister ha attaccato le scarpette al chiodo circa 18 anni fa. Bastava guardare l’espressione spaurita di Potenza ai microfoni del dopo gara per capire quanto sia mancata quella figura stimolante e allo stesso tempo rassicurante che spunta fuori dall’ormai famoso giubbotto “alla Prandelli” piuttosto che dai pregiati golf modello “lupetto” che il mago di Orz è solito vestire. Questo, ovviamente, senza nulla togliere a Gabriele Pin, ottimo secondo; nel calcio però, come nella vita, le "categorie" hanno un valore e proprio perché "secondo", manca di quel carisma e quella “presa” indispensabile sulla squadra. Riguardo poi, la bravura e la lucidità nel cambiare in corsa o nel trovare il "guizzo" tattico vincente beh…crediamo che ieri ci fosse ben poco da inventare. La squadra viola ha mostrato sul terreno di gioco una pochezza "imbarazzante" ed il perchè è presto detto; alla stregua di una stucchevole cantilena cominciamo col citare in ordine di sparizione Ujifalusi, Dainelli e Pasqual in difesa (e buon per i viola che il “rischio” Gamberini ha dato buoni risultati); Liverani a centrocampo, Mutu e Santana in attacco, più Montolivo e Pazzini non pervenuti. Su “Montolo” sospendiamo il giudizio perché…è troppo brutto per essere vero. Problemi di condizione fisica, una piccola ernia che lo affligge e giorni perduti di preparazione estiva (causa l’europeo dell’Under 21), ne stanno limitando il rendimento ormai da settimane; per lui attendiamo tempi migliori. Per Pazzini ripetiamo un discorso ormai fastidioso: o la squadra impara a giocare diversamente oppure possiamo farne anche a meno. Tutto ciò si evidenzia specialmente con il modulo espresso ieri a Reggio, vale a dire con la punta unica supportato da tre centrocampisti avanzati (nell’occasione Gobbi, Montolivo e Semioli) che però, devono svolgere un lavoro di accompagnamento ben diverso. Anche in questo caso aspettiamo (non troppo però) che certi meccanismi vengano assimilati, per il bene della Fiorentina e di Giampaolo stesso.
Dedichiamoci brevemente ad un esame ormai consueto per i fruitori di questa rubrica; lo studio dei numeri. Per assurdo la Fiorentina ha macinato più gioco dei suoi avversari, in grandissima parte sterile. I viola hanno infatti giocato il pallone per il 52% del tempo totale ma allo stesso tempo non hanno mai concluso nello specchio della porta. Hanno tirato 8 volte ma sempre fuori dai pali. Hanno effettuato 426 passaggi (dei quali registriamo una percentuale positiva del 78%) contro 391 della Reggina ed hanno prodotto 29 cross (molti dalla tre quarti, quindi innocui); dalla parte viola però, ci sono soli 7 dribbling riusciti (contro i 18 dei calabresi), 59 contrasti vinti contro 68 avversari ma soprattutto 30 falli fatti contro soli 19 subiti. Più possesso palla e maggior fraseggio (del resto la superiorità tecnica non è un’opinione) ma scarsa incisività e determinazione e una volta di più quel dato inquietante che pesa come una spada di Damocle… ZERO tiri in porta.
Cosa si evince da tutto questo? 1) Che i viola non possono prescindere da Adrian Mutu e con l’Inter vale la pena di ripetere il rischio corso al “Granillo” con Gamberini, schierando il rumeno anche in condizioni precarie. 2) Che la Fiorentina ha sì un telaio collaudato ed una sua precisa identità, ma quando le assenze cominciamo a farsi pesanti come qualità e numero (ieri a conti fatti mancavano 6 titolari su 11), nascono i problemi e la squadra mostra tutti i suoi limiti. 3) Che è difficile rinunciare a Santana (altro elemento fondamentale, quasi quanto Mutu), l’unico della rosa che salta l’uomo e crea la superiorità numerica, caratteristica basilare nel calcio odierno fatto di pressing ed occupazione sistematica degli spazi. 4) Che per ora il doppio impegno è (faticosamente) sostenibile, ma a marzo, quando scenderanno in Uefa le squadre eliminate dalla Champions League ed il gioco si farà duro, andrà fatta una scelta di campo; la gloria dell'Uefa o i soldi della Champions? 5) Che il classico adagio “Gli assenti hanno sempre ragione” è più che mai di moda. Alzi la mano chi oggi (a parte i soliti Mutu, Santana…per loro è scontato) non ha rimpianto la spinta di Pasqual, le verticalizzazioni di Liverani, piuttosto perché no, la sicurezza e l’esperienza di Ujifalusi in difesa (per onestà ricordiamo i due rigori negati dall’arbitro Ayroldi alla Reggina)? E allora salutiamo con gioia questo punto guadagnato ed il recupero di Gamberini (ottimo il suo rientro) e liberiamo l’infermeria il prima possibile, per continuare a cullare quel sogno chiamato…