MAGO MACIA: TRUCCHI E SEGRETI DEL FENOMENO CHE HA STREGATO IL MERCATO E I DELLA VALLE

13.09.2012 00:00 di  Cristiano Puccetti   vedi letture
MAGO MACIA: TRUCCHI E SEGRETI DEL FENOMENO CHE HA STREGATO IL MERCATO E I DELLA VALLE
FirenzeViola.it

Il suo arrivo era stato accompagnato da iperboli ironiche e accostamenti fuori luogo, tutti si sperticavano tuttavia nel tessere le sue lodi come si fa quando dal niente si catapulta all’attenzione generale un personaggio strano come Eduardo Macia.
La verità è che né millantatori, né leccapiedi di professione avevano realmente capito chi si era messa in casa la Fiorentina. Certo il curriculum poteva portarci sulla buona strada, poteva aiutarci ad immaginare quello che Macia era veramente: un fenomeno. Valencia, Liverpool: squadre costruite da lui che hanno raggiunto grandi traguardi e sfornato campioni.
Va fatta una premessa doverosa: sul mostruoso lavoro oscuro e di rapporti fatto da Eduardo (la volpe), ha messo in maniera indelebile il proprio marchio Pradé (il gatto). L’uno senza l’altro non sarebbero stati capaci di rivoltare la Fiorentina come un calzino e piazzare affari da oscar. Macia è l’ultimo regalo di Pantaleo Corvino, il vituperato ex direttore sportivo della Fiorentina che un manipolo di doppiogiochisti ha prima osannato, poi giubilato, sciacquandosi la bocca con i suoi errori e ignorando la sua eredità: due assegni circolari da 25 e 45 milioni (Nastasic e Jovetic), un talent scout che tutte le società del livello della Viola ci invidiano. Macia detiene uno dei più grandi e dettagliati archivi del calcio mondiale, possiede una caratteristica rara e decisiva per chi intraprende la sua professione: non agogna la platea, preferisce di gran lunga passare inosservato che essere fermato per strada.
Da quando è arrivato, ad inizio 2012, si è mosso in incognito sul mercato mondiale, prendendo aerei, entrando negli stadi, incontrando procuratori e calciatori senza che nessuno potesse veramente identificarlo. Nessun elemento distintivo, nessuna pletora di accompagnatori, nessun cinque stelle lusso: ha viaggiato da solo e da proletario. Il suo essere schivo, poco fotografato, difficilmente marcabile, lo rende una variabile impazzita sul mercato. Macia è andato a prendere a parametro zero un difensore giovane e promettente come Roncaglia da un club come il Boca Juniors. In un certo senso ha ‘rubato in casa dei ladri’. Per risalire ad un’operazione di questo tipo (cioè a costo zero) bisognava tornare all’affare Liverani. Eduardo ha pedinato di nascosto i due calciatori più forti del retrocesso Villarreal, ha sfruttato la sua conoscenza del calcio iberico per accaparrarsi Valero, Fernandez e Gonzalo. Di loro si è saputo che sarebbero arrivati solo quando la Fiorentina ha emesso il comunicato per ufficializzarli. Mai successo prima. Cosa dire dell’operazione Aquilani, resa possibile a condizioni incredibilmente vantaggiose solo in virtù del rapporto speciale che Eduardo ha conservato col Liverpool, in cui ha lavorato ai tempi di Benitez.
Macia è una figura unica nel panorama europeo perché lavora come talent scout, ma è di fatto un direttore sportivo. Che per molti motivi (personali, caratteriali principalmente), necessita di essere completato da un altro profilo. Ecco Pradé, appunto, il suo gemello del gol sul mercato.
In un mondo di cialtroni e ciarlatani, Macia ha il vantaggio di conoscere veramente tutti i calciatori. Tutti. Agli agenti non dice mai che un loro assistito è scarso. Se gli propongono un bidone, non si scompone, inventa scuse geniali per liquidare il procuratore patacca. Parla pochissimo. Ascolta molto. Osserva, immagazzina. Ha già messo a segno due colpi sul mercato di gennaio, operazioni concluse. Andrea e Diego Della Valle non lo conoscevano, adesso ne sono innamorati. Conquistati dall’organizzazione del suo lavoro e dall’umiltà con cui si rapporta con le altre persone. Non conoscessero la passione per il calcio di Macia, gli avrebbero offerto un ruolo di intelligence nelle loro aziende. Eduardo è già stato contattato da diverse società italiane ed estere: non starà a Firenze a vita, è un giramondo. Un giorno però ci ricorderemo che è stato lui, essenzialmente lui, a varare il terzo ciclo dell’era Della Valle.

 

Cristiano Puccetti

direttore sport Lady Radio