DOMANI A TORINO, GIOVEDÌ A NAPOLI: I PROSSIMI IMPEGNI DEI VIOLA (SALVO IMPREVISTI). IL MERCATO, LA FORZA ECONOMICA E LE RIVINCITE DI PRADÈ
Torino-Fiorentina si giocherà domani alle 17:00, è questa la notizia che una delle tante regole impone di anticipare prima di qualsiasi altra cosa. Una notizia che la stessa società ha dovuto attendere a lungo, almeno considerando che fino alle 21:00 di ieri nessuna indicazione ufficiale era arrivata, fosse solo per l’organizzazione logistica di una trasferta sulla carta diversa da quella immaginata soltanto qualche ora prima. Conseguenza delle sentenze dei vari tribunali amministrativi che hanno rovesciato le decisioni delle rispettive ASL, le stesse che avevano fermato Salernitana, Udinese e Bologna oltre ai granata, e dei successivi spostamenti che hanno posticipato anche l'impegno di coppa Italia dei viola a giovedì 13 alle 18:00 contro il Napoli, al Maradona.
Così è, se vi pare e salvo ulteriori sorprese (come quella rappresentata dalla positività di Zielinski sceso in campo giovedì sera a Torino) perchè poi nel corso dell’assemblea di ieri la Lega si è concentrata soprattutto sulla riduzione della capienza degli stadi a 5000 spettatori per la ventiduesima e la ventitreesima giornata. Un compromesso cercato anche alla luce della Supercoppa Italiana in programma il 12, che imporrà un Franchi svuotato contro il Genoa lunedì 17 gennaio, ma che intanto riporterà la squadra di Italiano in campo dopo l’allenamento sostenuto al Franchi al posto della sfida con l’Udinese e con l'ultima gara disputata il 21 dicembre a Verona (1-1 finale).
Innegabile la curiosità con la quale si attende la prima Fiorentina dell’anno, una squadra che ha chiuso il girone d'andata andando oltre le aspettative e gettando basi importanti che la società ha subito voluto valorizzare. Se il caso Vlahovic resta questione apertissima, e sulla quale ogni scenario andrà considerato da qui a fine mese, i due arrivi Ikonè-Piatek sono già stati giustamente celebrati, per qualità nella scelta e soprattutto tempismo. Un intervento che ha denotato programmazione e che adesso è atteso alla riprova del campo.
Di certo nello scatto avviato dai viola tra dicembre e gennaio, almeno in termini di ambizioni europee, è impossibile non notare anche il ritorno a una certa operatività del ds Pradè, tirato in ballo da Commisso per la scelta di Italiano e determinante, oltre che nelle ultime due operazioni, anche nel tanto atteso arrivo di Torreira. Certo la disponibilità economica con la quale il club viola si sta presentando sul mercato è punto di forza che pochi dirigenti possono permettersi ed è soprattutto merito della proprietà, tanto più in un panorama in difficoltà come quello italiano, ma per un direttore sportivo che in estate sembrava praticamente all’angolo (del suo rinnovo, di fatto, pubblicamente non si è mai parlato) le ultime settimane sono state nuovamente sotto i riflettori.
Oggi che la Fiorentina naviga in acque molto diverse da quelle del recente passato, e che sul mercato i tentativi di cogliere occasioni potrebbero non essere terminati come conferma il pressing incessante su Juliàn Alvarez (altra situazione nella quale il lavoro di Pradè, insieme a quello di Burdisso, sarebbe fondamentale anche nei rapporti con il River Plate oltre che con il procuratore Hidalgo) o le voci su Isco comunque stoppate dalla società, l’ammissione di qualche giorno fa del ds sugli errori del passato non solo non è passata inosservata, ma ha sancito una risalita generale nei gradimenti della tifoseria, almeno dopo un lungo periodo di dissenso. A giudicare da come e quanto Pradè abbia saputo incassare critiche e accuse piovute per i suoi primi due anni con Commisso vien da credere che il buon momento vissuto dalla Fiorentina, oltre che anche merito suo, sia stata la miglior risposta possibile ai più scettici.