GOODBYE JOJO. CINQUE ANNI SENZA MAI CAPIRSI FINO IN FONDO.
La lettera al buon Stevan Jovetic nasce quasi spontaneamente, ma soltanto dopo che si è fatto mente locale alla sua cessione al Manchester City. Perchè siamo ancora tutti inebriati dall'arrivo di Gomez, e non è paradossalmente semplice, o meglio immediato, rendersi conto dell'addio a Jovetic. Eppure precisamente un anno fa, su queste pagine, prendemmo una posizione molto netta, chiara. "JoJo, esci alla luce del sole...." (LEGGI QUI) scrivevamo da Moena, augurandoci che almeno il montenegrino ci spiegasse il broncio quotidiano, ed eventualmente il perchè di certe smanie bianconere.
Dodici mesi dopo, quella curiosità, Stevan l'ha ampiamente soddisfatta. Anche in modo fin troppo rumoroso. Ma al di là dei risvolti di mercato, dal richiamo a Conte all'assoluto affidamento del giocatore ai progetti bianconeri, quel che è apparso sin dall'inizio evidente era il rischio di un "effetto boomerang" generato dalla stessa intervista. Chi poteva pensare che quelle parole avrebbero facilitato una trattativa già sulla carta impossibile con la Juventus? Per di più in tempi di sfida aperta tra Diego Della Valle e gli Agnelli?
Forse il solo Ramadani, che di certo deve aver autorizzato l'intervista vista la rarità delle parole di JoJo in cinque anni, o forse solo i dirigenti bianconeri. Di certo non quelli viola che già avevano chiaramente mostrato la propria intransigenza alla Juventus. Difficile capire, allora, il perchè di quell'uscita allo scoperto così scomposta, così ineluttabile. Perchè poi, a riguardare le immagini degli ultimi tempi, ci si accorge che JoJo, il sorriso, sembrava comunque averlo perso da oltre un anno. Dal ritiro scorso fino a oggi, quando praticamente nessuno ormai pensa più alla sua partenza per osservare Gomez.
Firenze e JoJo si sono incrociati quando il montenegrino era giovanissimo, si sono piaciuti subito, e quei riccioli lunghi di Stevan la tifoseria li ha subito adottati. Ma è come se un po' tutti avessero sempre saputo che, alla fine, lui se ne sarebbe andato. Perchè lui per primo raramente si è lasciato andare. Lui per primo ha più volte fatto capire di mirare ben oltre le colline di Fiesole. Futuro top-player, del resto, quante volte si è detto che probabilmente la Fiorentina non avrebbe potuto permettersi di trattenerlo? Tanto che soltanto con una promessa di ADV, alla fine, Jovetic è rimasto in quest'ultima stagione. Ma senza gioia, e magari con un po' di rabbia al momento di esultare. Quasi che, alla fine, Firenze e Jovetic non si siano mai capiti sino in fondo.
Lo conferma questo addio, nell'aria da mesi, discusso solo a tratti, e poi seppellito dalla valanga Gomez. Firenze oggi sogna, vede di fronte a sè una proprietà mai così decisa, e una società ancora più forte e cresciuta. La nuova squadra sta sorgendo come il sole estivo, e i tifosi impazziscono all'idea di come potrà andare il campionato dei viola. A Manchester, invece, probabilmente sta già piovendo, e al di là di una montagna di soldi, le ambizioni degli inglesi a vittorie da top club (quelli che JoJo sogna, e che Ramadani ha contattato senza troppe risposte) sono tutte ancora da dimostrare. Nessun dramma, perciò, per la partenza di Jovetic, ma di certo una domanda più che evidente che idelmente giriamo a quel ragazzo che, poco dopo l'infortunio, ricevette il sostegno di migliaia di tifosi viola con le mail portate in Germania dagli inviati di Radio Blu: "Caro Stevan, sei proprio certo d'aver scelto un'avventura più intrigante e avvincente di quella viola?"
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it