PER KALINIC NON SONO ARRIVATE OFFERTE, MA INTORNO A LUI SI MUOVE TUTTO… SIAMO VICINI ALLA MOSSA DECISIVA. CON 45 MILIONI IL DOVERE È RINFORZARE. LA FIORENTINA TRA GENNAIO E GIUGNO
Come quando si prevede l’arrivo di una tempesta. L’allerta meteo precede il nero all’orizzonte, che sale di ora in ora con le nuvole che montano come panna. Poi i primi tuoni e la pioggia pesante. L’affare Kalinic somiglia allo tsunami viola di gennaio. La situazione nel momento in cui scriviamo è la seguente: proposte, fax, mail - insomma tutto ciò che afferisce alla sfera del protocollo ufficiale per l’acquisto di un giocatore - non sono arrivati. La risposta seccata dell’ambiente viola, rispetto al ciclone Kalinic, è più o meno questa: “Stiamo parlando del nulla…”. Del tipo: quanto fa zero più zero? Questo è lo stato dell’arte della partita singolare che si gioca sul campo di Kalinic. Ma tutto ciò non significa che stia per accadere di tutto.
Del resto il giochino del mercato si conosce: cambiano i protagonisti, ma non le modalità. Prima si lavora ai fianchi il giocatore, quindi si sferra l’offensiva con la società. Kalinic in principio era perplesso, tendente al no. L’Italia e l’Europa sono un palcoscenico troppo più esaltante della Cina. Per lasciare questo spettacolo, serve un ingaggio a cinque stelle. Prima proposta 3,5 milioni netti all’anno. Troppo pochi per volare in Oriente. Anche perché a Pellè ne danno una ventina e al mediano Witsel 18 per un lustro… Ecco perché ieri sera le nuove indiscrezioni hanno parlato di un’offerta recapitata nelle mani di Kalinic corrispondente a 12 milioni netti, sembra per 4 anni… Il croato a Firenze prende 1,2 a stagione. Se queste davvero fossero le cifre definitive, Kalinic sarebbe ben felice di raggiungere i nipotini di Mao.
Alla Fiorentina, invece, andrebbero 45 milioni: la clausola è a quota 50, ma siamo certi che Corvino e i Della Valle davanti ad un tesoro del genere non avrebbero difficoltà a fare uno sconto di 5 milioni. Kalinic è vicino ai 30 anni e 45 milioni per un club come la Fiorentina sono tanti. A queste condizioni generali l’affare si chiuderà. Il problema, semmai, sono le tempistiche: con due settimane di mercato e quei soldi in cassa, Corvino potrebbe ottimizzare la partenza di Kalinic. Se i soldi, invece, arrivassero il 30 gennaio non ci sarebbe tempo per reinvestirli. Sulla clausola non c’è una data, quindi questa eventualità potrebbe anche verificarsi. Ma sarebbe spiacevole: i tifosi viola ormai sono abituati a tutto e sanno che non possono più affezionarsi ad un calciatore.
Tutti nella Fiorentina hanno un prezzo e probabilmente non solo qui, visto quello che è successo la scorsa estate con Pogba, Higuain e Pjanic. Detto ciò c’è un limite oltre al quale la Fiorentina non può spingersi: dopo alcune sessioni di mercato ad euro zero per ripianare il deficit, adesso che i conti non sono più in sofferenza - grazie anche alla sforbiciata estiva di Corvino -, il club viola ha il dovere di reinvestire l’incasso di Kalinic per rinforzare la squadra, tra gennaio e giugno. Un colpo subito e gli altri dopo la fine del campionato. Vendere Kalinic e non prendere nessun sostituto sarebbe un’operazione di pessima comunicazione. Le conseguenze diventerebbero difficili da gestire. Non resta che attendere l’arrivo della tempesta. Guardando le nuvole all’orizzonte, dovrebbe mancare poco…