TRE VITTORIE FANNO UNA PROVA. FIORENTINA CONCRETA, SENZA ANSIA. PIATEK DAL MINIMO TROVA IL MASSIMO. SONO 17 I PUNTI IN PIU’ SUL 20/21. CON LA FIESOLE È UN ALTRO CALCIO. E SE AVESSE RAGIONE ALLEGRI…

21.02.2022 11:05 di  Mario Tenerani   vedi letture
TRE VITTORIE FANNO UNA PROVA. FIORENTINA CONCRETA, SENZA ANSIA. PIATEK DAL MINIMO TROVA IL MASSIMO. SONO 17 I PUNTI IN PIU’ SUL 20/21. CON LA FIESOLE È UN ALTRO CALCIO. E SE AVESSE RAGIONE ALLEGRI…
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Primo traguardo: con l’Atalanta quest’anno le partite cominciano da zero a zero. Secondo traguardo: la Fiorentina ha vinto tre volte su tre contro i nerazzurri, la squadra di Gasperini non fa più paura. Terzo traguardo: tre trionfi in pochi mesi fanno una prova, se lotta l’Atalanta per certi obiettivi, anche la Fiorentina può sperare di raggiungerli.

Due incroci in campionato e uno in Coppa - all’insegna del grande equilibrio laddove, fino a poco tempo, esisteva una sperequazione di valori a favore dell’Atalanta - ci raccontano che poteva vincere chiunque, ma alla fine ha sempre alzato le braccia al cielo la Fiorentina. Senza rubare nulla, con merito. Significa molto, forse tutto. Adesso la squadra di Italiano comincia ad essere consapevole dei propri mezzi, in attesa di scoprirne altri. Queste sono prove concrete, altro che poesia. Sono le prestazioni ancorate ai risultati che marcano il cammino positivo di una formazione. Il dopo Vlahovic poteva diventare un incubo, invece è stato esorcizzato. Anche Italiano lo ha ammesso: “Ero preoccupato”. Invece il gruppo ha supplito ad una mancanza grossa. Il resto lo ha fatto il Pistolero Piatek, rientrato in Italia dopo essere passato in armeria, a far incetta di munizioni. Sono 5 gol tra Coppa (3) e campionato (2), con la frequenza di un centro ogni 77 minuti. Ha di nuovo ragione Italiano: “Lui conosceva già il nostro campionato, gli altri no. Dovranno ambientarsi”. Aggiungiamo che il polacco aveva una voglia matta di Italia, lo ha anche spiegato, quindi è stato tutto più semplice. Piatek non ha solo segnato, in fin dei conti è il suo mestiere, ha fatto di più: si è messo subito a disposizione di Italiano per capire quel gioco che era stato progettato per un centravanti molto diverso da lui. Piatek e Vlahovic non potranno mai essere simili come caratteristiche tattiche, ma il polacco ha fatto un grande sforzo. Con l’Atalanta ha sofferto tanto contro un muro come Demiral, ma quando il turco si è preso un secondo di pausa, distrazione imperdonabile, il Pistolero lo ha freddato. Dopo un primo tempo in cui Piatek non aveva mai visto la palla, il viola ha saputo ottenere il massimo dal minimo: una sola chance, un gol. Anche se nella ripresa Piatek ha giocato di più, è tornato alla trequarti partecipando al gioco, si è sforzato, ha sofferto, ci è piaciuto da matti. Abnegazione e intelligenza, combinato disposto per il successo.  

Il derby a stelle a strisce lo hanno vinto i viola. Da una parte la Fiorentina di Rocco Commisso, alla sua terza stagione in Italia, dall’altra l’Atalanta dei Percassi che però da poche ore ha in società nuovi investitori americani guidati dal manager Steve Pagliuca. Chissà cosa avranno pensato gli americani di Bergamo nel primo impatto col pallone del Bel Paese. Per la Dea è arrivata la prima sconfitta in trasferta dopo aver totalizzato, prima di oggi, la bellezza di 30 punti, frutto di 9 vittorie e 3 pareggi. I nerazzurri senza Zapata e Muriel in attacco, Ilicic sulle trequarti, sono sicuramente depotenziati. Da considerare, poi, la fatica per l’Europa League di giovedì  sera. Ma la Fiorentina di Italiano è una macchina che produce gioco di qualità, intensità ed efficacia. I viola scattano a quota 42 e scavalcano la Roma. Non è un attico, ma è una bella terrazza vista campionato. E l’ascensore funziona. Si tratta solo di premere il pulsante per salire ancora.

È stata una partita giocata dalla Fiorentina con testa e fisico. I viola hanno saputo regolare la leva del gas e soprattutto hanno gestito il finale senza ansia, con freddezza. Una Fiorentina più algida, equivale ad una Fiorentina cresciuta sul piano temperamentale. Finali di partita come ad Empoli non dovrebbero più ripetersi. Speriamo. Intanto sono 17 punti in più rispetto al 20/21, non coriandoli. Un bottino straordinario. A fine campionato scorso la Fiorentina, salvandosi in affanno, aveva totalizzato 40 punti. Ora sono già 42 con 25 partite giocate, manca ancora il recupero con l’Udinese.

Bravo Dragowski, ha tenuto a galla la Fiorentina quando Koopmeiners sembrava destinato a far gol. Coi piedi meno bene, ma lo sappiamo, il portiere polacco in questo è diverso da Terracciano. Può sempre migliorare però ha fatto il proprio dovere fino in fondo.
Difesa attenta, senza sbavature o quasi. Igor sta sorprendendo tutti, il migliore come rendimento in questo periodo. Milenkovic è tornato il muro. Odriozola e Biraghi, certezze. Peccato per Torreira, colpito duro, ma più che buono Amrabat nella sostituzione. Un bel Bonaventura, di lotta e di governo, un po’ indietro Castrovilli che però si è battuto con grinta. Sottil è in crescendo costante. Diciamo la verità: venisse dalla Francia piuttosto che dall’Est europeo, saremmo qui a celebrare l’acquisto dell’anno del club viola. Ma il ragazzo ha alcuni “problemi”. Primo, è italiano. Secondo: allevato nel settore giovanile. Sono due condizioni per le quali a casa nostra si fa tanta fatica per sfondare. Riccardo dovrà faticare il doppio degli altri, ma con lucidità potrà fare tanta strada.

Gonzalez è un esterno molto forte: prende falli a raffica, manda ai gialli e ai rossi dell’arbitro gli avversari, serve assist, come quello per Piatek, buoni come cioccolatini. Difetti? L'argentino è un po’ anarchico, talvolta scorrazza per l’attacco come fosse un cavallo al galoppo, ma questa confusione ha anche lati interessanti perché porta disordine nelle linee nemiche. Deve imparare a far gol, uno che gioca in quel ruolo ha l’obbligo di segnare. Sembra più schiavo dell’assist, ma imparerà. Gonzalez diventerà un protagonista della nostra Serie A. Statene certi.

Possono raccontarci le favole che vogliono. Possono inventarsi che il calcio ormai sia un fenomeno televisivo. Possono creare tutti gli ostacoli che desiderano - alcuni sono bizzarri - pur di allontanare i tifosi dal campo di gioco, ma noi che veniamo da lontano, che ci emozioniamo ancora per le maglie tubolari misto lana, per le immagini sgranate in bianco e nero, per il Comunale con 55mila anime viola, crediamo che lo stadio debba essere esaurito e la Fiesole indispensabile. La Curva ieri ha trascinato la squadra e anche il resto del Franchi. La capienza era purtroppo solo al 75 per cento, in attesa di tempi migliori, ma se la Fiorentina ha vinto gran parte del merito va ascritto a questi tifosi che hanno ridotto le corde vocali a carta vetrata.

Con un ambiente così diventa dura per tutti scendere a Campo di Marte. E ci viene da ridere quando qualche “bischero” prova a spiegare che a Firenze è dura far calcio. No, è proprio il contrario. Grazie a questo patrimonio di amore e calore, è una manna dal cielo provare a vincere.
E se alla fine avesse ragione Allegri…? Venerdì sera dopo un derby, per altro giocato molto male dalla Juve, il Toro avrebbe meritato i 3 punti, il tecnico livornese a precisa domanda circa l’allargamento della zona Champions ha risposto così: “In gruppo è rientrata la Lazio, poi vediamo cosa farà nelle prossime due partite la Fiorentina….”. Italiano interpellato al riguardo ha detto che gli avevano fatto piacere le parole di Allegri perché erano il segnale di quanto fosse considerata la Fiorentina. Adesso una gara è andata, la Fiorentina l’ha vinta. Vediamo la prossima. Già parlare di Europa League per i viola sembra tanto, ripensando alle premesse dell’estate 2021. Però la classifica attesta i valori della Fiorentina. Se poi addirittura avesse ragione Allegri…