DIECI MOTIVI PER TENTARE L'IMPRESA E REGALARSI UNA NOTTE SPLENDENTE. VLAHOVIC SFIDA L'IDOLO IBRA, PRANDELLI CONFERMA TUTTI. IL DOLCE RITORNO DI PIOLI E QUEL RAPPORTO CHE NON SI SPEZZERÀ

21.03.2021 11:05 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
DIECI MOTIVI PER TENTARE L'IMPRESA E REGALARSI UNA NOTTE SPLENDENTE. VLAHOVIC SFIDA L'IDOLO IBRA, PRANDELLI CONFERMA TUTTI. IL DOLCE RITORNO DI PIOLI E QUEL RAPPORTO CHE NON SI SPEZZERÀ

Per la classifica, prima di tutto. Per regalarsi una notte splendente dopo mesi di buio, per battere un’altra grande, per dare continuità alla vittoria di Benevento, per dimostrare di essere sulla strada giusta, aumentare l’autostima, allungare sul Cagliari, godersi la sosta senza pressioni e dare un po’ di gioia ai tifosi, ma anche a Rocco Commisso

Ci sono almeno dieci buoni motivi per tentare l’impresa contro il Diavolo, ma ne potremmo elencare almeno altrettanti. La sfida contro il Milan, infatti, arriva nel momento di giusto. Ibra è recuperato ma non può essere ancora al meglio, in compenso Pioli dovrà fare a meno di ben sei giocatori e quindi sarà costretto a chiedere gli straordinari a chi ha giocato in coppa appena giovedì. La Fiorentina invece si gode Vlahovic e può contare su un Ribery finalmente in forma, peraltro ancora alla caccia del primo gol al Franchi nella sua avventura viola: il compito resta arduo, perché la differenza di valori in campo è evidente e perché il Milan, nonostante il brusco calo del 2021, anche con lo United ha disastrato di essere una squadra quadrata, che sa quello che vuole e come ottenerlo. Merito indiscusso di Pioli, che proprio in rossonero si sta prendendo la sua personale rivincita dopo quell’esonero senza senso voluto dalla vecchia proprietà viola. Il ritorno di Stefano sarà uno dei tanti motivi di interesse di questa domenica, il rapporto con Firenze infatti va al di là del calcio ed è destinato a durare ancora per molto. 

Un’altra partita nella partita naturalmente la giocherà Vlahovic, che avrà gli occhi addosso dopo la scintillante tripletta contro Pippo Inzaghi e dovrà dimostrare di non aver grilli per la testa, ma semmai ancora più voglia di emergere. Di mercato si parlerà più avanti, anche se in tutta sincerità si fa fatica a credere che proprio il Milan (alle prese coi paletti del fair play) possa diventare interlocutore credibile. Commisso infatti affilerà le unghie prima di cedere il suo gioiello, che per altro, proprio in settimana, ha ribadito di star benissimo qui. Il percorso più logico resta quello di firmare il rinnovo e scommettere ancora l’uno sull’altro, in attesa dello sbocciare definitivo del giovane bomber e del ritorno tra le grandi della Fiorentina. Oggi intanto arriva la super sfida all’idolo Ibra: motivo in più per esaltarsi e continuare a stupire. Scontato che Prandelli si affidi alla squadra della settimana scorsa, con Bonaventura grande ex sedotto e abbandonato e quindi più motivato che mai, Eysseric imprevisto protagonista e Venuti e Caceres a presidiare le fasce dove il Milan di solito è molto pericoloso. In panchina, pronti all’uso, ci saranno anche Castro e Amrabat, due che nel secondo tempo, col Milan prevedibilmente stanco, potranno giocare un ruolo determinante, senza dimenticare Callejon, che come ha confermato Prandelli, potrà dare l’opportunità di cambiare modulo in corsa. Su Ibra invece serviranno raddoppi continui di marcatura e la ricerca dell’anticipo: se avrà palla in area di rigore, saranno dolori. Zlatan infatti è l’esempio di campione intramontabile, mai domo e anzi ancora in grado, alla soglia dei 40, di essere il migliore. Batterlo però si può. Se lo meriterebbe Prandelli e il popolo viola tutto. E sarebbe anche il modo migliore per ipotecare la salvezza e cominciare davvero a pensare al domani.