LO SCOPRITORE DI BABA A FV: NON VA MORTIFICATO. LUI COME UN CANE DA TARTUFO
Il parentesi che sta vivendo in queste settimane Khouma Babacar in maglia viola è sicuramente una fase quantomeno particolare della sua carriera. Perché se da un lato l’attaccante è protagonista di una dei suoi periodi più prolifici a livello realizzativo (l’attaccante viaggia alla media di un gol ogni 75’ giocati), dall’altro è riuscito solo in rare circostanze a guadagnarsi la maglia da titolare (salvo poi entrare e riuscire quasi sempre a fare la differenza). Per analizzare il momento del bomber senegalese, Firenzeviola.it ha contattato in esclusiva Franco Rondanini, colui che si può fregiare del titolo di “scopritore” di Baba e che ancora oggi, a distanza di tanti anni, è considerato ancora il padre putativo del numero 30 viola:
Signor Rondanini, come si spiega lo scarso impiego che Sousa sta facendo di Babacar in questo inizio di stagione?
“Bella domanda, non me lo spiego nemmeno io: è davvero raro che un attaccante che segna resti poi in panchina la partita successiva. Io considero Baba come un figlio per cui di lui conosco tutti i pregi e tutti i difetti, e posso pertanto dire che sicuramente non sarà felice di questa situazione”.
Perché?
“Perché Baba, per quanto sia fortissimo a livello calcistico, sotto l’aspetto caratteriale non è un duro e quando si trova a vivere certe situazioni ci soffre molto. Lui ha bisogno di un ambiente giusto che lo sappia stimolare, di una persona che parli costantemente con lui, che lo aiuti e che gli dia responsabilità. Utilizzarlo così col contagocce o nelle partite che sono meno importanti non lo aiuta affatto”.
Eppure anche a gara in corso, Babacar ha dimostrato di saper fare sempre la differenza…
“Certo, quando uno ha qualità tecniche e fisiche sopra la media può giocare quando e dove vuole. Questo l’ho sempre sostenuto. Diciamo che io paragono Baba ad un cane di razza che va alla ricerca del tartufo: ecco, lui sa già dove andare nel bosco, e lo stesso vale sul campo per Babacar. Però è un giocatore che va saputo tenere, va valorizzato e non mortificato”.
Ha dei consigli da dargli per affrontare questo periodo?
“Le mie parole sono come quelle di un padre verso il figlio, visto che lo conosco perfettamente: Baba adesso deve pensare solo ad esprimere le sue qualità può campo e basta, deve tirar fuori tutti gli altri pensieri dalla sua testa: davanti a sé deve vedere solo il pallone nient’altro. Solo così magari farà cambiare opinione agli altri”.
È dunque la mancanza di autostima che può mettere più in difficoltà il giocatore?
“Sì, assolutamente. Se Baba non ha supporto prima di entrare in campo, deve essere in grado di crearselo da solo ma come dicevo poco fa, purtroppo Baba non ha un carattere forte, pur essendo un fenomeno sul campo quando vuole. Il rischio più grosso è che possa alla fine demoralizzarsi e questo sarebbe in assoluto un grave danno. Per lui ma soprattutto per la Fiorentina”.