APOLLONI A FV, I SEGRETI PER FARE IL DOBLETE. E SU ROSSI...
Lottare su tre fronti non è mai stato semplice, figuriamoci poi provare ad arrivare fino in fondo. La Fiorentina studia da grande ed dopo un inizio stagione in sordina adesso ha davanti a sé un mese di aprile in cui si gioca una fetta importante della sua annata: semifinale di ritorno di Tim Cup con la Juventus (si ripartirà dall’1-2 dell’andata firmato doppio Salah) e quarti di finale di Europa League contro la Dynamo Kiev. Firenze sogna di alzare due coppe, esattamente come nella stagione 1998-1999 ci riuscì il Parma di Alberto Malesani, che trionfò in Coppa Italia proprio contro al sua ex Fiorentina e poi nella ex Coppa Uefa con un secco 3-0 al Marsiglia. E per provare a capire quali furono i segreti del successo di quella squadra, Firenzeviola.it ha contattato uno dei protagonisti di quella annata straordinaria, ovvero Luigi Apolloni.
Mister, questa Fiorentina può assomigliare al suo Parma dei miracoli?
“È difficile dire se ci sono delle somiglianze tra le due squadre, visto che il nostro gruppo era composto da tanti giocatori italiani in più. Sicuramente la Fiorentina gioca un gran calcio come il mio Parma e, da quello che si vede sul campo, è anche una squadra affamata di vittorie. Montella sta facendo molto bene, così come Malesani seppe fare in quegli anni, rimanendo sempre ad alti livelli: per un tecnico non è mai facile ripetersi di stagione in stagione”.
Quell’anno per lei ed il Parma arrivarono due Coppe: quale fu a suo avviso il segreto della stagione?
“Per arrivare in fondo a due competizioni è innanzitutto fondamentale disporre di una rosa molto ampia e far girare più giocatori possibili, cosa che anche Montella vedo sta facendo molto bene. Ovviamente è importante che lo spogliatoio tenga sempre la testa sulle spalle e che il mister sappia tenere tutti sulle spine, coinvolgendo tutto il gruppo sul lavoro da fare: se si rompono certi equilibri, la magia svanisce e c’è il rischio che il gruppo molli”.
Quanto fu fondamentale a suo tempo il turnover da parte di Malesani?
“Io credo che non sia importante tanto il far girare i giocatori per dare fiato a chi gioca di più, quando coinvolgere mentalmente tutto il gruppo: è chiaro, le forze vanno sempre sapute gestire per avere continuità di prestazioni, ma negli spogliatoi che si giocano trofei ad alti livelli è basilare la componente psicologica. Malesani in questo, con noi, fu davvero un maestro”.
C’è il rischio a suo avviso che la Fiorentina possa perdere di vista qualcosa per strada, magari il 3° posto?
“Il rischio c’è sempre, anche una sola partita può incanalare in modo diverso un’intera stagione. Io penso però che se la Fiorentina avrà le giusta motivazioni potrà arrivare fino in fondo a tutte le competizioni e si possa giocare il posto in Champions fino alla fine. Sarebbe sbagliato dare la priorità ad uno o ad un altro trofeo”.
Rossi può essere l’arma in più dei viola in questo finale di stagione?
“Sicuramente. Pepito è un giocatore straordinario, lo conosco molto bene fin da quando militava nelle giovanili del Parma. Mi ricorda molto Montella da giocatore. Se sta bene, Rossi potrà essere determinante”.